Cobolli si arrende a Zverev: eliminato ai quarti di Halle. Ma oggi è lui il terzo violino del tennis azzurro
Finisce ai quarti l’avventura di Flavio Cobolli sull’erba tedesca di Halle. Sconfitto in due set – combattuti – da Alexander Zverev, padrone di casa e numero 3 al mondo: 6-4, 7-6 in un’ora e 43 minuti. Cobolli lascia Halle dopo una battaglia e con il sorriso stampato sul viso: oggi è lui il terzo violino del tennis azzurro, dietro Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Lo dicono i risultati, lo dice soprattutto la classifica: a Wimbledon Cobolli sarà testa di serie, perché è certo lunedì prossimo di essere ancora numero 24 al mondo (a meno di vittoria di Lehecka al Queen’s).
Dopo le sconfitte di Sinner contro Bublik e di Lorenzo Sonego contro lo stesso Zverev, Cobolli era l’ultimo azzurro rimasto in gara nell’Atp 500 di Halle. La sua crescita in questo 2025 è evidente: ad aprile ha vinto il suo primo titolo Atp a Bucarest, a maggio ha replicato con il trionfo ad Amburgo. Cobolli ha un gioco solido da fondo campo, la sua capacità di lottare su ogni punto lo rende speciale: piace per l’atteggiamento, mai rinunciatario. Caratteristiche esaltate dalla terra rossa, che in primavera gli ha regalato appunto tante gioie e il best ranking della carriera.
A 23 anni però Cobolli sta dimostrando di poter dire la sua anche sull’erba: il processo di maturazione, passo dopo passo, sta portando frutti perfino insperati. Il suo percorso è stato solido e coerente. Nato a Firenze e cresciuto a Roma, sotto l’occhio di papà Stefano (a sua volta ex giocatore), Cobolli ha avuto una brillante carriera juniores e ha iniziato la carriera professionistica dal circuito Challenger. Il 2023 è stato l’anno dell’ingresso in Top 100 nel ranking Atp, il 2024 l’ascesa è proseguita fino al picco della finale sul cemento di Washington.
Forse un po’ snobbato dal pubblico generalista, oggi Cobolli è la terza forza del tennis italiano. Un ruolo che sembrava potersi ritagliare Matteo Berrettini, poi frenato dall’ennesimo infortunio. Ci hanno provato anche Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, ma la classifica non mente: l’unico altro top 30 azzurro è Cobolli. Che col suo fare bonario (forse sornione?) ogni tanto sembra tutto tranne che un lottatore. In campo invece si trasforma: con servizio e dritto sempre più solidi, è pronto a stupire ancora. Magari partendo proprio da Wimbledon, dove un anno fa uscì già al secondo turno. Un bel percorso a Londra potrebbe anche aprirgli le porte dei primi 20 al mondo. Se giocherà come ad Halle, è un’impresa possibile.
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