WTA Roma, Paolini in finale: “Ad inizio torneo pensavo fosse impossibile”
Il sogno continua. Jasmine Paolini si regala la finale agli Internazionali d’Italia con una prova di carattere e cuore contro la statunitense Peyton Stearns, battuta 7-5 6-1 in un Centrale traboccante d’affetto e di felicità.
“E’ fantastico essere in finale a Roma, è stata una partita difficile ma vincere era importante. La mia stagione lo scorso anno è stata incredibile ed è stata tutta una sorpresa, ma questo è un altro anno, un anno differente; gioco con maggiore consapevolezza di cosa si provi a vincere certe partite. La cosa importante però è sempre stupirsi, come in questo caso: una finale al Foro è una cosa pazzesca. Se me lo avessero detto ad inizio torneo, mi sarebbe sembrato impossibile. Spero di godermela a pieno“.
Tornando alla partita di oggi, l’analisi è lucida: “All’inizio ero molto lenta, facevo fatica ad entrare nel match, poi piano piano mi sono detto, spingi e ho preso terreno mi sono sentita meglio, è stata una partita in salita ma sono contenta di come sono rimasta attaccata alla partita, anche se non mi sentivo benissimo. Sono partita nervosa e tesa e poi alla fine invece ho finito in maniera rilassata. Spero di fare una buona finale e di giocarmela al meglio con un livello di gioco più costante“.
Una partita che, per certi versi è stata brutta sporta e cattiva: “alla fine vincere è quello che conta, è stato un crescendo, ma sono riuscita a venirne fuori bene. Per la prossima partita ci sarà di sicuro da alzare il livello. Ultima che è riuscita ad andare in finale è stata Sara (Errani n.d.c.) e sono contenta di esserci riuscita anche io”.
In finale affronterà una tra Gauff o Zheng? “Giocano entrambe bene, con dritto in rotazione che può darmi fastidio. Sarà comunque un match durissimo, hanno giocato bene finora e dovrò conquistarmi delle chance in finale“.
Jasmine è ragazza intelligente, che conosce come gira il mondo del tennis e ne comprende le difficoltà, come quelle di Iga Swiatek in questo momento: “l’ho affrontata lo scorso anno al Roland Garros, per me sulla terra gioca veramente bene e non vedere nel tabellone mi stupisce ma sono convinta che si riprenderà. E’ un percorso quello del tennista, ed ognuno ha la sua strada: io stessa sono maturata tardi a livello tennistico, ognuno ha la sua strada e c’è chi cresce prima e chi cresce dopo. Ho fatto il salto di qualità a 28 e mi sto godendo il momento senza pensare a cosa avrei potuto a 23-24 anni“.
E sul tema, allargando l’orizzonte aggiunge: “Capisco quello che dice Medveded quando parla di “criceti sulla ruota”; mentalmente si deve essere sempre al top e, va bene o va male, ci sono sempre nuove partite, nuovi obiettivi. Anche se uno perde ha sempre un’altra chance ma i tornei sono talmente vicini che non hai possibilità di godertelo a pieno. Ecco perché cerco di ricordamelo ogni torneo, rendendomi conto di quanto fatto“.
Jasmine che coinvolge però con la sua genuina semplicità, una semplicità che la riporta alle origini dell’essenza, a quella che affonda le radici nelle cose importanti, negli affetti che contano e che ti rendono protagonista. “Mio papà? Non l’ho ancora incontrato, lo farò dopo. Non vedo l’ora...”