Roland Garros, Bublik: “Sono stato fortunato con i sorteggi. Voglio cercare di arrivare in top 20”
Si interrompe ai quarti di finale il percorso comunque estremamente positivo di Alexander Bublik al Roland Garros. A spegnere i sogni del kazako è stato Jannik Sinner, capace di vincere 6-1 7-5 6-0.
La domanda iniziale è sul bilancio di questo Slam: “Sono state settimane difficili, sia fisicamente che mentalmente. Raggiungere il miglior turno della mia carriera in uno Slam, arrivare ai quarti di finale, significa molto per me. È un traguardo, una nuova pietra miliare che ho raggiunto. Ho vinto tornei 250, 500, sono arrivato alla seconda settimana, ma mai ai quarti. Quindi è stata una settimana molto positiva, ma ogni favola ha una fine. Devo prenderla così. Ora ho qualche settimana per rilassarmi prima di passare all’erba”..
Naturalmente impossibile non fare domande sull’effetto di giocare contro Jannik in questo momento: “Ovviamente non è facile. Gioca veloce, in modo intelligente. In pratica, ogni sua partita dura meno di due ore quindi fisicamente è al massimo livello. Come potete vedere, non sono l’unico a cui ha rifilato un 6-0. Gli auguro tutta la fortuna del mondo. Merita di essere dov’è. Ora aspettiamo tutti la finale che tutti vogliono vedere“.
Ci sono stati cambiamenti in questa settimana da parte di Bublik: “Come ho già detto molte volte, ho cambiato l’approccio stesso al gioco. Non vado a un torneo per perdere al primo turno. Ho giocato sei tornei, quindi sicuramente è stata la mia migliore stagione su terra. Ha avuto un impatto positivo anche sul mio ranking: sono tornato nei primi 50, dove credo di appartenere. Credo che questo sia solo l’inizio, voglio cercare di tornare magari nella top 20“.
Ormai Bublik ha affrontato Sinner su tutte le superfici: “Onestamente non ricordo tutto nel dettaglio. Abbiamo giocato sull’erba a Halle due anni fa, la prima volta l’ho affrontato a Dubai o Miami nei quarti nel 2021. Da allora è migliorato tantissimo, ha raggiunto grandi traguardi nella sua carriera. Sì, merita il n. 1 del mondo”.
Ora per Bublik potrebbe aprirsi la possibilità di giocare il Golden Swing in Sud America a febbraio: “Dipende dalle offerte, eh? Non ci vado di mia spontanea volontà. Mi dispiace, ma non credo che quei tornei facciano per me, anche perché non passo molto tempo a casa (sorride). Se rinuncio alla stagione indoor europea, vuol dire stare tre settimane in Australia, tre settimane in Sud America, poi Indian Wells e Miami. Non starei praticamente mai a casa. Come ho detto, dipende da cosa c’è sul tavolo. Ma realisticamente, non ho intenzione di giocarli”.
A Miami, dopo la partita proprio con Sinner, ci fu il siparietto “Non sei umano” pronunciato dal kazako verso Jannik: “No, quella era una battuta. Era così giovane e già così concentrato e forte. Quell’anno, nel 2021 a Miami, ha raggiunto la finale. Ora è uno dei primi due giocatori del mondo. Merita il n. 1. È un campione Slam multiplo. È qualcosa che solo pochi possono raggiungere. Come ho già detto tante volte, è in un’altra dimensione sotto ogni aspetto del gioco. Affrontarlo ancora è una bella esperienza, cerchi di trarne qualcosa, qualcosa di positivo. Ho visto che nel secondo set alcune delle cose che facevo gli davano fastidio, quindi questo mi dà un po’ di speranza per le prossime volte contro giocatori simili, di alto livello. Questo è ciò che conta per me. Il suo tennis ha già dimostrato tutto. E ci sarà ancora per molti anni“.
Chissà che questo percorso al Roland Garros possa cambiare l’approccio agli Slam in futuro: “Non è che prima avessi una mentalità diversa. È che questa settimana ho avuto anche un po’ di fortuna. Al primo turno ho affrontato Duckworth, una partita abbastanza a senso unico. Poi Alex ha perso, e ho affrontato un altro giocatore fuori dalla top 100. Non ho spesso sorteggi così. Superare un top 10 in uno Slam non è facile, specialmente se non sei testa di serie. Anche da testa di serie: lo sono stato per tre anni e non ho mai superato il terzo turno. Per me, negli Slam conta molto il sorteggio. Ora che sarò n. 40 del mondo, posso trovarmi al primo turno contro Alcaraz o Sinner. Non è facile. Oppure al secondo. Quindi per me conta vincere le partite che devo vincere. Quando ho l’opportunità, devo coglierla – come ho fatto con Jack. Se a Wimbledon avrò un’occasione, farò di tutto per sfruttarla. Altrimenti, si passa alla settimana successiva. È questo il mio approccio, e continuerò così. È l’unico modo per restare sano”.
“Non ho mai avuto l’obiettivo di vincere uno Slam – chiude Bublik -. Non l’ho mai pensato. Non è questione di possibile o impossibile. Semplicemente, non l’ho mai voluto. Per me il tennis è un viaggio. Una parte importante della vita, sì, ma arrivare ai quarti qui è solo un’altra tacca sul muro, come un titolo 250, o un 500 su superfici diverse. Se alla fine della mia carriera avrò, diciamo, un quarto di finale – me ne mancano altri tre – sarà divertente. Se no, va bene, ho fatto quattro turni. Ho piccoli obiettivi, come magari vincere un Masters o fare una finale. Così, quando tra 15 o 20 anni guarderò indietro alla mia carriera, potrò dire: “Ok, con quello che avevo, col mio corpo e il mio tennis, cosa ho ottenuto?” Questo è il mio approccio. E se per i prossimi dieci anni sarò un giocatore da top 50 o top 60, per me andrà benissimo”