Wimbledon, Djokovic su Sabalenka: “Onorato che una numero uno venga a chiedermi consigli”
Nonostante qualche intoppo fisico, Novak Djokovic è al secondo turno di Wimbledon. Mai eliminato all’esordio nello Slam londinese negli ultimi vent’anni, il 38enne di Belgrado anche questa volta non ha deluso. Gli sono serviti quattro parziali per sconfiggere il francese Alexandre Muller, bravo a cancellargli ben sei set point nella seconda frazione, poi conquistata. Per gli ultimi due parziali, però, non c’è stato niente da fare per il transalpino, che si è arreso di fronte al tennis del sette volte campione, il quale sfiderà il padrone di casa Daniel Evans al secondo turno. Ma prima di questo match, andiamo a vedere cos’ha detto ‘Nole’ in conferenza stampa dopo il successo su Muller.
Moderatore: Condivideresti con noi i tuoi pensieri riguardo il match?
Novak Djokovic: “E’ positivo aver vinto ed essere riuscito a farlo questa notte. Sono passato dal vivere le mie migliori sensazioni in campo, il mio miglior tennis nel primo set e molte palle break nel secondo, alla peggior sensazione da lungo tempo. Ho avuto problemi con lo stomaco e la mia energia è scesa completamente. Ho cercato di sopravvivere per un po’ di tempo e, dopo che la mia energia è tornata, sono potuto tornare a giocare dalla linea di fondo nel modo in cui facevo nel primo set. Credito ad Alex, comunque, nell’aver vinto il secondo set e aver giocato solido. Penso che dovrei essere felice della mia performance una volta che mi sono sentito bene in campo, servendo bene. Quella è probabilmente una delle cose che mi porto via dal match come highlight della partita”
D: Hai giocato con Sabalenka prima del torneo e ti abbiamo visto darle consigli. Quanta soddisfazione ti dà condividere la tua saggezza? Deve essere piuttosto bello condividere, poi, questi momenti con una tennista del circuito femminile.
Novak Djokovic: “Certamente. È stata la prima volta che mi sono allenato con Aryna. Per tutto il successo che avrà da ora in poi, il credito maggiore dovrà essere dato a me (sorride, ndr). Scherzi a parte, abbiamo un rapporto molto bello. So che lei ha un team molto buono intorno e un ottimo sistema di supporto. Non è una sorpresa quindi che stia facendo così bene. Amo la sua personalità e adoro come si gestisce fuori dal campo con i suoi interessi. Il suo carattere viene fuori e in campo è una competitrice feroce. Merita di essere dove è al momento, al numero uno al mondo. È stata molto costante”
“Abbiamo avuto una piccola chiacchierata dopo l’allenamento. Lei mi ha posto qualche domanda e io sono sempre molto felice di condividere con chiunque, come ho fatto anche con altri tennisti uomini. Quello di cui abbiamo parlato rimane tra di noi. Spero le sia servito, anche se solo un incoraggiamento o magari qualcosa che avevano già sentito prima. Magari detto da me può suonare diverso e li impatta in maniera differente. Sicuramente mi sento onorato di essere nella posizione in cui la numero uno al mondo viene da me, mi pone domande e mi chiede consigli. È una posizione molto privilegiata in cui essere. Cerco sempre di essere disponibile”
D: Hai vinto quasi l’80% dei punti a rete oggi. Quanto sei soddisfatto al momento di dov’è il tuo gioco a rete? Puoi parlare un po’ dell’evoluzione del tuo gioco di volo che hai migliorato progressivamente durante la tua carriera?
Novak Djokovic: “Se torni ai miei primi anni della carriera da professionista, vedrai che venivo a rete abbastanza. Avevo quello stile di gioco per cui prendevo le palle più corte e su qualsiasi superficie, in particolare su quelle più veloci, andavo avanti. Poi sono tornato un po’ indietro, non mi sentivo così a mio agio verso la rete. Ho giocato in maniera un po’ più passiva negli anni seguenti. Quindi dipende. Credo che nei punti importanti io cerco di spingere e prendere la pallina in anticipo, così da poter venire a rete e chiudere gli angoli all’avversario. Ma dipende anche contro chi tu stia giocando”
“Ho sempre cercato però di avere tutti i miei colpi nell’arsenale, per essere un tennista versatile che si può adattare a qualsiasi condizione, qualsiasi superficie o qualsiasi avversario. Penso che ai giorni d’oggi sia veramente importante avere un tennis completo. Non abbiamo più molti giocatori da serve and volley perché il gioco di risposta di tutti è migliorato veramente tanto. Le palline sono diventate più lente e grandi. Non è facile quindi chiudere i punti a rete. Ciononostante, aiuta molto su questa superficie se hai la fiducia nel venire avanti e sapere come giocare e come posizionarti. Non mi sento di dire che sono un giocatore di volo naturale, ma penso di essere migliorato un po’ in questo negli ultimi sei, sette anni, in cui ho cercato di lavorare nel serve and volley, specialmente sulle superfici più rapide”