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Rassegna stampa – Sinner avanti con Cahill. Paolini: “Ora mi sento stanca”

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Avanti insieme (Federcia Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Squadra che vince non si cambia. Vale anche nel tennis, o almeno è quello che sperano Jannik Sinner (oggi in campo contro Vukic per il 2° turno) e Simone Vagnozzi, che stanno continuando l`opera di persuasione su Darren Cahill per farlo restare anche oltre la fine del 2025: «Ogni giorno buttiamo lì una battutina – ha detto il tecnico italiano a inizio torneo -. Vedremo più avanti se funzionerà. Di sicuro l`intesa con Darren è speciale. E questo è molto importante, anche perché spesso finiamo col passare insieme intere giornate». Dai e ridai, tra i violetti di Wimbledon circola la voce che il coach australiano stia per capitolare. Aldia del corteggiamento, del clima sempre conviviale che si respira quando il trio è al lavoro, gli ultimi mesi, tra sospensione, rientro e addio a Marco Panichi e Ulises Badio, rendono necessaria una messa in sicurezza della situazione.

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Ma Sinner, non uno che si accontenta, aveva nel mirino molto più di un posto tra i primi dieci al mondo. Dopo i primi mesi con Simone Vagnozzi, il suo management (lasciato anche quello, ora tutto è nelle mani di Alex Vittur, il consigliere di famiglia) aveva deciso di inserire nel progetto Sinner anche un coach di esperienza, che potesse aiutare l`intera squadra a crescere. L`arrivo di Darren Cahill accanto a Jannik è stata la quadratura del cerchio.

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Cahill, che sul circuito è tra le persone più stimate, si è rivolto a Nole per chiedere come avesse visto il suo nuovo pupillo e lui gli rispose elencando tutti i difetti del gioco del virgulto altoatesino: «Jannik colpisce benissimo la palla, ma non c`è variazione – disse Nole a Cahill -. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. Non attacca il mio servizio, non fa male». Con questa conferma, Cahill e Vagnozzi avevano proseguito a forgiare il futuro numero 1 al mondo. Tante gioie ma, nell`ultimo anno e mezzo, anche dolori.

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Un passo dopo l`altro: «È un anno ancora lungo, lui è veramente un bravo ragazzo – ha detto il coach al podcast di Roddick Quest`anno compirò 60 anni e arriva un momento in cui capisci che è il momento di fermarsi. Il piano era che questo sarebbe stato il mio ultimo anno, ma un anno è molto lungo. Mi sto divertendo molto a lavorare con lui, e anche il mio molo si adatta alla perfezione con il primo allenatore, che è Simone Vagnozzi, per me uno dei migliori al mondo». Insieme, è meglio

Sinner test Vukic servizio sotto esame (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Dopo tre giorni ricchi di sorprese, è un bene per Jannik Sinner presentarsi al secondo turno contro Alexander Vukic senza aver rischiato nulla. Il derby d`esordio contro Luca Nardi si è risolto con un secco 6-4 6-3 6-0, in perfetta linea con quello che ci si aspetta dalla prima uscita ai Championships. Inutile lambiccarsi sul margine di dominio o sulle percentuali di servizio di una sfida che, dopo l`accavallarsi di break tra la fine del primo e l`inizio del secondo set, l`altoatesino ha potuto gestire con grande serenità. Dopo aver onorato senza sbavature il primo impegno sul Campo 1, oggi il Centrale spalanca le porte al numero 1 del mondo. Sinner sarà in campo come terzo match dalle 14.30 italiane, con il consueto rischio di sospensione a mezzanotte italiana (le 23 locali) qualora la partita si prolunghi, un`incognita da tenere sempre presente ai Championships.

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Poi, l`eventuale ottavo contro Tommy Paul, oggi atteso dal confronto con Sebastian Ofner potrebbe rappresentare il primo vero esame in una parte alta di tabellone fin qui soggetta a minori scossoni, eccezion fatta per l`uscita di scena di Lorenzo Musetti, arrivato al torneo in condizioni non ideali. FATTORE SERVIZIO. Servizio e subito pressione in uscita dal servizio è il mantra che l`australiano dovrà provare a seguire: un pattern abbastanza chiaro e fondamentale per fare partita sull`erba contro un rivale di caratura superiore. Potenza e variazioni al servizio, precisione e sangue freddo a rete: il piano è quello, anche se Sinner se lo aspetta e sa adattarsi in corsa se le circostanze lo richiedono. Ma per qualità in risposta, solidità da fondo e ormai anche per esperienza accumulata su questi campi, l`azzurro ha tutto per prevalere.

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TABELLONE. Per il resto, Sinner appare sereno: fuori dal campo lo si è visto palleggiare con un pallone insieme a Simone Vagnozzi e a Stefano Cobolli, papà e coach di Flavio. Già alla vigilia aveva garantito di sentirsi pronto per affrontare il terzo Slam stagionale, con l`obiettivo di migliorare la semifinale raggiunta nel 2023 e di cancellare il ricordo del travagliato quarto di finale perso contro Daniil Medvedev. All`orizzonte del terzo turno c`è la possibile sfida contro Pedro Martinez o Mariano Navone.

