Notizie

Fognini, the last dance. Parla Pennetta: “Ritiro? Ci rifletterà, ma credo abbia già deciso”

0 5

A cura di Enrico Picone

Ha stravolto tutti i pronostici Fabio Fognini, che ha onorato l’accesso diretto nel tabellone principale in seguito al forfait di Arthur Fils, esibendo una performance da applausi (nel senso letterale) sul centrale dell’All England Club. Una prestazione che ha costretto agli straordinari il numero 2 al mondo Carlos Alcaraz, tenendo viva la speranza per cinque set che l’ex numero 9 Atp potesse “vendicare” la rimonta dello spagnolo ai danni di Jannik Sinner sul rosso di Parigi. Ma l’1-6 del quinto e definitivo parziale non è valsa una sconfitta, bensì “il miglior modo di dire addio” a Wimbledon, nonché l’ultima delle ovazioni del pubblico che – con la complicità del campione in carica – non ha potuto fare a meno di applaudire i contendenti al secondo turno pressoché ad ogni game. E sugli spalti del Centre Court, non poteva non esserci la moglie e campionessa allo Us Open 2015 Flavia Pennetta, presente ad ogni tappa di questo ultimo ballo stagionale nella carriera del taggiasco. L’ex numero 6 Wta, è poi intervenuta sulle pagine della Gazzetta dello Sport per commentare l’indimenticabile ultimo match di Fognini sull’erba dell’All England, rispondendo sulla decisione dell’attuale numero 158 di appendere la racchetta al chiodo. Decisione che, al netto dell’abbraccio di Wimbledon e del precedente omaggio del Foro Italico, sembra concedere ancora del tempo per riflettere sul da farsi.

“Il ritiro? Ci rifletterà, ma credo abbia già deciso”, ha risposto l’ex tennista, ritiratasi dopo il trionfo a Flushing Meadows, che sulla presenza del figlio Federico sugli spalti ha ammesso: “Federico gli ha detto ‘papà, tu sei molto bravo. Però lo sai che con Carlos perdi, vero?’. È stato bravo, si è goduto la partita, ha fatto il tifo. C’era anche Farah che però aveva il tablet silenzioso e guardava i suoi cartoni. Mi chiedeva ogni tanto: ‘Quanto stanno?’. I ragazzi sono molto orgogliosi di lui. Come abbiamo festeggiato? Eravamo tutti distrutti, abbiamo cenato in famiglia, noi grandi ci siamo anche presi un paio di birrette per stemperare la tensione. Quando siamo rientrati a casa eravamo buttati ovunque a dormire, divani, letti. Io poi sono partita all’alba ma Fabio si è svegliato per sapere se la macchina era arrivata, se ero all’aeroporto. È molto premuroso”. Non è passata inosservata inoltre la richiesta di Fognini ad Alcaraz, a cui davanti le telecamere ha chiesto la maglia da donare al figlio. “Se poi gliel’ha data? Certo che gliel’ha data. E pure con dedica. Carlos è una persona molto carina, e poi si sa che Fabio ha il cuore per metà spagnolo. Poi conosce Alcaraz da sempre, così come i componenti del suo team”.

Pennetta ha commentato così le parole dello spagnolo, che al termine del match ha ritenuto come il trentottenne Fognini possa giocare fino ai cinquanta. “Gli ho detto non ci provare, l’ho sgridato. Che poi Alcaraz gli mette in testa idee strane. Se penserà di ritirarsi prima del termine della stagione? Sì, faremo anche una vacanza tutti e cinque insieme in cui ne approfitterà per riflettere, lontano dai campi. Ma credo che dentro di sé lo sappia già. Poi è sempre difficile passare dal pensiero all’azione quando si tratta di chiudere una carriera che ti ha accompagnato tutta la vita. Penso sia appagato, che la sua decisione l’abbia presa. Io comunque lo sosterrò qualunque siano le sue scelte”.

Dieci anni fa a New York io ero appagata, soddisfatta. Ero in pace con quel trofeo in mano e mi è venuto spontaneo dire basta. Djokovic, ad esempio, è talmente competitivo che non smetterebbe mai, io dopo una gioia come quella della vittoria olimpica, che Nole ha inseguito tutta la carriera, avrei detto basta. Come immagino il “dopo” di Fognini? Lo vedrei sicuramente bene come talent, perché capisce il gioco, lo sa spiegare. Non ha paura di dire le cose come stanno, di dare il proprio parere spassionato. Se lo vedo come coach? Certo, ha un grande occhio. Riesce subito a capire se un giovane ha talento. Naturalmente non lo vedo come “maestro”, ma penso che all’interno di un team potrebbe dare sicuramente un suo contributo”. Infine, Pennetta ha risposto sulle amare dichiarazioni di Matteo Berrettini – tornato in campo dopo il mese di assenza causato dall’infortunio agli addominali che lo aveva costretto a ritirarsi dagli Internazionali – che intervenuto sul ko all’esordio contro il numero 111 Kamil Majchrzak ha ritenuto di doversi fermare per riflettere sul futuro. “Penso siano situazioni diverse e dipende da cosa uno sente e quali obiettivi ha. Matteo credo sia entrato in una spirale negativa, un malessere mentale che poi si riflette sul fisico. Guardandolo in campo ho visto che aveva un atteggiamento negativo, a testa bassa. Deve ritrovare l’equilibrio, con i suoi tempi e nei suoi modi. Ma il suo tennis può ancora essere competitivo”, ha concluso.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored