Monfils insultato dagli scommettitori, la risposta: “Leggete qualche libro. E lasciate perdere il colore della pelle”
Ricordate Gael Monfils lo scorso agosto quando vinse l’Ultimate Tennis Showdown? Il super atleta francese prese d’infilata “The Bublik Enemy” e nella messinscena finale fu ritratto con in mano una saetta lunga oltre un metro, una scarica elettrica tremenda da convogliare verso gli avversari più strenui e testardi. Ma se “La Monf” fulmina alzando il voltaggio dei suoi colpi, Gael Monfils raggiunge il medesimo risultato con l’ironia e le sue indiscutibili qualità attoriali, senza tralasciare qualche amorevole consiglio, come vedremo.
<blockquote class=”twitter-tweet”><p lang=”fr” dir=”ltr”>Insulté après sa défaite à Stuttgart, Gaël Monfils a réagi avec humour sur Instagram :<br><br> « Vraiment ? Vous pariez encore sur moi ? Premier tournoi sur gazon ! Vous dites que je suis nul, je le sais, vous le savez, et vous pariez sur moi ? Qui est le débile entre vous et moi ? » <a href=”https://t.co/llqnzlBlFR”>pic.twitter.com/llqnzlBlFR</a></p>— Univers Tennis (@UniversTennis) <a href=”https://twitter.com/UniversTennis/status/1932548585494560828?ref_src=twsrc%5Etfw”>June 10, 2025</a></blockquote> <script async src=”https://platform.twitter.com/widgets.js” charset=”utf-8″></script>
Il tennista francese ha un esordio non positivo sull’erba di Stoccarda, anche se cedere in tre set allo statunitense Alex Michelsen non è certo sinonimo di disfatta. Una sconfitta, insomma, che ci può stare, ma evidentemente non per tutti, in particolar modo per chi ha scommesso sulla sua vittoria e, non sapendo come sublimare la propria rabbia, non trova ora di meglio che investire il giocatore di insulti che, dato il colore della pelle del tennista transalpino, non possono non venir intinti in salsa razzista.
Monfils non perde però il suo spirito e così realizza e posta un video in cui si premura di rispondere ai suoi hater, toccando tutti i rilievi (chiamiamoli così) rivoltigli via social media; la risposta del campione è esilarante ed esemplare. “Ciao ragazzi” – esordisce Gael pacatamente – “questo non è un comunicato finanziario; ma davvero” – si accalora improvvisamente – “scommettete ancora su di me? Al primo incontro sull’erba, con Alex Michelsen molto più giovane di me? Voi dite che sono una merda, lo so anch’io, lo sappiamo tutti. E voi mettete soldi su di me? Onestamente, chi è stupido tra me è voi?”.
Monfils torna calmo: “Le mie gambe non reggono più molto, hanno fatto crack troppe volte; ho già giocato con una gamba rotta ma non pensate di colpirmi così, perché io sto benissimo e non ci soffro di certo. Siamo nel 2025 e ancora parlate del colore della mia pelle? Cosa c’è che non va? Io sono bello, o almeno così mi dicono mia madre e mia moglie; magari per voi sono orrendo, ma mi chiedo in che modo la questione riguardi le mie prestazioni sul campo da tennis. Ragazzi” – suggerisce carino – “aprite qualche libro; fate qualcosa ma il colore della pelle, per favore, toglietevelo dalla testa. Fatelo sparire.
Se poi” – prosegue – “volete somigliare un po’ di più a me, state al sole ma, vi voglio aiutare, mettetevi la protezione. E in ogni caso, per favore, lasciate la famiglia fuori; ci sono io e vi basti. Mia madre, mia moglie, perché tirare in ballo loro? Se dovete sfogare la vostra rabbia, ci sono io, e nessun altro. Lasciate stare gli altri, attenti al karma. Baci e sia la pace nella vostra anima”. Monfils unisce le mani e strizza l’occhio; l’ultima frase la pronuncia nella sua lingua, con un’espressione che più spesso si dedica ai trapassati. In cauda venenum, game, set e match per La Monf Signore dei Fulmini.