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ATP Amburgo: Cobolli da sogno, rimonta Etchverry e conquista un’altra finale

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F. Cobolli b. T. M. Etcheverry 2-6 7-5 6-4

Un’altra battaglia vinta, un altro passo avanti verso un obiettivo che è quasi un sogno. Flavio Cobolli firma una vittoria di straordinario spessore contro l’argentino Tomás Martín Etcheverry nella semifinale del Bitpanda Hamburg Open, al termine di un match tiratissimo durato 2 ore e 47 minuti, e conquista la seconda finale della sua stagione dopo il titolo a Bucarest. Non è un traguardo inedito per il romano, che già lo scorso anno si era spinto fino all’ultimo atto in un ‘500’, a Washington, ma la prestazione odierna ha un valore tecnico ed emotivo particolare: sotto di un set, spesso costretto a rincorrere, Cobolli non ha mai smesso di lottare, risalendo la corrente con lucidità, cuore e colpi.

Il punteggio finale – 2-6 7-5 6-4 – racconta solo in parte l’intensità di un incontro in cui Flavio ha dovuto attingere a tutte le sue risorse fisiche e mentali per avere la meglio su un Etcheverry in gran forma, capace di dominare il primo set e mettere più volte la testa avanti anche negli altri due. Ma nel momento della verità, è stato l’azzurro a prendersi la scena: il break decisivo nel nono game del terzo set ha chiuso il discorso, lanciando il classe 2002 verso la seconda finale 500 della carriera. Grazie a questo risultato, Cobolli eguaglia anche il proprio best ranking: tornerà almeno numero 30 del mondo lunedì prossimo. Un traguardo importante, che certifica la sua costante crescita e la sua presenza sempre più stabile nel tennis che conta. E domani, con la seconda finale stagionale all’orizzonte, c’è un’altra occasione per continuare a sognare. Avversario uno tra Andrey Rublev e Felix Auger-Aliassime.

Primo set: Etcheverry mette il naso avanti dopo l’equilibrio iniziale

Partenza subito intensa ad Amburgo, con un primo game che sembra già voler raccontare l’intero copione del set: scambi duri, ritmo alto e tanto equilibrio. Etcheverry impiega ben 13 punti per portarlo a casa, salvando due palle break e dovendo più volte ricorrere ai vantaggi. Ci vogliono quasi dieci minuti, ma alla fine l’argentino rompe il ghiaccio.
Cobolli risponde con autorità, tenendo il servizio senza affanni e confermando come il fondamentale sia ormai una certezza nel suo repertorio. Da lì in poi, il set si sviluppa come un braccio di ferro tra due giocatori che sulla terra sanno come muoversi: ciascuno tiene i propri turni con determinazione, alternandosi nel dettare il ritmo.
La prima crepa si apre nel sesto game, quando un piccolo passaggio a vuoto di Cobolli regala una chance di break all’argentino. L’azzurro la cancella con un ace, ma il game si allunga. Un doppio fallo, un dritto largo, poi un altro ace per restare a galla: è un’altalena che si risolve solo alla terza palla break, quando Cobolli affossa in rete un dritto non impossibile. Break Etcheverry, che sale 4-2.
A quel punto l’argentino, che sulla terra rossa si muove come in salotto, comincia a fare il suo gioco: variazioni, palle corte, profondità alternata. Cobolli ci mette cuore e gambe, ma il settimo game è un concentrato di talento sudamericano. Il 5-2 è una sentenza quasi inappellabile.
Cobolli prova a rimanere attaccato, ma il set ha ormai preso la strada di Buenos Aires. Etcheverry continua a martellare e il colpo di grazia arriva da un doppio fallo dell’azzurro: 6-2 per l’argentino in 46 minuti. Set meritato, ma match ancora tutto da scrivere.

