La USTA “reinventa” l’Arthur Ashe Stadium: 800 milioni di dollari per trasformare Flushing Meadows
Con una conferenza stampa in pompa magna tenutasi a due passi da Times Square, nel cuore della Grande Mela, la United States Tennis Association (USTA) ha presentato il più grande progetto mai intrapreso nella storia dell’organizzazione che “reinventerà” l’Arthur Ashe Stadium trasformando completamente l’esperienza degli spettatori che si recheranno a Flushing Meadows in occasione dello US Open.
Con un investimento di 800 milioni di dollari (interamente sborsati dalla USTA e dai suoi partner), l’Arthur Ashe Stadium sarà rinnovato da cima a fondo cambiando radicalmente ogni aspetto della struttura, e verrà costruito al suo fianco, dietro agli attuali campi di allenamento, un “Player Performance Center” che rappresenterà un unicum nel panorama tennistico e migliorerà l’esperienza di giocatori, fans e partners.
La facciata dell’Arthur Ashe Stadium che domina la piazza principale dell’impianto con l’iconica fontana sarà completamente ridisegnata con una struttura ancora più iconica. La zona di bordocampo verrà ampliata con il numero di posti che verrà aumentato da 3000 a 5000. I corridoi saranno allargati con un significativo aumento dello spazio dedicato agli spettatori, ai ristoranti e ai negozi, con la creazione di nuove aree riservate per club e ristoranti e lo spostamento in alto delle corporate suites. Attualmente i club per gli sponsor sono ospitati nell’Indoor Training Center, vicino all’ingresso ovest dell’impianto, a circa 5-10 minuti a piedi dallo stadio: con questa ristrutturazione le zone ospitalità degli sponsor saranno all’interno dell’Arthur Ashe Stadium.
Il Players Performance Center si prepone invece di fornire una struttura di riferimento per i circa 2800 giocatori, allenatori e ospiti che popolano lo US Open durante il torneo. L’edificio avrà nuove aree di riscaldamento indoor e outdoor, con spogliatoi più spaziosi, un nuovo ristorante e zone riservate ai giocatori con una via d’accesso dedicata per tutti i partecipanti alla competizione.
“Lo US Open è l’apice dello sport e dell’intrattenimento, con i più grandi atleti e tifosi di tutto lo sport, e questa rivisitazione dell’Arthur Ashe Stadium e la costruzione di un Player Performance Center all’avanguardia miglioreranno l’esperienza di tutti coloro che si recano all’USTA Billie Jean King National Tennis Center”, ha dichiarato Lew Sherr, CEO e direttore esecutivo della USTA. “Questo progetto ci permette di mantenere il più grande palcoscenico del tennis, l’Arthur Ashe Stadium, costruito più di 25 anni fa, e di modernizzarlo in modo da prepararlo per i prossimi 25 anni. Inoltre, ci offre l’opportunità di dare ai giocatori che gareggiano in quello stadio uno spazio impareggiabile che consentirà loro di dare il meglio di sé e di godere di un livello superiore di lusso e comfort quando sono fuori dal campo. Gli US Open ci aiutano a realizzare la nostra missione – far crescere il tennis per costruire persone e comunità più sane ovunque – mostrando il nostro sport sul palcoscenico globale, e questa rivisitazione porterà questa presentazione a un livello completamente nuovo”.
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Oltre due anni di lavori
Il completamento del progetto è previsto per l’inizio dell’edizione 2027 dello US Open, quando si celebrerà il trentesimo anniversario dell’inaugurazione dell’Arthur Ashe Stadium. L’implementazione avverrà attraverso varie fasi che ovviamente devono tenere in considerazione la necessità di disputare il torneo ogni anno tra agosto e settembre. I primi due piani del Players Performance Center saranno costruiti entro l’edizione di quest’anno, e saranno dedicati al parcheggio delle vetture di servizio.
Successivamente, per l’edizione 2026 si prevede il completamento dell’edificio contenente il Players Performance Center, che però non sarà pronto ad essere utilizzato. I primi due livelli dell’Arthur Ashe Stadium saranno rimodernati, con l’aumento dei posti dell’anello inferiore e lo spostamento in alto delle suites.