NAVARRO. Di Jannik ha parlato anche Emma Navarro, numero 10 del mondo e sua prossima compagna di doppio misto agli US Open. Alla vigilia del torneo Sinner aveva raccontato di averla incontrata per la prima volta proprio a Londra, spiegando che la coppia era stata formata dal torneo stesso. Emma ha scherzato: «Mi ha implorato di giocare, diceva di aver sentito parlare della mia eccezionale volée e della mia abilità in doppio. Gli ho detto che non era il compagno ideale, ma che avrei fatto un`eccezione e l`anno dopo ne avrei scelto uno migliore. Scherzi a parte, non vedo l`ora: sarà molto divertente».

L’erba di Jasmine non è più verde “Ora mi sento stanca” (Stefano Semeraro, La Stampa)

Kamilla Rakhimova, la numero 66 del mondo, viene da Yekaterinburg, che fuori dalla Russia è famosa soprattutto per la strage dei Romanov perpetrata dai bolscevichi nel 1918, quindi con la caduta di teste coronate ha, se non altro, una consuetudine storica. Per fortuna qui si parla solo di teste di serie, per la precisione della numero quattro del tabellone femminile, che – ahinoi – corrisponde a Jasmine Paolini, finalista della scorsa edizione di Wimbledon.

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Wimbledon quest`anno sembra del resto una Yekaterinburg in miniatura: non rispetta le gerarchie, schianta i favoriti. Al primo turno sono saltate tredici delle trentadue teste di serie nel maschile – «e anch`io avevo un piede fuori dal torneo», ha precisato il defending champion Carlos Alcaraz, che dopo i cinque set faticati contro Fognini ieri se non altro ha sbrigato più facilmente la pratica Tarvet. Non accadeva dal 2001: guarda caso anche quello un anno calduccio all`inizio della quindicina. Per la prima volta nell`era Open, invece, sono uscite 8 delle prime 10 teste di serie tra tabellone maschile e femminile, compresa Coco Gauff, fresca campionessa al Roland Garros.

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Nel bilancio va anche l`ansia di doversi ripetere. «Qualche volta ci ho pensato, era inevitabile. Sono venuta qui sperando di trovare quel livello e quelle sensazioni, non è andata così. Ora mi sento stanca. Sono stati due mesi molto intensi, forse avrei potuto saltare Berlino, ma ora è inutile recriminare. Se voglio competere a questo livello devo stare concentrata sempre, non come oggi». La conclusione, ormai diventata seriale: «Dopo il doppio dovrò prendermi qualche giorno di riposo e cercare di resettarmi». Resettare: verbo che va benissimo quando si parla di macchine, di cellulari odi computer. Meno se il resettato/resettabile ha un corpo e un`anima.

La caduta dei big ribaltone Wimbledon (Vincenzo Martucci, IL Messaggero)

Incubo, carneficina, ecatombe? Ben 13 teste di serie maschili e 10 femminili sono state decapitate al primo turno di Wimbledon (e ieri si è aggiunta Jasmine Paolini, sconfitta al secondo turno da Rakhimova), record ai Championships, co-record Slam del 2004 agli Australian Open, ma allora con due top ten subito eliminati mentre stavolta sono quattro: Sascha Zverev (3), Lorenzo Musetti (7), Holger Rune (8) e Daniil] Medvedev (9). Con l`eco di altrettante donne fuori già all`esordio: Coco Gauff (2), Jessica Pegula (3), Winwen Zheng (5) e Paula Badosa (9). Cui aggiungere i tanti salvifici dribbling al set decisivo, Alcaraz (2) con Fognini, Fritz (5) con Perricard, Aliassime (25) con Duckworth, più le finaliste uscenti, Paolini (4) e Krejcfikova (17), e Keys (6) e Tauson (23).

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Con Renzo Furlan (ex guida della Paolini) che suggerisce: «Zverev e Medvedev stanno giocando al di sotto dei loro livelli da tutto l`anno, Tsitsipas già da un po` non tiene il ritmo dei primi. Ci sono stati sorteggi non semplici, c`è tantissima attività, con un sovraccarico per una Gauff dopo la finale di Madrid e il titolo a Parigi. Alcuni avevano incognite altissime, come Berrettini e Musetti, senza preparazione e senza match prima di Wimbledon. E poi c`è chi sull’erba fa veramente fatica». Fabio Fognini, con la sua classe, la risposta in “chop” praticamente dentro il campo e il suo timing magico, ha messo in difficoltà anche uno dei pochi giocatori “con la mano” come Alcaraz.

«Se gli va male e non funziona l`unico modo che hanno di giocare non è che riescono a fare qualcos`altro, che so, “remare” da fondo o andare di più a rete. insistono col loro sistema senz`altra soluzione», sostiene Adriano Panatta nella “Telefonata” con Bertolucci su Fandango: «Quante partite giocano 3/5 tutto l`anno: dieci? Negli Slam è un altro sport». E il fattore-erba aggiunge la variante che manda in tilt i troppi che giocano col pilota automatico. Parola di Bertolucci.

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COLPO BELLUCCI – Intanto le teste di serie continuano a cadere anche nel secondo turno e riguardano ancora anche gli italiani. La fmalista di 12 mesi fa, Jasmine Paolini (n. 4), troppo remissiva e fallosa (40 gratuiti), cede 4-66-4 6-4 alla russa Rakhimova (80 del mondo), così scenderà in classifica all`8. Si esalta invece il mancino di qualità Matta Bellucci, 24enne di Busto Arsizio (73 del mondo) che sorprende per 7-6 6-17-5 il numero 23 del torneo, Jiri Lehecka, 25 ATP e finalista al Queen`s.

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