Rassegna stampa – Sinner, è Moya il nuovo coach?
Ubaldo Scanagatta ricorda Nino Benvenuti: qui il link all’articolo del direttore
Sinner sfida altri veleni. E dopo Cahill arriva Moya? (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Mentre Jannik Sinner ha confermato di avere qualità tecniche e mentali da numero 1 del mondo certificato, arrivando dopo tre mesi di stop agonistico forzato in finale a Roma e lasciandosi alle spalle il caso Clostebol, chi non si dà pace, cadendo sempre più nel ridicolo, è Nick Kyrgios. Peccato sprecare ancora parole e forze pure psicologiche, che non ha mai avuto in abbondanza, per tornare ad attaccare in modo scomposto Jannik addossandogli colpe che ormai è stato ampiamente dimostrato non avere. Il nuovo affondo lo ha portato in un podcast registrato prima della finale al Foro: «È il numero 1 al mondo, è come se fosse Jokic nell`Nba – dice Kyrgios con riferimento a Sinner -. Davvero pensate che non lo sapesse?». Si stava parlando, ovvio, del Clostebol. «Paghi il fisioterapista centinaia di migliaia di dollari e lui porta, chessò, un bisturi nella sua borsa senza nulla intorno? Senza custodia? Starà lì a penzoloni? Si taglierà un dito, spalmerà della crema da massaggio su un taglio? Questi tizi sono dannatamente diligenti. Non bevono nemmeno un sorso di alcol, e si comporterebbero come se non sapessero? Pensate che un numero possa essere così ingenuo? Dai. E poi pensi che sia solo una coincidenza che il Ceo dell`Atp, un italiano (Massimo Calvelli, ndr) si sia dimesso improvvisamente proprio ora…?». Certo qualcuno dovrebbe intervenire: perché se è vero che la libertà di parola fortunatamente esiste e deve essere esercitata sempre, lo è altrettanto il fatto che quando c`è un`evidenza di innocenza deve poi salire in cattedra la ragione, anche degli scettici e dei complottisti come l`australiano. […] Sinner, va da sé, se ne farà una ragione anche perché il focus è arrivare al massimo della forma al Roland Garros, lavorando sulla rifinitura e sui dettagli dopo le belle risposte avute sul campo a Roma. Sul tema si è espresso su Instagram anche il suo super coach Cahill: «Complimenti Jan. Superare le aspettative è diventata la tua norma, che è ben aldilà della normalità. Ora Parigi». E proprio l`eredità di Cahill, che a fine stagione lascerà l`attività di tecnico, diventa verso sera l`indiscrezione di giornata. Secondo Tennis Bolshe, media russo che già aveva anticipato Safin al fianco di Rublev e Marc Lopez per Jasmine Paolini, il super coach destinato a sostituire l`australiano è Carlos Moya, numero 1 al mondo nel 1999 (re di Parigi nel `98) e, da coach, nel team Nadal: prima al fianco dello zio Toni poi come allenatore-capo. […] Al Roland Garros, intanto, sono iniziate le qualificazioni. Ben 8 gli azzurri impegnati a cercare un posto tra i big, 5 in campo maschile e 3 nel femminile. Il bilancio è positivo: 4 vittorie e una sconfitta, di Fognini contro l`americano De Alboran. Promossi al 2° turno Arnaboldi, Zeppieri, Gigante e Napolitano. Di spessore tecnico il successo di Arnaboldi sul cinese di Taipei, Tseng, n. 4 delle qualificazioni, maturato in tre set. […] Bottino pieno tra le donne. Sara Errani ha conquistato il passaggio di turno più significativo battendo la tedesca Niemeier (n. 19 nelle `quali`) dopo aver ceduto a zero il 1° set, Promosse anche Nuria Brancaccio e Lucrezia Stefanini: battute l`olandese Hartono e la francese Leonard.
