Roland Garros, programmazione ancora sotto accusa. Mauresmo: “Ogni anno le stesse domande, ma le risposte non cambiano”
Tra le cose inevitabili della vita, e in particolare del mese di maggio, oltre alla pioggia e alle tasse gli appassionati di tennis possono includere le polemiche al Roland Garros sulla programmazione della sessione serale.
Il Direttore Scanagatta ha scritto il suo ultimo editoriale a proposito di questo argomento esprimendo la sua opinione piuttosto netta e magari old-fashioned, ma sicuramente razionale e rispettabile, anche perché ha opportunamente tralasciando alcuni dei concetti più “rischiati” che erano stati discussi nella sala stampa del Philippe Chatrier prima della stesura del suo pezzo.
La situazione è chiara ormai da diverso tempo, cioè da quando il torneo ha introdotto le sessioni serali nel 2021 (l’edizione del 2020 ne aveva avuto soltanto una, a causa delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19): l’organizzazione non vuole far iniziare la sessione serale troppo presto per non rischiare di iniziare con gli spalti vuoti e per venire incontro alle abitudini dei parigini, di conseguenza si può programmare una sola partita. I match femminili sono giocati due su tre, e c’è il rischio che siano finiti in 50 minuti o poco più, quindi la soluzione è quella di mandare in scena (praticamente sempre) una partita maschile, che si gioca tre su cinque, in modo tale che circa 90 minuti di spettacolo siano assicurati (la lunghezza di una partita di calcio).
Nulla è cambiato, ma la truppa dei “social justice warriors” della sala stampa che dall’inizio si è scagliata contro questa abitudine ha ripreso a tempestare la direttrice del torneo Amelie Mauresmo con domande sulla questione, cogliendo la prima occasione del press briefing di venerdì mattina prima dell’inizio degli incontri per ripartire alla carica. Credo che lo scambio meriti di essere riportato per intero.
Botta e risposta
MATT FUTTERMAN – THE ATHLETIC/NEW YORK TIMES (In inglese) Tornando alla decisione sulle sessioni serali, quali pensa siano le conseguenze di dire essenzialmente alle donne che non sono degne di giocare di sera?
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Non è quello che stiamo dicendo. Devo fermarla subito.
FUTTERMAN (In inglese) Non è quello che stava dicendo, ma questo è il messaggio che ricevono, è il messaggio che credo ricevano molte ragazze. Penso che a volte le persone debbano pensare anche non necessariamente a ciò che dicono, ma a come il loro messaggio viene recepito. Quali sono, secondo lei, le conseguenze di come viene recepito il messaggio?
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Per me, il messaggio che ho sempre detto, e lo ripeto, come ho detto, le condizioni non sono cambiate dall’avere un’unica partita la sera. Per me il messaggio non cambia e non è mai stato che le ragazze non sono degne di giocare di sera. Non è mai stato questo. Non accetterò che lei porti questo messaggio. Per me è molto chiaro.
Quello che voglio dire è che sto parlando, e stiamo parlando, perché non sono l’unica a prendere le decisioni, (indiscernibile). In questa prospettiva, è difficile dire che i due set possono andare molto velocemente quando si hanno almeno tre set.
Non so, un’ora e mezzo, due ore, forse di più. Non lo so. Questo è l’obiettivo per me. Per me è l’obiettivo delle partite. Non è il livello che [i match femminili] raggiungono in questo momento. Non sto parlando di questo. Voglio dire, cosa farebbe lei?
FUTTERMAN (In inglese) Cosa farei? Vuole davvero saperlo?
AMELIE MAURESMO: (in inglese) Sì.
FUTTERMAN (In inglese) Risolverei il problema in modo che le donne non ricevano il messaggio che lei non è…
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Questo è ciò che lei pensa sia il messaggio. Questa è la vostra interpretazione.
