ATP Roma, Medvedev: “Mi piacciono i 1000 da due settimane. Ma il calendario dovrebbe cambiare”
Da Roma, il nostro inviato
La domenica degli Internazionali BNL d’Italia si è aperta con la convincente vittoria di Daniil Medvedev. Apparso positivo e propositivo, molto concreto, nel battere Popyrin. Una vittoria che fa bene al torneo, visto che il russo sarà il prossimo avversario di Musetti. E si è avvertita la sua voglia di far bene, così come la sua serenità, nelle dichiarazioni rilasciate ai media nel post match.
“Sembra dalle statistiche che stia giocando meglio nei 1000 su terra battuta che su quelli in cemento“, sorride il russo, “perché sul cemento ho perso alcuni primi turni, mentre sulla terra ho vinto un sacco di primi turni consecutivi ed è da un bel po’ che non perdo contro giocatori fuori dai primi 20. Mi sento bene sulla terra, e soprattutto a Roma“. Ha ben figurato nel suo primo match assoluto sulla nuova SuperTennis Arena, che ha caratteristiche simili ma non uguali agli altri campi del Foro: “Questo è il primo anno della SuperTennis Arena, quindi è la prima volta che ho giocato lì. L’ho trovata simile ad altre condizioni. Ad esempio il Grand Stand sembra davvero veloce rispetto agli altri campi, questo non mi è sembrato presentare troppa differenza, forse un po’ più veloce del Pietrangeli, che però di solito è più lento, ma mi sono trovato bene“.
Come si sta trovando bene anche a Roma. Che, da quando è un 1000 da due settimane, può visitare e vivere al meglio. Uno dei motivi per cui a lui piace la nuova tipologia dei massimi tornei ATP: “Anche con i giorni di riposo non hai troppo tempo libero, e quando ci sono partite io sinceramente preferisco stare a letto, rilassarmi, avere delle cene qui. Ma, come ho sempre detto, mi piacciono i 1000 da due settimane con i giorni di riposo. Anche se il calendario dovrebbe essere completamente differente. Per esempio, ho saltato la settimana di Monaco e Barcellona e quindi dovrò giocare ad Amburgo, un ATP500. Permetti a qualcuno di guadagnare 500 punti, puoi anche non vincerlo, ma giocare tutti i tornei vorrebbe dire giocare per 10 settimane consecutive, il che non è una buona cosa per la tua salute mentale e fisica. Continuo a pensare che il calendario dovrebbe essere diverso, con i 1000 da due settimane…ma non so come. Non frequento i piani alti quindi non saprei, ma in ogni caso avere questi giorni di riposo mi piace, così posso godermi del tempo libero con la mia famiglia, godermi Roma“.
Arriverà contro il n.2 d’Italia forte di una vittoria vecchio stile, pesante e regolare da fondo, senza permettere a Popyrin di entrare mai veramente nel match: “La sfida più grande contro Alexey è che lui può controllare il gioco. Quando vai in campo sai che non tutto dipende da te, perché ha un modo di giocare che gli permette di tenere l’iniziativa. Si tratta di un avversario pericoloso, serve bene anche la seconda, molto forte, e a volte sfodera dei vincenti. Dal mio punto di vista sono contento perché quando ho potuto ho controllato io il gioco e ho cercato di spingerlo a commettere errori“.
Ha saputo ben utilizzare, in alcuni momenti, anche il drop shot. Non esattamente una delle sue armi preferite, ma un colpo che sulla terra può risultare molto utile e funzionale alla causa. Anche se, come ricorda Medvedev, non va abusato e va saputo gestire: “La mia palla corta è solida, sa essere precisa, ma il giocarla dipende anche dagli avversari. Ad esempio Alexey è molto vicino alla linea di fondo, oggi ne ho giocate tre o quattro, e sull’ultima è arrivato troppo comodamente, quindi ho smesso. Direi che dipende dall’avversario e dal momento della partita. Ma anche dal campo. Ad esempio sui campi di allenamento qui ho provato delle palle corte l’altro giorno, sono uscite benissimo, poi sul campo da gioco il rimbalzo può essere diverso. In definitiva mi piace la palla corta sulla terra, ma evito di utilizzarla più del dovuto“.