Wimbledon, Rinderknech si gode l’impresa su Zverev: “E’ sicuramente la vittoria più importante della mia carriera”
Arthur Rinderknech ha messo a segno l’impresa della giornata, eliminando – al primo turno – la testa di serie numero 3 di Wimbledon, Alexander Zverev, nella prosecuzione dell’incontro che era stato interrotto (intorno alle ore 23 locali) nella serata di lunedì per via del coprifuoco. Il francese nel corso delle quasi 5 ore di lotta non ha mai perso la battuta, concedendo appena 9 palle break in 27 turni di servizio a uno dei migliori ribattitori del circuito, mettendo a segno 25 ace. Zverev, dal canto suo, ha siglato 31 ace con un ottimo 76% di prime palle in campo, subendo però tre break, l’ultimo dei quali – quello decisivo per la partita- addirittura da 40-0: per lui si tratta della seconda eliminazione della carriera al primo turno dei Championships (la prima era arrivata nel 2019, con Vesely), un torneo nel quale non ha mai superato gli ottavi di finale. Inoltre, dal 1973 (anno in cui venne pubblicato il primo ranking del computer della storia ATP), Sascha – con 16 – è il top 10 ad aver giocato più match al quinto set nel corso delle prime settimane dei tornei dello Slam.
Rinderknech, invece, è andato a prendersi la vittoria più emozionante della vita grazie al coraggio e alla brillantezza del suo gioco, approfittando della passività tattica dell’avversario per attaccare con grande efficacia (44 punti vinti a rete su 55, una percentuale dell’80%): nel corso della conferenza stampa post-partita il francese ha raccontato la sua versione del successo più bello della carriera.
Domanda: “Arthur, congratulazioni per la vittoria. Puoi descrivere le tue emozioni dopo la partita di oggi?”
Rinderknech: “Sì, certo, tantissime emozioni. Come ho detto in campo, è stato difficile trovare le parole per descrivere quello che provavo in quel momento. Sai, giocare sul Campo Centrale di Wimbledon… Ogni singolo giocatore al mondo sa quanto sia incredibile e un privilegio giocare su questo campo.
Sono incredibilmente felice e soddisfatto per la vittoria di oggi, ma domani devo già ritornare in campo, quindi ora il focus è sul recupero e sull’essere pronto per domani”
D: È stata una grande vittoria per te oggi: pensi che sia la più importante della tua carriera?
Rindeknech: “Sì, sicuramente. Quando si vince sul Campo Centrale di Wimbledon contro un giocatore come Sascha, che è il numero 3 del mondo, che è lì da probabilmente dieci anni e così costante… e in cinque set… non posso davvero chiedere di più. Sì, lo è”
D: Eri in vantaggio nel tie-break del quarto set, che poi però hai perso. Come sei riuscito a riprenderti nel quinto e a trovare il modo di vincere?
Rindeknech: “Non lo so. Ho solo cercato di buttarmi tutto alle spalle e di concentrarmi sul punto. Sono andato in bagno, mi sono cambiato tutti i vestiti e mi sono detto: “Ok, è una partita di un set, dai tutto, e niente rimpianti alla fine”. Sono stato fortunato, niente rimpianti e una vittoria. Ancora meglio così”
D: Cosa sai del tuo prossimo avversario (Garin, ndr) ? Quanto pensi di essere svantaggiato considerando che lui è a riposo dal pomeriggio di ieri?
Rinderknech: “Si tratta di un grande giocatore. Anche lui è molto bravo sull’erba, perché ha raggiunto i quarti di finale qui, credo, qualche anno fa. Quindi è capace di vincere molte partite su questa superficie. Sarà sicuramente molto difficile. Probabilmente sarà più riposato di me, ma cercherò di ripartire da dove ho lasciato oggi e giocare un buon match”
D: Il tuo match è stato sospeso ieri sera quasi alle 11 di sera ed è poi ripreso oggi: che cosa pensi del coprifuoco alle 23? Ti ha favorito?
Rinderknech: “Non ne sono sicuro. Eravamo un set pari, quindi le condizioni erano ottime, certo, ma il coprifuoco alle 23 è una regola. È l’unico Slam dove non si può giocare fino a tarda notte. È così e dobbiamo adattarci. Alcaraz e Fognini hanno giocato per più di quattro ore e mezza nella prima partita, quindi è qualcosa che probabilmente non accadrà spesso nella storia dei primi turni, prima partita sul Campo Centrale, ne sono sicuro. Ma è così, e per me va bene”