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Wimbledon, black-out Paolini: brutta sconfitta con Rakhimova

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K. Rakhimova b. [4] J. Paolini 4-6 6-4 6-4

Un anno fa Jasmine Paolini aveva sfiorato il titolo, giocando una delle settimane più brillanti della sua carriera. Dodici mesi dopo, sullo stesso campo, l’azzurra è costretta a salutare il torneo al secondo turno, battuta con il punteggio di 4-6 6-4 6-4, da una Kamilla Rakhimova concreta, solida, tremendamente presente nei momenti che contano. Una sconfitta che brucia, perché per un set e mezzo Paolini aveva dato l’impressione di poter gestire l’incontro con la consueta intensità, quella che l’ha portata a vivere una stagione da protagonista, ma il tennis, si sa, è questione di fili sottili. Basta una risposta finita sul nastro, un break sprecato, un paio di gratuiti in più. Ed è così che il vento è cambiato.
Dopo un primo parziale vinto con personalità, Jasmine ha iniziato a perdere il filo del discorso: qualche errore di troppo, una Rakhimova più aggressiva e determinata, e l’inerzia si è spostata. Il secondo set ha segnato la svolta. E nel terzo, la toscana non è più riuscita a ritrovare il bandolo. I colpi si sono accorciati, la fiducia è calata e la russa, che invece cresceva punto dopo punto, ne ha approfittato per prendersi tutto. Ora toccherà a lei sfidare Linda Noskova per un posto negli ottavi. A Paolini, invece, non resta che fare i conti con i rimpianti.

Primo set – Paolini detta il ritmo, poi lo difende: 6-4 in 46 minuti

È Jasmine Paolini a vincere il sorteggio e a scegliere di iniziare al servizio. La partenza è lampo: game inaugurale tenuto a zero, condito da iniziativa, aggressività e quella pressione continua che ormai è marchio di fabbrica del tennis dell’azzurra. L’impressione, però, è che questa intensità possa anche costarle qualcosa, come dimostra il secondo game, in cui Rakhimova approfitta di qualche sbavatura e pareggia i conti.
La sensazione che si tratti di un episodio isolato si rivela fondata: Jasmine rimette subito le cose a posto, prima con il dritto, poi con il rovescio, trovando angoli e profondità che tolgono respiro all’avversaria. Il 2-1 è frutto di una superiorità tecnica evidente, che si fa ancor più lampante nel game successivo. Qui arrivano le prime palle break: la prima è annullata dalla russa con un dritto incrociato aggressivo, ma sulla seconda Paolini è letale. Risposta profonda di dritto e Rakhimova va lunga: 3-1.
Nel game seguente l’azzurra deve fronteggiare una palla break: qualche errore di troppo e una Rakhimova più presente in risposta mettono in discussione la conferma del vantaggio. Jasmine, a questo punto, tira fuori il meglio: prima un servizio vincente, poi due colpi al volo risolutivi – uno smash e uno schiaffo elegante – valgono il 4-1.
La russa non molla e tiene il servizio con solidità. Poi, nel settimo game, si procura due palle break. Qui Paolini dà spettacolo di cuore e tenacia: annulla entrambe con una difesa da manuale, aiutata anche da un pizzico di fortuna. Alla fine gira il game dalla sua parte, salendo 5-2.
Sembra fatta, ma un piccolo passaggio a vuoto (ed un break) permette a Rakhimova di riportarsi sotto: è 5-4. La toscana, però, non perde la testa. Nel decimo gioco approfitta di un doppio fallo e di un errore gratuito della sua avversaria per prendersi il break decisivo. Il set si chiude con una semi-veronica tanto difficile quanto stilosa: 6-4 in 46 minuti. 