L’ultima fase del progetto vedrà il rinnovamento dell’ultimo anello dell’Arthur Ashe Stadium, la creazione dell’iconica “Grand Entrance” disegnata dall’architetto Daniel Libeskind, il nuovo bar-terrazza con vista sulla fontana, due nuove scale mobili per l’accesso degli spettatori e tutti gli spazi ospitalità all’interno dello stadio.
Gli interni del Players Performance Center saranno completati e la struttura verrà aperta all’uso in tempo per lo US Open 2027.
L’intero progetto è stato ideato da Rossetti Architects, lo stesso studio che ha ideato il tetto retrattile dell’Arthur Ashe.
L’opinione di Ubitennis: la pazza corsa agli incassi
Da ormai qualche anno i quattro tornei dello Slam si sono lanciati in questa competizione a colpi di progetti e investimenti multimilionari per migliorare sempre più le proprie strutture e ospitare sempre più spettatori, ospiti e sponsor. La gara ha lasciato ormai a distanza quasi siderale tutti gli altri tornei che non possono contare sullo speciale status di Slam che di fatto consente loro un ampissimo margine di manovra su come gestire il proprio evento.
Questo investimento di 800 milioni di dollari da parte della USTA non prevede alcun contributo pubblico, e secondo gli studi della Federazione statunitense, aumenterà notevolmente l’indotto di 1,2 miliardi di dollari che ogni anno lo US Open porta alla città di New York. Cifre davvero impressionanti che sicuramente fanno la gioia dei contabili della USTA e dei business ad essa collegati, ma che dal nostro punto di vista di appassionati e addetti ai lavori lascia aperti ci fa chiedere come verrà modificata la nostra esperienza di questo Slam che è già tra i più faticosi e i più costosi per chi vuole assistere di persona alle partite.
La capienza complessiva dell’Arthur Ashe Stadium diminuirà di circa 100-200 spettatori, con 2800 posti in meno nell’anello superiore che saranno rimpiazzati da 2000 posti in più nell’anello più vicino al campo e da suite più grandi che ospiteranno più persone. In altre parole, diminuiranno i posti più economici e aumenteranno quelli più costosi.
Durante l’edizione 2024, i biglietti ground per le giornate del weekend di mezzo, quelle che includono anche il lunedì festivo del Labor Day (il corrispondente del 1° maggio negli USA) erano arrivati a costare anche intorno ai 250 dollari. Tuttavia il torneo è risultato completamente “sold out”: tutti i posti a disposizione per tutte le sessioni sono stati venduti. Con queste premesse diventa difficile pensare che i prezzi caleranno nel prossimo futuro, e anche la USTA dopo la conferenza stampa ha confermato che “lo US Open è un evento di tre settimane, e nel corso di queste tre settimane siamo convinti che ogni appassionato possa trovare un biglietto a un prezzo consono alle sue aspettative per partecipare all’evento”. Tradotto in altre parole: se non potete permettervi i biglietti per l’Ashe, comprate quelli per l’Armstrong, oppure comprate i ground, e se anche quelli sono troppo cari venite a vedere le qualificazioni che sono gratis, oppure il torneo di doppio misto con il nuovo formato.
Sicuramente non la risposta che gli appassionati vorrebbero sentire, ma questa sembra essere la direzione presa non solo dallo US Open, ma da un po’ tutti i tornei al mondo. Anche se, a dire la verità, gli Slam europei adottano strategie di pricing e distribuzione dei biglietti molto differenti che fanno meno leva sulla massimizzazione degli incassi del botteghino.
L’Arthur Ashe come era stato costruito nel 1997 rispondeva alle esigenze di quel tempo; ora le esigenze sono cambiate, si vogliono dare maggiori occasioni agli spettatori di approfittare dei vari aspetti dell’esperienza del torneo, ovvero si vogliono dare loro più occasioni per spendere un po’ più soldi: bar, punti di ristoro, ristoranti premium, negozi, fino ad arrivare a club privati all’interno dello stadio, le suites, l’ospitalità e quant’altro.
Il tennis è sempre stato uno sport non esattamente a buon mercato per chi lo voleva seguire, oltre che giocare. La tendenza ha subito una brusca accelerazione negli ultimi anni, e sembra che il trend sia destinato ad accelerare. Con buona pace di chi vorrebbe solo fare il tifo per Sinner, Alcaraz o chiunque sia il proprio giocatore preferito.