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Fissette su Swiatek e la squalifica: “Ha perso la testa per una cosa che non poteva controllare”

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Wim Fissette è un’istituzione nel mondo del tennis. Il 45enne belga è stato un tennista professionista, ma di basso livello. Come coach, invece, ha trovato molte più soddisfazioni. Ha allenato molte tenniste di vertice, portandole sino alle prime posizioni mondiali e ai turni conclusivi degli Slam. Da lui sono passate giocatrici come Kim Clijsters (qui una sua intervista freschissima a Ubitennis), Simona Halep, Victoria Azarenka, Petra Kvitova, Angelique Kerber, Naomi Osaka e, ultima ma non per importanza, Iga Swiatek, con la quale sta collaborando da qualche mese.

Intervistato da Ben Rothenberg dopo il successo della polacca contro Elena Rybakina agli ottavi del Roland Garros, Fissette ha regalato degli spunti interessanti. Primo tra tutti, un’analisi su come fronteggiare tipologie di giocatrici proprio come la kazaka. “Prima di tutto, Iga deve rimanere fedele al suo gioco. In passato credo che a volte abbia cercato di batterle giocando palle ancora più pesanti o più piatte. E questo non funziona. Per me la chiave sta nella risposta: andare molto più indietro e iniziare il punto. Questo cambia l’intero scambio. Se rispondi piatto al primo servizio di Rybakina o di un’altra grande battitrice, a loro piace: possono entrare e spingere ancora più forte. Quindi è tutta una questione dei primi due colpi. Se non fai così è difficile costruirsi il punto.

Come accennato poco sopra, la collaborazione con la cinque volte campionessa Slam è iniziata da poco. Ma il coach belga ha notato subito la completa abnegazione della polacca verso il suo lavoro, sin dai primi appuntamenti della stagione. Quando una giocatrice come Iga ti chiede di allenarla, non dici di no. Come allenatore vuoi intensità e concentrazione a ogni singolo allenamento. Lei dà 100 su 100 da questo punto di vista. Porta sempre qualità. Finora sono stati cinque, sei mesi interessanti. Perché probabilmente ha ottenuto i migliori risultati della sua carriera nei primi sei mesi dell’anno scorso, con non so quante vittorie nei tornei. Quindi sai che iniziare da lì significa avere molti punti da difendere. Non vogliamo vederla in questo modo – o almeno non voglio che lei la veda così –, ma sai comunque che la giocatrice ci penserà. Siamo andati in Australia e lei non aveva grandi aspettative perché lì non ha mai giocato molto bene. Quindi l’ho percepito anche io: era piuttosto rilassata e positiva. E ha giocato davvero bene (ha perso in semifinale contro Madison Keys avendo match point, ndr)”.

In seguito, invece, qualche prestazione non proprio eccellente ha caratterizzato il primo periodo della stagione di Swiatek, che però sta cercando di rialzarsi all’ultimo appuntamento importante sulla terra rossa, la sua superficie prediletta. Con un obiettivo fisso: cercare sempre di aggiungere un tassello al suo tennis Dopo l’Australia mi sembra sia stata un po’ più stressata e con alti e bassi. Alcune partite davvero buone, ma anche altre brutte. Ma abbiamo continuato, cercando di migliorare settimana dopo settimana. In vista della stagione sulla terra battuta, dove l’anno scorso ha vinto tutto, ha cercato di ricordarsi cosa avesse fatto bene. Guardando il futuro, la cosa più importante è che continui a crescere. Ora ci sono giovani giocatrici che stanno emergendo. Una volta lei era la giovane che arrivava al top e le inseguiva tutte. È importante che, come abbiamo visto con Roger, Rafa e Novak in passato, si trovi sempre qualcosa da migliorare”.

Ha però faticato in questo nell’ultimo periodo, caratterizzato dalla sua squalifica di un mese che le ha prima tolto il trono del ranking e poi le ha anche portato via la serenità per affrontare al meglio la vita nel tour. “Il solo fatto che per lei sia stato davvero ingiusto quello che è successo, e che abbia perso la testa per qualcosa che non poteva controllare, è stato difficile da digerire. E sì, la cosa la tormentava da un po’”.

Ma il circuito va avanti sempre e comunque. Inesorabilmente. E non c’è quasi mai spazio per fermarsi, rifiatare e magari limare qualche dettaglio. Tutte si rincorrono e al vertice uno stop può solo creare ulteriore margine per quanto riguarda il ranking. “E’ una giocatrice di alto livello. Ama la classifica ed è fantastico, credo, anche per la WTA avere giocatrici come Sabalenka, lei e Coco che inseguono la classifica. In realtà, le giocatrici con cui ho lavorato in passato non erano così. Naomi (Osaka, ndr) non era interessata: era una giocatrice da Slam. Anche Vika (Azarenka, ndr) era molto concentrata sui grandi tornei. E anche in passato, quando ero con Kim (Clijsters, ndr), lei tornava solo per vincere gli Slam; non le importava molto dei 500 o tornei del genere”.

Si torna poi a parlare delle grandi colpitrici e Fissette spiega quali siano le differenze tra Rybakina e Aryna Sabalenka, numero 1 al mondo e prossima avversaria di Swiatek, vittoriosa ai quarti su Elina Svitolina. “Sabalenka colpisce una palla un po’ più pesante, mentre penso che la palla di Rybakina sia più veloce e un po’ più profonda. Sabalenka è diversa, in questo momento è semplicemente molto sicura di sé. Ha vinto così tanto, è molto più avanti nella race e nel ranking come distacco di punti”.

L’attenzione si sposta poi al di fuori dell’ambiente tennis, all’interno del quale l’attuale quinta tennista al mondo è estremamente seria e concentrata. Ma, quando si lascia distanti racchetta e pallina, le cose cambiano. “È concentrata proprio come pensavo quando lavora. Quello che mi piace molto – e l’ho detto anche ad altri – è che quando non è impegnata, è davvero bello come riesca a liberarsi dallo stress. È proattiva in questo: niente TV e quasi niente telefono, solo andare al parco. Tutti la vediamo come una tennista super concentrata. Probabilmente se pensate a chi è la tennista più concentrata, tutti diranno Iga. Ma poi, nei giorni liberi, vedete un Iga molto diversa, molto rilassata.

Infine, un altro aspetto di Swiatek che stupisce Fissette è la fame di competizione, onnipresente e sempre molto spiccata, dovunque ci si trovi. “Non vedo alcuna differenza. Ed è proprio questo il bello di Iga: non importa dove ti trovi, se ti stai preparando per la semifinale dell’Australian Open o per il secondo turno a Doha. Per lei è esattamente la stessa cosa. La concentrazione, la motivazione, la fame sono le stesse. È incredibile. Considerando il numero di partite che ha giocato negli ultimi anni, e con tutta la pressione e tutto il resto, questo è davvero bello. E anche qui la vedo concentrata sul suo lavoro: fa quello che fa sempre, seguendo la sua routine. È felice di essere qui, lo vedo anche io. Ama questo torneo”.

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