FUTTERMAN (In inglese) Ho tre figlie. È questo il messaggio che molte donne presenti in sala sentono. Credo che, per cominciare, ascolterei loro.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Sa, se non avessimo questa conversazione, forse ne stessimo avendo questa conversazione, forse ne parleremmo l’ultima domenica.
DAVID LAW – THE TENNIS PODCAST (In inglese) Prime è l’emittente della sessione notturna. Ieri sera stavo guardando Prime. Mi è venuto in mente che se fossi uno spettatore Prime e potessi guardare il tennis solo quando torno a casa dal lavoro, non saprei nemmeno che c’è un torneo femminile, il che è un problema.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Se guardate Prime, significa che siete in Francia, perché trasmettono solo su questo territorio. Poi ci sarebbe la TV nazionale.
LAW (In inglese) Sì. Ma se potessi guardare solo la sera, non lo saprei.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Avete molti incontri che vanno in onda la sera, soprattutto in questa prima settimana del main draw, trasmettendo gli incontri maschili e femminili su France TV.
LAW (In inglese.) Posso fare una domanda specifica sul contratto Prime, che credo sia stato rassegnato due anni fa. È corretto?
AMELIE MAURESMO: (in inglese) Sì, probabilmente. Non ho le date.
LAW (In inglese) Il contratto prevede che si possa disputare un solo incontro? Perché una soluzione sarebbe sicuramente due incontri femminili? Ma non potete farlo?
Abbiamo una sola partita.
LAW (In inglese)Perché ha firmato quel contratto?
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Non sono l’unica a firmare il contratto. In realtà è la Federazione che firma il contratto.
LAW (In inglese) Il che ci dice che hanno effettivamente messo…
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Sulla scelta di avere una partita? La sera. Ne parlo ogni anno, ma posso dire le cose come stanno anche quest’anno.
Decidiamo di mantenere le tre partite nel giorno. Quando si mettono queste tre partite, il modo più semplice sarebbe quello di avere le due partite la sera. In questo modo non ci sarebbe questa conversazione.
Ma secondo me, se non vogliamo finire troppo tardi, non possiamo avere cinque partite al giorno. Come ho già detto, per le persone qui a Parigi, che escono dal lavoro, di solito vengono qui, al Roland Garros, alle 7:30, alle 8:00. La speranza di avere il pienone la sera è alle 20:00, 20:30, all’inizio delle sessioni notturne.
Se abbiamo due partite nelle sessioni notturne, non funziona in termini di quanto tardi i giocatori finiscono. Questa è la mia opinione.
Ma se iniziamo prima, […] Gli spalti saranno vuoti per la maggior parte della prima partita. Secondo me, questo è ciò che pensiamo. Quindi manteniamo questa partita in serata.
Non è l’ideale. Non possiamo spuntare tutte le caselle perché abbiamo molte cose a cui pensare quando facciamo queste scelte.
LAW (In inglese) Questione di priorità.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Scelte. A volte non si possono spuntare tutte le caselle.
CATHERINE WHITAKER – THE TENNIS PODCAST (In inglese) Lei ha appena detto che è un problema, ci sarebbero spalti vuoti per la prima partita della sessione notturna se ne aveste due. Questa è una concessione al fatto che avere spalti vuoti per le partite non è l’ideale. Quindi, escludendo le sessioni notturne, le donne sono programmate quasi il 100% delle volte come primo incontro sullo Chatrier, che non credo che molti sostengano sia il posto meno favorevole sul campo principale. Ha qualche potere in più su questo? Potrebbe spiegare perché viene fatta questa scelta?
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Sa, la cosa buffa è che – le stesse domande anno dopo anno.
WHITAKER (In inglese) Stesse risposte.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Beh, sì. Abbiamo tre partite durante il giorno, due femminili e una maschile, perché scegliamo di avere una sola partita per la maggior parte del tempo. L’anno scorso era il 100% del tempo, la partita maschile la sera.
