Il servizio da sotto: colpo irrispettoso o arma sdoganata? Da Chang a Moutet, con la prospettiva di Bellucci
Difficilmente Michael Chang, in un afoso giorno della primavera del 1989, avrebbe immaginato che dopo più di 30 anni si sarebbe ancora parlato di un suo gesto irrazionale. Gesto fatto per stanchezza, con i muscoli pieni di acido lattico: un servizio da sotto contro Ivan Lendl, agli ottavi del Roland Garros, per tentare di non venire divorato nello scambio dal Terribile. Un colpo banale, che avrebbe però infastidito il cecoslovacco, mandandolo in confusione e portando poi Chang a vincere la partita e il torneo.
Il servizio da sotto, da allora, non ha mai avuto una grandissima fama. Ed è sempre stato visto come un colpo irrispettoso, per irridere l’avversario, quasi a manifestare poca voglia e poco impegno. Non per Chang, sia chiaro, visto che non aveva mai usato prima (né lo avrebbe mai fatto dopo) questo particolare colpo. Negli anni lo hanno fatto in tanti, con alterne fortune e reazioni, da Kyrgios a Bublik, passando per Medvedev… e Mattia Bellucci. Che addirittura ha servito da sotto sul set point del primo parziale, vinto, contro Draper al Roland Garros. Da sinistra ha sicuramente un altro effetto, ed è ormai sempre più un colpo sdoganato, lecito, non una presa in giro. “Merito” del francese più istrionico di tutti.
L’arma prediletta di Corentin Moutet
Corentin Moutet è, a suo modo, un fenomeno. Non di costanza né di mentalità, e forse non ha neanche un talento così sconfinato, ma è sicuramente un caso unico nel panorama tennistico. Con un’impugnatura particolare della racchetta con la sua mano sinistra (“Se tenessi la racchetta come Corentin non terrei una palla in campo” ha detto Mansour Bahrami) disegna traiettorie imprendibili sul campo. Soprattutto quando taglia e gioca smorzate diventa quasi impossibile scambiare con lui. Che ha in effetti reso il servizio da sotto una parte importante del suo repertorio. E non in maniera casuale.
“Lo faceva raramente, gli proposi di provare il servizio da sotto con più continuità”, ricorda l’ex coach Petar Popovic, “prima della partita contro Thiem al Challenger di Bordeaux nel 2023. Gli dissi, sapendo che l’altro sarebbe stato 6 metri dietro, di non esitare a giocare 3 o 4 servizi da sotto per set. Lo fece e vinse ogni punto quando lo giocava. Da quel momento in poi, non appena trova qualcuno che risponde da lontano, è diventato automatico ed è un’opzione reale”. Per l’appunto: una vera e propria tattica, studiata e curata, che permette a Moutet di trarre vantaggio contro i giocatori che rispondono metri dietro la riga del servizio.
Come renderlo efficace
Ci sono due fattori da considerare, che rendono così speciale questa giocata: il non farla sempre e l’essere mancino. Giocarla in determinati momenti, senza renderla un’habitué preserva quel tocco di imprevedibilità che è una parte essenziale nel lasciare fermo l’avversario o farlo arrivare con difficoltà sulla palla. “Una volta che sei pronto e te lo aspetti, non fa lo stesso effetto. Il servizio da sotto va fatto una o due volte di tanto in tanto, per sorprendere”, osserva Bahrami, che sui colpi particolari e gli effetti speciali ha costruito la sua fama. Chiaramente la carta della sorpresa fa tantissimo, ma in termini di effetti e difficoltà nella lettura delle traiettorie la mano della racchetta aggiunge molto.
Secondo Chang: “Il fatto che Moutet sia mancino rende quest’arma ancora più difficile da contrastare. È ovvio che si eserciti su questo colpo, ma credo che il suo utilizzo vari logicamente di giorno in giorno, a seconda di quanto lontano o meno sia l’avversario in risposta”. E qui sta molto anche del motivo per il quale l’utilizzo di questo colpo da parte di Kyrgios ad esempio porti dividendi ben più poveri. Anche se la motivazione non è solo l’essere destrorsi, ma propriamente il modo di tenere il campo. Per quanto Moutet non sia un santo, tutt’altro, quantomeno usa questo colpo nello specifico come parte integrante del gioco e non provocazione, quindi senza procurare danni a sé stesso. Che è proprio quello che succede alla maggior parte degli altri che tentano il servizio da sotto lanciandosi un po’ allo sbaraglio e finendo per perdere il punto.
Una nuova prospettiva?
Secondo Popovic sono tre i giocatori con uno speciale, differente, servizio da sotto. Tutti giocatori che piacciono al pubblico per il loro essere unici, imprevedibili, forse inaffidabili (e un quarto potrebbe essere un italiano che legge Dostojevksi). “Kyrgios lo fa, ma contro di lui (che è solito servire molto forte), la maggior parte degli avversari risponde il servizio molto lontano, quindi ha molto più terreno da coprire. Non è paragonabile a quello di Bublik o di Corentin. Quello di Bublik è lungo e quasi privo di spin. Corentin, invece, taglia davvero la palla, la fa girare molto. La palla cade corta e dopo il secondo rimbalzo si trova all’altezza della riga di servizio, un metro a sinistra. Non c’è nessuno in quel campo che possa essere paragonato a lui”.
Fino ad ora, almeno. Perché da Busto Arsizio sta prendendo piede la storia di Mattia Bellucci. Che per ora è ancora un po’ leggerino, ma ha raggiunto quel tipo di classifica che gli permette di giocare direttamente Slam e 1000. E che può portargli grandi soddisfazioni da qui in avanti, visto che gioca bene su tutte le superfici. Draper si è detto “invidioso” del servizio da sotto di Mattia, che lo gioca bene e con grande scioltezza a differenza sua. E lo ha definito un’arma assolutamente da provare e ben giustificata, nulla di cui lamentarsi. Un colpo come un altro. E, mancino per mancino, le orme di Corentin Moutet sono tracciate. E, se può servire come servì a Chang 36 anni fa…tanto meglio.