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“L’obbligo del bianco è un grave errore, mi siedo e dico ‘chi è chi?’. Il tennis perde milioni”: Billie Jean King scatenata contro Wimbledon

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Si sa, il tennis è uno sport aperto alle innovazioni di qualsiasi genere, ma in alcuni tornei e in alcuni contesti rimane tradizionalista. Lo ha dimostrato il Roland Garros, dove sono ancora presenti i giudici di linea. Lo dimostra soprattutto Wimbledon, emblema di rispetto delle tradizioni, che continua a tenere l’obbligo del total white per i tennisti in gara. Nessun altro colore è ammesso. Una decisione che spesso fa discutere e di cui ha parlato (male) anche Billie Jean King, ex tennista americana da cui prende il nome l’omologo femminile della Coppa Davis. La prima critica è di tipo televisivo: “Comincia una partita, mi siedo davanti alla tv e sto a lì a chiedermi chi è chi? E il fatto che sia indicato il nome del tennista al servizio dalla grafica non vuol dire niente. Non credo sia necessario avere un’uniforme comune, credo che questa cosa si possa anche cambiare“, ha dichiarato l’ex tennista. Poi arriva una proposta che consentirebbe di mantenere la tradizione, ma cambiando qualcosa: “Aggiungere nomi e numeri alle divise dei giocatori come accade nel calcio. Stiamo perdendo milioni perché le maglie personalizzate permetterebbero anche di guadagnare molti più soldi. E questo vale tanto per il torneo quanto per i tennisti stessi”.

Perché a Wimbledon c’è l’obbligo di vestirsi di bianco

L’obbligo del bianco è in vigore dal 1963, ma risale al XIX secolo e alla prima edizione del torneo, giocata nel 1877. Sarebbero due i motivi alla base della decisione. La prima di tipo pratico: il bianco riflette meglio la luce e trattiene meno il calore, aiutando quindi i tennisti viste le temperature alte. La seconda ha origini più antiche e riguarda più la tradizione: durante gli appuntamenti mondani di tennis gli ospiti erano vestiti sempre e solo di bianco. Il tutto per distinguersi e rappresentare un certo status sociale tipico di chi viveva in maniera abbastanza agiata economicamente da mantenere sempre pulite e profumate le proprie divise.

Un obbligo ormai diventato caratteristico di Wimbledon, che però nel 2023 modificò leggermente la norma. Alle donne infatti è permesso indossare calzoncini di un altro colore sotto la gonna, in modo da sentirsi a proprio agio durante il periodo mestruale. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la parità di genere nello sport. Ma tornando al tradizionale completo bianco, ci fu anche chi in passato boicottò il torneo per non vestirsi di bianco. Un esempio è Andre Agassi, che decise di non partecipare per tre anni consecutivi.

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