Secondo set – Rakhimova risale la corrente, Paolini passaggio a vuoto

Il secondo parziale riparte con lo stesso copione del primo: Jasmine Paolini tiene agevolmente il servizio nel game d’apertura e torna subito a mordere in risposta. Approfitta di un doppio fallo di Rakhimova (il terzo della giornata) e si costruisce due palle break consecutive. Ma manca la zampata: in entrambe le occasioni la risposta dell’azzurra si ferma sul nastro. La russa, graziata, prova a rimettere in sesto il suo tennis partendo dal servizio, ma Paolini continua a pressare e conquista una terza palla break. Anche questa viene cancellata da un dritto vincente, e poco dopo una quarta chance sfuma su un servizio preciso della russa.
Nel punto forse più rocambolesco del game, è Rakhimova a prendersi il vantaggio grazie a un nastro beffardo che devia la traiettoria del suo dritto, obbligando Jasmine a un recupero disperato sul quale la russa si avventa per chiudere il punto. È 1-1, e la partita cambia faccia.
La fase centrale del set è tutta giocata sul filo dell’equilibrio. Entrambe tengono i turni di battuta con sicurezza – anzi, Rakhimova inizia addirittura a servir meglio – senza lasciare spiragli. Jasmine sembra avere qualcosa in più in termini di classe, ma la russa compensa con un’ostinazione feroce: le costringe sempre a giocare una palla in più, e spesso quella palla in più fa la differenza.
Si arriva così al 3-3, ed è proprio qui che l’inerzia cambia. Un passaggio a vuoto di Paolini – due dritti fuori misura e un errore di rovescio – consegna a Rakhimova il primo break del set. La russa lo conferma con autorità e sale 5-3. L’azzurra prova a rientrare, nonostante debba lottare su ogni palla contro un’avversaria che corre e recupera l’impossibile: è 5-4.
E nel decimo gioco, con tutta la pressione sulle spalle, Rakhimova non trema. Trova due vincenti nei momenti chiave e, bucando la difesa azzurra, porta a casa il set: 6-4 in 51 minuti. Tutto da rifare per Paolini. Si va al terzo.

Terzo set – La resa dell’azzurra

Il terzo parziale si apre come si era chiuso il secondo: con una Paolini fallosa, nervosa e poco lucida. Gli errori di dritto, già protagonisti nel set precedente, diventano il triste leitmotiv anche nel parziale decisivo. E dall’altra parte della rete c’è una Kamilla Rakhimova tutt’altro che disposta a fare da comparsa. Anzi. È presente su ogni palla, risponde colpo su colpo e non lascia un centimetro di campo all’azzurra, che si trova ben presto costretta a inseguire.
Il break arriva immediato, propiziato da una serie di vincenti della russa, che legittima il vantaggio con un game di servizio impeccabile: 2-0. Il terzo game è già uno snodo cruciale: Paolini sa che finire sotto di due break equivale a una sentenza. E allora stringe i denti, annulla le minacce e riesce a capitalizzare qualche riga provvidenziale colpita dalla russa. Alla fine, è l’azzurra a costringere all’errore l’avversaria e a mettere a segno il primo game del set: 2-1 e un barlume di speranza; ma Rakhimova non cala. Anzi, continua a spingere con decisione, appoggiandosi alla profondità dei suoi colpi per togliere ossigeno alla toscana. Paolini, da parte sua, tiene con coraggio il servizio nel sesto game – pur rischiando dopo un recupero da 40-0 a 40-30 – grazie a un bel tocco al volo che vale il 3-2; è l’ultima vera zampata.
La russa ha ormai l’inerzia tutta dalla sua parte, difende il vantaggio con ordine, approfitta degli errori gratuiti dell’azzurra – ancora troppe volte imprecisa nella costruzione del punto – e vola sul 5-3. Paolini tiene il servizio con fatica, ma è Rakhimova a servire per il match. E lo fa con determinazione: piazza due vincenti, poi uno smash a rete che la porta a tre match point. Sembra finita. Ma un piccolo sussulto d’orgoglio di Jasmine, complice qualche titubanza della russa, cancella le prime tre occasioni.
È solo un’illusione. Rakhimova si ricompone, colpisce con il rovescio in avanzamento e poi chiude con uno smash senza appello. È game, set and match. Paolini lascia il campo a testa bassa, eliminata al secondo turno da un’avversaria oggi più concreta, più coraggiosa, più solida.
Una sconfitta pesante per l’azzurra, che saluta con rammarico un torneo dove lo scorso anno era arrivata fino in fondo. Il sogno di difendere quella finale si spegne troppo presto. E fa male. Resta il merito alla sua avversaria, capace di interpretare il match alla perfezione: aggressiva nei momenti chiave, fredda nei momenti di difficoltà. Per Kamilla Rakhimova ora si aprono le porte del terzo turno con Linda Noskova.

Le parole di Ubaldo Scanagatta

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