Secondo set: Cobolli recupera un break e pareggia i conti

Il copione, almeno in avvio, sembra ricalcare quello del primo parziale: equilibrio sostanziale, ma con Etcheverry che gestisce i propri turni di battuta con maggiore disinvoltura rispetto a un Cobolli chiamato spesso agli straordinari. La sensazione è che il match possa presto girare di nuovo dalla parte dell’argentino. E infatti, nel quarto gioco, arriva la prima palla break per Etcheverry: Flavio è bravo ad annullarla con un servizio vincente, ma sulla seconda occasione—costruita con un dritto che pizzica la riga esterna—l’argentino non perdona. È 3-1 e l’inerzia sembra nuovamente in mano ad Etcheverry, ma Cobolli non ci sta. Si aggrappa alla partita con orgoglio e cuore, si procura due palle break e alla seconda riapre un set che parea già segnato: 3-2, si torna in parità nei turni di servizio (sarà il momento di svolta di tutta la partita). Il 3 pari arriva non senza brividi—qualche dritto fuori misura tradisce ancora l’azzurro—ma il game è in cassaforte. Sul 3-3, Etcheverry tiene con autorità il servizio, mentre il turno successivo di Cobolli è un’altalena emotiva: avanti 40-15, si fa riprendere, ma poi trova risorse fisiche e mentali per ribaltare uno scambio che sembrava già scritto. È 4-4: la partita resta viva, vibrante.
L’argentino continua a trovare righe e angoli con una continuità disarmante, a tratti anche fortunata, ma sempre dentro i limiti del plausibile. Va sul 5-4 e tutto torna sulle spalle di Flavio, che però non trema. Con pazienza e determinazione, l’azzurro impatta sul 5 pari. Ed è qui che arriva il momento della verità: Cobolli si guadagna tre palle break. La prima sfuma su un pallonetto lungo, la seconda si infrange sulla rete, ma la terza è quella buona—un dritto incrociato stretto, millimetrico, su cui Etcheverry non può arrivare.
Sul 6-5 per l’azzurro, Flavio va a servire per il set. Non è semplice, ma alla terza occasione utile chiude il parziale e porta il match al terzo. C’è ancora tanta partita da giocare.

Terzo set: Cobolli la spunta dopo una battaglia infinita e vola in finale

Dopo due game iniziali nel segno del servizio — ammesso che ci sia una logica in questa partita così incerta — è Cobolli il primo a muovere qualcosa: nel terzo game ha due palle break a disposizione. Ma Etcheverry, sotto pressione, si rifugia nel dritto e ne esce alla grande: niente spazio per Flavio, che può solo incassare. L’argentino tiene il servizio e sale 2-1. Passano pochi minuti e anche lui si ritrova con una chance per strappare: ma Cobolli, come il rivale, non trema e rimette le cose in parità, 2-2.
Nel quinto game Etcheverry è solido, ma la partita è ormai entrata in una fase in cui ogni scambio può cambiare l’inerzia. Cobolli rischia grosso, si fa rimontare da 40-0, ma resiste ai vantaggi e chiude: 3 pari. È lotta vera, quella che il romano sembra quasi voler cercare.
Sul 3-3 Etcheverry deve fare i conti con un dritto di Cobolli che, quando non sbanda, fa male. Ed è proprio con quel colpo che Flavio si costruisce spazio e punti: torna in parità, 4-4, dopo 2 ore e 38 minuti di battaglia pura, ma come già scritto, se c’è da lottare punto su punto, Cobolli non si tira mai indietro.
Il momento chiave arriva nel nono game. È lì che Flavio trova ritmo, convinzione, e anche quel pizzico di freddezza che non guasta. Martella con il dritto, apre il campo, affonda: break, 5-4. Ora è tutto sulle sue spalle. Ma non trema: resta lucido, si affida alle sue certezze e chiude il match con coraggio e concretezza. Dopo tre ore di tennis intenso, splendido nella sua essenza più pura, Cobolli alza le braccia. Vittoria meritata. Ad Amburgo risuonano le note di “Italiano”, la più celebre canzone di Toto Cutugno, che da queste parti è un simbolo; ma a cantare sono tutti, non solo noi italiani. Gli amburghesi oggi hanno tifato e sostenuto Flavio. Con la chitarra in mano, tutti.

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