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ATP Roma: Sinner rimonta un gran Paul e sfiderà Alcaraz per il titolo. “La gamba? No, solo una vescica”

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[1] J. Sinner b. [11] T. Paul 1-6 6-0 6-3

Non accadeva da 47 anni, e l’ultimo a riuscirci fu Adriano Panatta, nel 1978. Jannik Sinner riporta l’Italia in finale del Masters 1000 di Roma, dove prenderà vita uno scontro epocale con Carlitos Alcaraz. L’azzurro è stato costretto agli straordinari, in semifinale, da Tommy Paul, sconfitto in rimonta con lo score di 1-6 6-0 6-3. Sono passati tre anni dall’ultimo “6-1” subito da Jannik Sinner sul rosso, rifilato dal canadese Auger-Aliassime nell’edizione 2022 del Mutua Madrid Open. Quantomeno, l’azzurro, è riuscito ad evitare il bagel, restando fermo ai “7” imbarcati nel corso della sua giovane carriera.

Dopo un prima mezz’ora che ha letteralmente ammutolito il tifo tricolore, Jannik si è scagliato sul numero 12 del mondo mostrando sprazzi del miglior Sinner, giunto alla settima finale Masters 1000. A proposito di ciò, quella con Carlitos sarà la terza finale “1000” tra giocatori nati negli anni 2000, preceduti da Draper vs Rune a Indian Wells e Musetti vs Alcaraz a Monte-Carlo.

Primo set: a Paul riesce tutto. Sinner conquista un solo game

Silenzio assordante tra gli spalti del campo centrale del Foro Italico. Un pubblico disabituato al veder subire Jannik Sinner, assiste a un inizio shock del tennista statunitense, entrato in campo con le idee chiarissime. Paul lascia andare il braccio, trovando gli ultimi centimetri di terra capitolina, e cogliendo alla sprovvista il numero uno del mondo, in svantaggio di un break dopo due game, conditi da diversi squilli del numero 11 del mondo. La reazione dell’altoatesino stenta ad arrivare, e gli unici punti accumulati derivano dai gratuiti di Paul, imperterrito a pulire le righe e risultando praticamente ingiocabile. Diventano due i break in favore dello statunitense, indemoniato contro il numero uno del mondo, impotente in questa folle mezz’ora al Foro Italico. Jannik muove il punteggio accendendo un barlume di speranza per il primo parziale, ma è troppo tardi per pensare ad una remuntada. Paul conquista il set per 6-1.

Secondo set: vendetta immediata. Il numero uno pareggia i conti con un bagel

Sinner accende la luce. Lo statunitense continua a picchiare come un fabbro, ma dall’altra parte della rete trova un Jannik differente, il quale attiva il rovescio utilizzandolo con estrema precisione, ed è un contropiede letale a sancire il primo break per l’altoatesino. Il numero uno scappa sul 2-0, ma non terminano affatto le problematiche, e il nativo del New Jersey si riaffaccia in avanti con due accelerazioni mozzafiato che gli procurano due palle del contro-break. Sinner reagisce da campione, piazzando un ace ed una prima vincente, il resto è puro automatismo. Il numero undici del seeding torna sul pianeta terra, registrando parecchi gratuiti e perdendo campo dinanzi a un furibondo Sinner, che si vendica immediatamente dello statunitense, calando un crudele 6-0.

Terzo Set: Jannik spinge, sopravvive a un intoppo e raggiunge la finale al Foro Italico

L’altoatesino disegna il campo, e fare le spese della sua ira tennistica è Tommy Paul, vittima sacrificale degli schiaffi da fondo campo del numero uno. L’inerzia dell’incontro è oramai tutta dalla parte di Jannik, passato in vantaggio di un break al secondo game, coronato da un vincente lungolinea dalla velocità siderale. Sembra quasi innescarsi un clima goliardico tra gli spalti, ma l’amara sorpresa si cela dietro l’angolo, e dopo un martellamento durato quasi sessanta minuti, l’azzurro cala il focus nel quinto game, forse anche turbato da un leggero fastidio fisico, alla luce di alcune “smorfie” trapelate. Paul non le manda a dire, ma il numero uno del mondo ha fretta di andare negli spogliatori, e torna a premere sul gas nel gioco successivo, dove grazie a un sublime rovescio, riallunga sullo score ai danni dello statunitense, mettendo poi la firma sulla semifinale con un 6-3 siglato nel terzo e decisivo set.

LE PAROLE A FINE MATCH
Dopo 28 minuti di tennis straordinario, come l’hai girata?
“Ho solo provato a restare lì mentalmente. Oggi le condizioni erano completamente differenti, molto freddo, la palla era più pesanti e ho faticato un po’. Mi ha brekkato subito, un pugno in faccia, ma ho cercato di rimanere lì. Vincere quell’unico game nel primo set è stato davvero importante. Il tennis pul cambiare rapidamente, l’avevo detto anche ieri con Casper, se perdo quel game diventa una lotta serrata, ogni momento è cruciale. Domenica dovrò giocare il mio miglior tennis, Carlos sta giocando in maniera incredibile.”

Riguardo alla tua gamba, sei sembrato a disagio un paio di volte. Quanto ti ha condizionato e sei preoccupato per domenica?
“Dal terzo turno, ho una piccola vescica sotto i piedi che non mi permette di muovermi bene in alcuni momenti. Oggi l’ho sentita più di ieri, è collegata a questo. Non sono preoccupato, è solo un po’ tesa, è normale. Devo prendermi cura di questa vescica, ma non ci sono scuse. No, non sono preoccupato per nulla.”

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