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Wimbledon, Bronzetti ci prova ma non basta: vince Andreeva

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[7] M. Andreeva b. L. Bronzetti 6-1 7-6(4)

Ci sono partite che si indirizzano in fretta e poi si complicano, e ce ne sono altre che sembrano chiuse in partenza e invece regalano, nella loro parte centrale, uno spiraglio, una possibilità, una flebile speranza. Lucia Bronzetti ha vissuto entrambe queste fasi nel suo secondo turno di Wimbledon con la russa Mirra Andreeva, talento precoce e già granitico, testa di serie numero 7 del torneo. Il primo set è scivolato via in fretta, in modo quasi imbarazzante per l’azzurra, ma nel secondo qualcosa si è acceso: nel gioco, nella testa, e forse anche nelle gambe della riminese, che ha avuto davvero l’occasione di allungare la contesa.
Non che Andreeva abbia fatto sconti, tutt’altro, ma nella fase centrale del secondo set la russa ha lasciato spazio a qualche errore, ha mostrato brevi crepe nel muro di tennis che fino a quel momento aveva innalzato senza esitazioni. E lì Bronzetti è stata brava a infilarsi, a mettere pressione, a farla muovere. Il problema è che con avversarie così, non basta scalfire: bisogna affondare. E quando si è trattato di chiudere il set, di portarlo al terzo, sono riaffiorati vecchi fantasmi, le incertezze al servizio, i rovesci che si incagliano a metà rete. Il tie-break finale ha solo certificato ciò che si era già intuito: che oggi Mirra Andreeva era semplicemente più forte. Ma a Lucia resta una piccola consolazione: essere uscita dal campo tra gli applausi, dopo aver comunque lottato fino all’ultimo punto.

Primo set: Avvio a senso unico

Partenza bruciante di Andreeva, che domina in lungo e in largo i primi tre giochi del match, mettendo insieme un parziale di 12 punti a 2. Uno tsunami tennistico che comprende anche il break del 3-0. Bronzetti prova a resistere come può, rispondendo con il suo tennis più difensivo e ragionato. La prima scossa per l’azzurra arriva nel quarto game, quando riesce a sbloccarsi grazie a una serie di scambi intensi e a un errore piuttosto grossolano della russa, che sbaglia uno smash comodo. Lucia scopre un primo punto debole: se riesce a far muovere Andreeva, può sperare. Ma il problema è arrivarci, a quel tipo di scambio.

Sul 3-1, però, la russa riprende in mano il comando con due servizi vincenti che le consegnano il 4-1. Bronzetti, nel game successivo, paga dazio a un paio di errori in fase di costruzione e si ritrova subito sotto: due palle break. La prima viene annullata con coraggio, ma la seconda è un harakiri tecnico: doppio fallo. Inutile dire quanto sia già complicata di per sé la partita, figuriamoci con i regali.
Sul 5-1, Andreeva non si fa distrarre né emozionare: va a servire per il set e chiude in 24 minuti. Il 6-1 è il risultato di una superiorità evidente, a tratti brutale.

Secondo set: Bronzetti reagisce ma non basta

Bronzetti, però, non ha voglia di mollare. Lo fa capire subito, tenendo con grande determinazione il primo game del secondo set. Resta aggrappata con la testa e con il braccio, trovando ottimi punti soprattutto col rovescio. E quando si tratta di rispondere, mette subito in difficoltà Andreeva, portando a casa un bel 2-1. Avere il punteggio dalla propria parte per la prima volta nel match è una piccola vittoria psicologica.

La russa però non si scompone e con un ace e un paio di prime ficcanti rimette subito in parità: 2-2. Ma Lucia ha cambiato passo. Le sue scelte sono più lucide, le esecuzioni più pulite. Il dato che salta all’occhio è la percentuale di prime: finalmente sopra il 60%. Con continuità, Bronzetti allunga fino al 3-2 e poi al 4-2, approfittando di un passaggio a vuoto di Andreeva, che inanella tre errori consecutivi e regala il break.
Sembra un’altra partita. Bronzetti ora scambia meglio e più a lungo, e anche se l’attenzione a tratti cala — soprattutto quando deve gestire il servizio con un pizzico di tensione in più — riesce a trovare il modo per chiudere il game del 5-2. Uno scenario che solo 25 minuti prima sembrava fantascienza.
Andreeva non ci sta e tiene agevolmente la battuta. Bronzetti va a servire per chiudere il set, ma l’operazione è tutt’altro che semplice: la russa alza il livello in risposta, si prende due palle break e le basta la prima per strappare il servizio. È 5-4. L’azzurra non molla e si procura due palle break nel gioco successivo: la prima sfuma per merito dell’avversaria, la seconda invece per demerito proprio, con un inside-out affrettato che finisce in rete.
Sul 5 pari, Bronzetti vacilla ancora, concede una palla break che ha il sapore del match point, ma trova la lucidità per salvarla con una palla corta millimetrica, ben costruita. Riesce a issarsi sul 6-5, garantendosi quantomeno il tie-break. Che arriva. Lì torna la miglior versione di Andreeva: solida e chirurgica, anche se con qualche errore di troppo. Bronzetti lotta, ma paga gli errori nei momenti chiave. Il 7-4 del gioco decisivo sancisce la fine. La russa approda al terzo turno dove affronterà la vincente tra Baptiste e Mboko. Per Lucia rimane una prestazione in crescendo, ma anche il rimpianto di non aver portato al terzo un set che avrebbe potuto cambiare tutto.

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