Jannik Sinner, un anno vissuto da numero uno del tennis: le statistiche
Un anno da numero uno del tennis mondiale. Jannik Sinner ha coronato l’annata perfetta: 52 settimana da leader del ranking ATP con vista su una striscia che non pare destinata a interrompersi. Era il 4 giugno 2024 quando, mentre sfidava il bulgaro Dimitrov sul centrale di Parigi, l’azzurro scopriva di avere coronato un inseguimento storico per il tennis italiano. Nessuno prima di lui si era arrampicato così in alto e solo in quattro sono stati capaci nella storia del tennis open di prolungare il loro primo regno da numero uno per almeno 52 settimane.
Sono nomi da far tremare le vene dei polsi: Roger Federer, arrivato poi addirittura a 237 prima di prendersi una pausa, Jimmy Connors (160), Leyton Hewitt (75) e Nole Djokovic che è a portata di sorpasso con le sue 53 settimane in vetta. E allargando la visuale a tutta la carriera, non solo alla prima volta da numero uno, il club di chi è riuscito a festeggiare l’anno da leader si allarga di poco: Rafa Nadal, Ivan Lendl, John McEnroe e Pete Sampras. I padri fondatori del tennis moderno.
Da Parigi a Parigi, a Sinner è riuscito il cerchio perfetto nonostante in mezzo sia dovuto passare dalla prova più difficile e ingiusta, quella della sospensione per tre mesi a causa della vicenda del Clostebol. Cento giorni (quasi) lontano dai tornei che hanno solo sporcato qualche statistica, ma sembrano aver riconsegnato al circuito un giocatore ancora più cattivo e affamato di prima.
Sinner, 52 settimane da numero uno del tennis: tutti i tornei vinti
La cosa incredibile è che, nonostante abbia dovuto rinunciare a un terzo dell’attività agonistica al netto delle vacanze invernali, Jannik Sinner si è messo alle spalle un’annata da sogno nella quale ha arricchito il suo palmares di gemme dal valore incredibile. Dal 4 giugno 2024 al 2 giugno 2025 ha conquistato gli Us Open 2024 e rivinto gli Australian Open nel 2025, ultima fatica prima dello stop concordato con la Wada per evitare i rischi del ricorso al Tas di Losanna.
In bacheca sono finite anche la Coppa Davis bis, conquistata a Malaga con il suggello della finale dominata contro l’Olanda, e la prima volta alle ATP Finals nella settimana di festa davanti al pubblico di Torino. Il primo successo davanti a tifosi italiani visto che Roma non ha mai visto Sinner alzare al cielo il trofeo. Poi i Master 1000 di Cincinnati e Shanghai e il torneo ATP 500 di Halle.
Il tutto giocando e perdendo due finali: a Pechino a ottobre e quella degli Internazionali d’Italia contro lo spagnolo Alcaraz alla fine del torneo che ha sancito il suo rientro in campo dopo lo stop per il Clostebol. Unica amarezza, ma conoscendo quanto stava attraversando in quel periodo è impossibile farne una colpa, il ko nei quarti di finale di Wimbledon nella sfida contro il russo Medvedev che pareva alla portata.
Sinner, un anno da numero uno: solo 4 partite perse
C’è un altro numero che descrive la grandezza del percorso di Jannik Sinner nel suo anno da prima firma del tennis mondiale: 64 partite giocate, solo 4 perse. Imbattibile o quasi. Sconfitto, in rigoroso ordine di apparizione, solo da Medvedev a Wimbledon nel mese di luglio (quarti di finale), Rubel a Montreal un mese più tardi (sempre quarti di finale) e poi due volte da Alacaraz: a Pechino a ottobre, prima del pirotecnico finale con Coppa Davis e ATP Finals, e a Roma nello scorso mese di maggio.
Ultima statistica: in dodici mesi di tennis (tre fermo) Sinner ha concesso agli avversari la miseria di 24 set. Chi è stato fortunato, è rimasto in partita fino alla fine o quasi. Altri sono stati spazzati via con prestazioni al limite della perfezione. Ora si apre il secondo anno da leader mondiale e l’altoatesino punta alla leggenda dopo aver già scritto capitoli importanti della storia dello sport italiano.