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Lois Boisson: dalla notte più buia al sogno più grande. La Francia può tornare a sperare

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Più che vera gioia c’era incredulità sul volto di Lois Boisson dopo la vittoria più importante della sua carriera contro Elsa Jacquemot. La più importante per il palcoscenico, e soprattutto per il turno in cui è arrivata. Un terzo turno del Roland Garros che ha spedito direttamente nel mondo dei sogni la giovane francese. Che, da wild card n.361 del ranking, al primo Slam in carriera giocherà gli ottavi di finale. Una soddisfazione non da poco, un’impresa che davvero sembrava impossibile o quasi, che l’ha resa la seconda giocatrice con la classifica più bassi agli ottavi parigini dal 1986 ad oggi (dietro Serena Williams, n.451 nel 2018).

Ma anche le storie più belle hanno sempre un antefatto articolato, che va raccontato e approfondito. Le cui radici affondano lontano, a circa un anno fa. Quando anche solo pensare che sarebbe stata l’unica francese al quarto turno dello Slam di casa, contando sia tabellone maschile che femminile, era a dir poco una mera fantasia.

Solo chi vede gli Inferi può assaporare il sapore della cima

Lois Boisson (ironicamente traducendo in maniera letterale all’italiana “Luisa Bevanda”) è una classe 2003 di ottime speranze. E che già aveva fatto parlare di sé nella primavera del 2024, quando aveva vinto 18 partite di fila e tre titoli, tutti sulla terra. Poche settimane prima della vittoria più importante della carriera, il titolo al WTA125 di Saint Malo. Un periodo dorato che sembrava essere l’ideale anticamera per il primo Roland Garros. E la wildcard, per l’allora 20enne, era già pronta, con un record ITF di 31-7.

Poi, una settimana prima dell’esordio sul palcoscenico più ambito, il crac: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e nove mesi di stop. Un recupero lento e faticoso, con soprattutto una ripida discesa in classifica che ha messo in serio pericolo le possibilità di Boisson ai livelli più alti. Fino al Roland Garros 2025. Il torneo, comunque vada l’ottavo di finale da sogno sullo Chatrier contro la n.3 WTA Jessica Pegula, della svolta. E questo dopo che era salita alla ribalta della cronaca quando, un paio di mesi fa, Harriet Dart si era lamentata con l’arbitro chiedendo di invitare Lois ad usare il deodorante! “Per me non è stato niente, è stato facile andare avanti”, ha fatto spallucce la francese. Anche perché lei è tra le migliori 16 in uno Slam, Dart da allora non vince una partita.

Il rientro in top 200 e la seconda carriera

“Seconda carriera” per una ragazza di 21 anni, gran servizio e bel gioco, con tante palle corte, potrebbe sembrare forse eccessivo. Ma effettivamente Boisson era precipitata, e senza la fiducia della FFT questa bella storia non sarebbe mai stata raccontata. Indubbiamente ci vuole sempre una piccola scintilla a scatenare un incendio, e Lois ha sfruttato nel migliore dei modi la sua (quasi) seconda occasione. È in effetti la prima, ma a tutti gli effetti sembra solo essere arrivata con un anno di ritardo.

La Francia, alla disperata ricerca di giocatrici di valore, crede tanto in lei. Che, tanto da un punto di vista fisico e di gioco, quanto di tenuta mentale come ha dimostrato nel complesso derby di terzo turno contro Jacquemot, ha le armi giuste per arrivare. Sarà di sicuro nuovamente tra le prime 200, almeno n.170, vicina al best ranking di n.152. Con la voglia di godersi un match in cui potrebbe servirle un miracolo: “Andrò in campo e avrò un momento fantastico. Ci potrebbe essere una bellissima atmosfera, e sono felice di giocare contro Pegula. Io sono una persona calma, e di solito non mostro i miei sentimenti sul campo. Anche se mi è davvero piaciuto il pubblico nel terzo turno. Quando dei gruppi di persone cantano il tuo nome è davvero meraviglioso”.

Gioca bene, di dritto fa male, ma sa come variare il gioco. Dicono che abbia una dedizione e un impegno addirittura superiore a tante giocatrici che sono in top 50. Una voglia di giocare a tennis e una visione professionale non banali in una ragazza così giovane. Che si è tatuata “Resilience” sotto la spalla destra, imprimendo sulla pelle la sua più grande qualità. Per (ri)cominciare alla grande.

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