Sinner con Moya, la scelta logica del coach di Nadal (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)
In base al rigido protocollo anticovid imposto dall`Australian Open nel 2021, ogni giocatore doveva scegliere un compagno d`allenamento fisso, con cui chiudersi nella bolla in vista del torneo. Grazie all`intermediazione di Riccardo Piatti, Rafa Nadal indicò un italiano dal futuro pieno di speranze, il più giovane top 100 del ranking. Tale Jannik Sinner. «Credo che poter vedere la preparazione di uno Slam fatta da uno che ne ha vinti 20 (sarebbero diventati 22, ndr), e viverla in prima persona, sarà un`esperienza fondamentale per il ragazzo» spiegò Piatti, che all`epoca allenava il talento di Sesto. La premessa è necessaria per spiegare che Sinner ha visto Carlos Moya allenare Nadal in quella circostanza, rimanendone colpito. La preparazione, la serietà, la dedizione dell`uomo di Palma di Maiorca, eroe di Parigi `98, che ha accompagnato Nadal attraverso dieci finali e 8 titoli Major rimpiazzando la brutalità di zio Toni, sono note a Jannik. E allora sembra credibile l`indiscrezione del portale russo Bolshe, di solito ben informato, che indica proprio in Moya il super coach che rimpiazzerà Darren Cahill a partire dall`off season del prossimo dicembre, lo snodo cruciale nel quale saranno gettate le basi del 2026. Addirittura, Moya potrebbe affiancare Simone Vagnozzi prima della fine della stagione se Cahill, che ha espresso a Jannik il desiderio di ritirarsi, volesse tornare in Australia in anticipo sul programma. Se verrà ufficializzata dal diretto interessato, magari nel media day del Roland Garros, la scelta di Moya in panchina risponde a tutte le esigenze del migliore. Lo spagnolo, 48 anni, vincitore di 20 tornei (tre Master 1000), leader del ranking per due settimane, ha il profilo internazionale dell`ex campione che ha frequentato i palcoscenici più importanti (finale all`Australian Open, semifinale all`Open Usa, Davis conquistata nel 2004): sa, quindi, che cosa significa trovarsi davanti alla palla break di match chiave e come gestirne la pressione. E già questo basterebbe. Per di più, ha allenato il fuoriclasse mancino dal 2016 al 2024. Fosse vero l`ingaggio, la collezione di memorabilia dei Big Three da parte del barone rosso si arricchirebbe: dopo il preparatore atletico e il fisioterapista di Djokovic (Panichi e Badio), l`ex coach di Nadal. […] Il nome di Carlos Moya era stato suggerito da Piatti a Jannik nel 2022, quando il guru di Como e il suo giovane allievo si erano trovati d`accordo sulla necessità di inserire nel team un super coach. «L`avevo preso in considerazione: è stato numero uno, conosce alla perfezione il circuito, umanamente è un ottima persona, come Cahill» ha confermato Piatti sempre al Corriere. Poi la storia aveva preso una piega diversa. […]
Idea Moya sulla panchina di Sinner (Stefano Semeraro, La Stampa)
E’ sempre Sinner-mercato. Il numero 1 non fa in tempo a spostarsi da Roma a Parigi – a proposito: 7 italiani su 8, Sara Errani compresa, hanno passato il primo turno delle qualificazioni al Roland Garros – che dalla Russia arriva la news bomba: nel 2026 sarà Carlos Moya a sostituire Darren Cahill nell`angolo della Volpe. Lo sostiene il sito Bolshe, e in effetti è dall`annuncio dell`addio a fine anno di Cahill che il nome dell`ex n.1 spagnolo e coach di Rafa Nadal entra nelle “cinquine” dei candidati […]. Per ora l`entourage di Sinner non conferma né smentisce, mentre dalla Spagna arrivano forti dubbi: «iNon es certo, notizia rusa falsa!». Casa Sinner sta facendo casting per trovare un tecnico di valore ed esperienza. Con Charly, hombre tranquillo come piace al clan di Jannik, e grande esperto di terra rossa, il lato debole del nostro, si andrebbe sul sicuro. Qualche chiacchiera con lui c`è stata. Meno certo che una firma sia stata già apposta. A un numero 1 si fatica a dire di no, è vero. Non è però scontato che Moya abbia voglia dopo anni di viaggi e successi di rimettersi in circolazione a tempo pieno, per giunta con lo stress di non far rimpiangere Cahill. Agassi farebbe molto glamour, ma a maggior ragione limiterebbe la sua presenza a fronte di un ingaggio salato. Nell`equazione va considerato anche il ruolo di Simone Vagnozzi, che sta tirando la carretta da tre anni e ha fatto capire che, orfano dell`amico australiano, faticherebbe a reggere per una stagione intera. Insomma, Moya sì, anzi forse, anzi chissà.
Parola di Bum Bum (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Boris Becker, ormai, si sente un po` italiano. Ha seguito con attenzione gli Internazionali dalla sua casa a Milano: «Impossibile non farlo, si parlava solo di questo e del ritorno di Jannik… È bello che ci sia tanta passione per il tennis».