Abbiamo due partite maschili e due femminili ogni giorno sullo Chatrier, che lei non ha mai menzionato.
WHITAKER (In inglese) Sto chiedendo di…
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Sto solo seguendo i miei pensieri.
WHITAKER (In inglese) Ok.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) A un certo punto, sì, come sapete, cerchiamo di trarre il meglio da questa situazione. Lei guarda solo allo Chatrier. Ricordo che il primo anno hai guardato i tre campi principali.
WHITAKER (In inglese) Sto chiedendo di Chatrier.
AMELIE MAURESMO: (In inglese) Allora la risposta è la stessa dell’anno scorso.
Tra le altre cose discusse nel briefing e che riguardano la questione della programmazione serale, è stato confermato da Mauresmo che nessun giocatore, uomo o donna, ha ufficialmente fatto sapere di non voler giocare di sera oppure di voler giocare di sera.
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Dal punto di vista professionale ho un grande rispetto per i giornalisti che qui sopra ho forse un po’ troppo ingenerosamente chiamato “social justice warriors” con un accredito stampa. Sono ottimi professionisti, che lavorano tanto e lavorano bene, e soprattutto contribuiscono in maniera considerevole alla diffusione del tennis. Per quel che riguarda la loro posizione sul tennis femminile e su come dovrebbe essere considerato alla pari del tennis maschile sotto ogni aspetto, il loro cuore è nel posto giusto, i loro principi sono sacrosanti e meritano di essere appoggiati. Solo che ogni tanto credo si facciano trasportare dalla “passione per la causa”.
Ci sono dei problemi di disuguaglianza tra uomo e donna nel mondo? È evidente che ci sono. Questi problemi esistono nel tennis? È abbastanza facile sostenere che certamente esistono. Combattere per avere i match femminili programmati in sessione serale al Roland Garros è il modo giusto per fare progressi nella parità tra uomo e donna nel tennis? Non credo.
Il punto è che Mauresmo ha spiegato perché è stato scelto di avere un solo match nella sessione serale. E se il match è uno solo, non credo si possa sfuggire al fatto che deve essere un match maschile per la questione della durata.
Secondo il loro approccio, tuttavia, si dovrebbe rifiutare qualunque soluzione non preveda un risultato che programma un ugual numero di match maschili e match femminili sui campi principali. Indipendentemente da tutto il resto.
Mi pare una premessa irragionevole. Anche perché purtroppo i tornei non esistono nel mondo che dovrebbe essere, ma esistono nel mondo che è – e bisogna venire a patti con la realtà che certi Paesi purtroppo sono più maschilisti di altri. Ci sono stadi pieni per il calcio femminile in Inghilterra e in Germania, e la nuova lega di hockey femminile in Canada riempie giorno dopo giorno le arene della NHL. Ma in Francia o in Italia la situazione è (purtroppo, secondo me) diversa, e chi dirige i tornei deve tenerne conto.
Infatti sarebbe opportuno ragionare sul fatto che Mauresmo è la direttrice di un torneo, il Raymond Moore che fu silurato a Indian Wells (per una risposta a una domanda fatta dal sottoscritto… speriamo non me ne voglia) era direttore del torneo. Queste persone hanno a che fare giorno dopo giorno con gli sponsor, gli inserzionisti, i partner, gli spettatori che comprano i biglietti. Hanno il polso della situazione, devono averla, ne va del loro torneo, del loro lavoro. Se si comportano in modo tale da far pensare che il tennis maschile sia percepito come un prodotto più pregiato di quello femminile (anche se Mauresmo sostiene che non è quello che lei vuole dire), non sarebbe ragionevole ammettere che forse questa è la realtà?
Dobbiamo quindi chiedere ai tornei di agire contro i loro stessi interessi in nome della “social justice” per promuovere la parità tra uomo e donna? In certi casi forse sì, come per esempio nel caso del prize money. Ma la battaglia della programmazione è davvero una collina sulla quale vale la pena morire?