ATP Roma, Musetti: “Non puntare a vincere il torneo sarebbe da stupidi…”
Ci sono partite che contano per la classifica, altre che fanno rumore nei tabelloni. Poi ce ne sono alcune, più rare, che lasciano un segno nel percorso di un giocatore. Quella che Lorenzo Musetti ha vinto oggi sul Centrale del Foro Italico contro Daniil Medvedev – ex numero 1 al mondo e vincitore del torneo nel 2023 – sembra appartenere a questa categoria. Il 7-5 6-4 con cui ha battuto il russo dagli ottavi degli Internazionali BNL d’Italia è il manifesto di un ragazzo che non solo gioca bene, ma che inizia a saper aspettare, leggere, gestire. In una parola, maturare. E non parliamo solo dell’aspetto del campo, ma anche di ciò che è accaduto fuori dal campo, sul match point.
“Oggi è stata l’ennesima conferma che per battere un avversario come Daniil serve tanta pazienza a livello tattico, e oggi ne ho avuta“, ha spiegato Musetti nel post-partita, con lucidità e una punta d’orgoglio. Del resto, la pazienza è stata più che mai necessaria in una serata dai contorni surreali, con quel match point interrotto dalla pioggia e rimasto in sospeso per quasi tre ore: “La situazione era abbastanza bizzarra – ha raccontato – ho cercato di gestire l’attesa immaginando come sarebbe andato il punto. Quando siamo rientrati, la prima non è entrata, ma sono riuscito a vincerlo nello scambio. Sono davvero felice di questa vittoria“.
Ma la vera notizia non è tanto il risultato – pure prestigioso – quanto la qualità e la solidità della prestazione, la capacità di Musetti di rimanere incollato al piano partita, anche nei momenti in cui Medvedev sembrava pronto a rimetterla sui suoi binari. A fare la differenza, ancora una volta, è stato l’aspetto mentale: “Fisicamente sto bene – ha detto Lorenzo – ma tutto parte dalla testa. È lì che ho lavorato di più, giorno dopo giorno. Ora sono molto più costante nel quotidiano, e questo si riflette in campo: fisico, tecnica e mente stanno finalmente andando nella stessa direzione; questo mi porta a fare il salto di qualità“.
Parole non banali, che rivelano un lavoro profondo e una nuova consapevolezza. Quella che forse è sempre mancata per rendere continui i lampi del suo talento. E ora che anche la testa sembra viaggiare alla stessa velocità della mano, Musetti può permettersi di alzare l’asticella: “Essere completo su tutti e tre i fronti mi sta permettendo di fare quel salto di qualità che cercavo. Vivo il quotidiano con più consapevolezza, e questo è un valore aggiunto per il mio tennis“.
A chi prova a tirarlo per la giacchetta nella storia del tennis italiano, Lorenzo risponde con una punta di sana distanza: “Di anni ne ho ancora tanti. Voglio vivere il presente, cercare di infrangere qualche record, essere il primo in qualcosa, ma adesso penso solo alla partita di domani“.
Nessun proclama, ma nemmeno timidezze: l’ambizione, finalmente dichiarata, è lì. Netta, limpida, come il suo rovescio: “Non voler vincere questo torneo sarebbe da stupidi. Ho dimostrato di avere i mezzi, ora devo concretizzare. L’ambizione di vincere ogni torneo deve esserci sempre“.
Nel tramonto romano che ha accompagnato il suo trionfo, Musetti ha mostrato il volto di un ragazzo che non si accontenta più di incantare. Ora vuole incidere. E forse, dopo questa notte, ha iniziato davvero a capire come fare.