Come le è parso Jannik Sinner al rientro?
Mi ha sorpreso il suo livello di gioco, soprattutto considerando che la terra non è la sua superficie ideale. Ero un po` nervoso per lui quando ha esordito. Il suo tabellone non mi è parso per niente semplice, ma è andato in crescendo e adesso mi sembra che abbia ripreso saldamente tra le mani il volante del suo tennis.
In quale momento, secondo lei, c`è stato questo cambio di ritmo?
Sicuramente nel match contro Cerundolo. Vincerlo in due set per lui è stato molto importante. E quando ho visto che se l`era cavata bene ho pensato che fosse più avanti di quanto potessi immaginare. Con Ruud ha alzato ancora di più il livello: ho guardato le statistiche e penso che si stato il miglior match sulla terra della sua carriera. Non l`ho mai visto giocare così sul rosso, nonostante le palle fossero grandi come meloni.
Con Tommy Paul ha iniziato malissimo, ma è riuscito comunque ad alzare il livello, un altro buon segnale?
È stato un match di alta qualità, ma quando ho visto quella brutta vescica sul piede destro, mi sono preoccupato. Chiunque abbia fatto il tennista e abbia avuto queste vesciche sa bene che è quasi impossibile muoversi. Quando non giochi per un po` e riprendi a fare i tornei, con maggiore intensità, il piede che scivola nella scarpa crea queste lesioni. È davvero molto invalidante.
Pensa che questo problema abbia potuto influire anche sul rendimento in finale?
Lui non lo dirà mai, perché è un vero campione e non ama cercare giustificazioni, ma penso che non fosse completamente a suo agio nei movimenti, anche per questo motivo il suo livello è crollato nel secondo set. […]
Ma cosa serve a Sinner per battere lo spagnolo sulla terra?
Jannik ha uno stile che su questa superficie rende un po` meno. La sua caratteristica principale è colpire la palla con grande anticipo. Ma sulla terra spesso ci sono cattivi rimbalzi, devi aspettare prima di colpire, arretrare un po`. Questo non è il suo stile di gioco, dunque fa un po` più fatica, mentre per il veloce è perfetto. Io avevo lo stesso problema.
Riuscirà, un giorno, a superarlo anche sul rosso secondo lei?
Ci vuole comunque un grande Alcaraz per battere Sinner. Ma non penso che Jannik dovrebbe cambiare il suo stile di gioco per superare Carlos sulla terra. Lo scorso anno in semifinale a Parigi Jannik è stato un passo dal batterlo, quindi la distanza non è enorme. Aggiungerei un particolare: la pressione sarà tutta su Alcaraz che difende il titolo.
Musetti ha ceduto in semifinale, ma sembra essere cresciuto ancora.
Lasciatemi dire qualcosa su Lorenzo. Ho grandissime speranze per lui, è un giocatore incredibile ma a volte sembra che non se ne accorga. Fino a ora ha giocato una stagione su terra spettacolare, si è fermato in semifinale contro Carlos ma avrebbe potuto vincere il secondo set, ha messo in difficoltà l`avversario, break e controbreak. Non ci ha creduto abbastanza, deve avere più autostima. Ha ancora tanto margine di crescita, anche sull`erba ha fatto ottimi risultati lo scorso anno. Deve solo crederci di più: dal mio punto di vista è un giocatore da Top 5. In campo è un mago e nelle partite lunghe del Roland Garros penso possa fare grandi cose perché anche fisicamente l`ho visto molto bene e la famiglia, poi, per lui è un valore aggiunto, gli ha dato basi solide.
Ci dica di Zverev, che gli è successo quest`anno?
Ha avuto la chance di diventare numero 1 dopo l`Australia, in assenza di Sinner. Per questo è stato travolto dalla pressione, e ha fatto scelte sbagliate, come andare in Sudamerica a giocare. Per diventare numero 1 non devi fare tutti quei tornei ma concentrarti su quelli importanti: Indian Wells, Miami, Montecarlo. Ha iniziato a rincorrere, e così non si vince. Ma sta giocando meglio, si è visto sia a Madrid che a Roma, e ha fatto bene a giocare Amburgo, gli darà una spinta per arrivare bene a Parigi.
L`Italia può sognare anche al femminile con Jasmine Paolini?
Tutti la amiamo, è fantastica per il tennis, ed è un esempio per tutti su quanto si possa andare lontano se hai il cuore di un leone, ti fai il mazzo e soprattutto se ti piace quello che fai. A Parigi ci sarà da divertirsi.