Wimbledon, Djokovic scherza in allenamento con Alcaraz: “Qualsiasi cosa faccia a Ibiza, funziona!”
Tutto è pronto all’All England Club. Non c’è neppure un filo d’erba fuori posto, in attesa che i piedi dei 128 tennisti ammessi al tabellone principale di Wimbledon turbino tutta quella perfezione. Prima che il verde sbiadisca un po’ del suo colore pieno per lasciar posto a quel marrone, che tanto ha il sapore di fatica, imprese e sorprese.
Così, si sono aperte anche le porte del Campo Centrale, il tempio del tennis di altri tempi, dove la storia appare sospesa in un altrove mitico. A inaugurare quel prato per il primo allenamento sono stati Carlos Alcaraz e Novak Djokovic. Sembra quasi impossibile immaginare i protagonisti delle ultime due finali dei Championships in una situazione in cui l’agonismo si riscopre meno feroce, seppur accompagnato da un’intensità mai sopita. Eppure è così. “Qualsiasi cosa faccia a Ibiza, funziona” ironizza Djokovic. “Vince sempre, prima e dopo Ibiza“. L’umore è dei migliori, insomma. Entrambi inseguono traguardi preziosi. Per il 24 volte campione Slam c’è un record da attaccare, quello appartenente a Roger Federer degli 8 Wimbledon. Il fuoriclasse spagnolo cerca la tripletta. Solo il sorteggio del main draw ci dirà se una terza finale consecutiva tra loro sarà possibile.
Prima della partitella di fine allenamento, per Djokovic c’è spazio anche per alcune battute. “Sono veramente contento di essere di nuovo sul Campo Centrale. Ti dispiace quasi giocarci. È così perfetto, è un vero privilegio” rivela il sette volte campione di Wimbledon. “Carlos Alcaraz, da defendig champion, ha la priorità. Io sono lo sparring partner. Sono contento che abbia scelto me” prosegue, ironizzando sul fatto che, se prima era lui ad avere il privilegio di inaugurare il Campo Centrale, adesso tutto dipende dalla scelta del campione in carica Alcaraz.
Le stagioni passano, gli avversari cambiano. Ma Nole appare determinato a volerci provare ancora. Sono passati 20 anni dal suo debutto nello Slam londinese, eppure lui è ancora lì. E sembra intenzionato a collezionare nuovi ricordi, da affiancare – e perché no, sostituire – a quelli legati alle due finali perse consecutivamente. “Le palline usate a Wimbledon sono più lente rispetto al passato” riflette Djokovic, riportando il pensiero a quando, nel 2005, ha partecipato al torneo per la prima volta. “Questo rende estremamente difficile passare i giocatori come Alcaraz quando si approcciano a rete”.
È sempre complesso escludere Nole dai contendenti più accreditati per la vittoria finale. Ce lo ha dimostrato la scorsa stagione, quando, dopo l’infortunio al ginocchio patito al Roland Garros, era sbarcato a Londra con tanti dubbi. Anche quest’anno non sono poche le incognite che accompagnano l’ex numero 1 del mondo, però lui appare pronto a rilanciare la sfida a Alcaraz e a Jannik Sinner, che lo ha battuto a Parigi. “È una superficie diversa, con uno stile differente di gioco. Quello che questi due hanno prodotto in finale a Parigi è stato comunque straordinario“. E circa la finale del Roland Garros, regala anche un aneddoto, una piccola curiosità, prima di unirsi ai complimenti: “A dire la verità, ero nel mio Paese. Mia moglie voleva guardare la finale, ma io. Per la prima parte della partita siamo usciti per pranzo. Siamo tornati e alla fine l’ho guardata. Una partita incredibile. Grandissimo merito a entrambi. È stata una delle partite più storiche che abbiamo mai visto“.
Nole sa cosa significa essere il “terzo incomodo”, ci ha costruito una carriera. E, ancora una volta, cercherà di guastare le feste alla nuova diade.