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Tennis e pubblico: il peggiore al Roland Garros?

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Il Roland Garros è un torneo, per storia e prestigio, imparagonabile alla maggior parte di quelli che ci sono nel circuito. E sì, anche agli Internazionali BNL d’Italia, l’ultimo grande evento prima dello Slam rosso. Che ogni anno viene criticato per i comportamenti del pubblico, spesso fin troppo sopra le righe. Per colpa soprattutto del cancro degli scommettitori, una razza che infesta fin troppo spesso gli spalti dei campi di tennis. In tutto il mondo (qualcuno c’era anche a incoraggiare con particolare fervore Tsitsipas contro Gigante) e non solo a Roma, sia chiaro.

E mettono in cattiva luce gli onesti fan e appassionati di tennis che vanno a sostenere, in maniera anche a volte un po’ più colorata, i propri beniamini. E succede dappertutto, come ha detto anche Sinner: “Ovviamente quando giochi contro i francesi qui, come capita a noi in Italia, l’atmosfera è diversa. Ma ho percepito il pubblico molto rispettoso. Ma, ripeto, il sostegno per i giocatori di casa è comune a tutti gli Slam. Poi forse sui campi secondari ci sarà un po’ più di rumore e caos”.  Tutto perfetto Jannik…o quasi.

Il vero campo dei francesi, che sta alla Francia come il Pietrangeli all’Italia, è in realtà il Suzanne Lenglen. E nella partita di secondo turno, tipico dramma Major, tra Munar e Fils, ne abbiamo avuto un gustoso assaggio. Quasi che Fils, per ritrovare le forze che lo hanno poi portato ad una clamorosa vittoria, abbia sfruttato l’entusiasmo e la partecipazione degli spettatori. Suscitando, in maniera diretta, una certa rabbia in Jaume Munar, l’avversario battuto.

Il pubblico più imbarazzante del mondo

Sicuramente anche la frustrazione di aver perso una partita che sembrava rimessa in piedi, visti anche i problemi che hanno colpito Fils, ha influito sul giudizio dello spagnolo. Che ci è andato giù molto duro, in realtà argomentando in maniera approfondita la sua tesi contro il pubblico francese: “Non ho problemi se la gente applaude e grida, sono preparato a questo. Anche in Sudamerica lo fanno pesantemente. Ma quello che vedo come una totale mancanza di rispetto, e qui succede spesso, è il fatto che non si smetta di cantare, che si interrompa il gioco, che non può continuare normalmente. Dobbiamo anche ricordarci che siamo qui per fare il nostro lavoro. È bene che siano coinvolti, ma non può essere un circo”.

Di certo rispetto ad altri posti, quando ci sono i francesi in campo, il tifo si fa più sfrenato. Soprattutto, il pubblico non si fa molti scrupoli. Ed è in effetti vero che il disturbo era consistente anche nelle fasi di gioco, con interruzioni tra prima e seconda o lunghe attese per ricominciare i game. Scene di Marsigliese, di “Ola” continue e altre scene probabilmente più adatte al Parco dei Principi che al Suzanne Lenglen. E Munar, che ha anche accusato Fils di fingere un dolore più forte di quanto fosse reale (crampi) ha forse anche superato un certo limite di politically correct.

È chiaramente il pubblico più imbarazzante del circuito. Cantano l’inno (fino alla fine, anche se questo significa ritardare l’inizio di un game), non ti lasciano servire, continuano a fare cose stupide per disturbarti tra un servizio e l’altro. Se commetto un doppio fallo o meno, è colpa mia, non loro, ma sarebbe bello se la partita potesse continuare normalmente. Immaginate se ora, in una conferenza stampa, qualcuno mi urlasse contro e mi impedisse di rispondere. Sarebbe una follia”.

Munar ha ragione o esagera?

La tesi di Munar è forte, dura, ben lontana dall’accettare compromessi. E che il pubblico possa comportarsi in maniera leggermente più adeguata è fuori discussione. Al contempo le sue parole vanno però pesate sulla base della situazione, una sconfitta al quinto dopo aver rimesso in piedi due set di svantaggio. Non che lo si accusi di vittimismo, ci mancherebbe, ma è chiaro che l’esito dell’incontro possa pesare sul giudizio, inutile nascondersi dietro a un dito. Anche perché finora è stato il solo a lamentarsi apertamente e così pesantemente di questa situazione. Sarà interessante vedere cosa accadrà nel secondo match di venerdì 30 maggio sullo Chatrier, tra Halys e Rune.

Intanto Fils, con una scena finale alla Hulk (versione Avengers del 2012, non Endgame), ha staccato il suo pass per il terzo turno e guadagnato infiniti galloni di simpatia in un pubblico che già lo amava speranzoso. Munar torna a casa, dando troppo peso alle polemiche e meno all’ennesima conferma che gli basterebbe davvero poco per salire al livello successivo che sogna da anni. Chiude con un ultimo atto d’amore verso i fan del Roland Garros: “Credo che qui in Francia la bandiera sia “troppo pesante” e a volte non ci sono limiti. Mi dispiace dirlo, ma penso che potrebbero calmarsi un po’ e lasciare che il gioco si svolga normalmente”. Gli auguriamo di non ricapitare contro un francese al Roland Garros 2026.

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