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ATP Roma: Rune rimonta a fatica Comesana, facile Zverev. Kopriva stana Baez alla distanza, Gaubas sorprende Shapovalov

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[9] H. Rune b. F. Comesana 3-6 6-3 6-4

La testa di serie n°9 Holger Rune riesce a salvarsi e proseguire la sua avventura romana volando ai sedicesimi, pur avendo dovuto affrontare una battaglia furibonda (contraddistinta in parte anche da bracci di ferro con smorzate e contro palle corte) contro un coriaceo Francisco Comesana: arresosi solamente alla rimonta danese dopo tre ore di lotta con lo score di 3-6 6-3 6-4. Il dato decisivo, che rispecchia le categorie di differenza tra i due, è stato quello relativo alla trasformazione delle palle break. O meglio, nessuno dei due ha prodotto una statistica di conversione positiva (3 su 10 per il finalista del 2023), ma la grande abilità del campione di Bercy 2022 e allo stesso tempo la frenesia eccesiva dell’argentino si è vista compiutamente nel momento in cui il sudamericano avrebbe dovuto compiere l’ultimo passo: 2 break point finalizzati su 20 opportunità avute. Adesso per Rune un altro avversario non semplice: il francese Corentin Moutet che fra l’altro arriverà al prossimo match riposato, grazie al ritiro a metà secondo set di Humbert nel derby del mancinismo transalpino di secondo turno. Rimane comunque, nonostante la vittoria, decisamente migliorabile la prestazione del classe 2003: quasi un sessantello di gratuiti (59), 15 in meno per il sudamericano che però ha fatto registrare anche meno vincenti (32 contro 44).

Il match

Nonostante Francisco mostri pienamente i suoi problemi strutturali dal lato del rovescio, la prima parte del match vede una versione del danese completamente nefasta. Holger concede palla game in nove dei primi dieci giochi, soltanto sul 5-2 è riuscito a tenere il servizio senza concedere reali chances all’avversario. Comesana incassa il parziale di apertura per 6-3 in 59 minuti. Punteggio che, come detto, poteva essere ancora più netto: soprattutto, in tal senso, da ricordare il sesto gioco in cui l’argentino ha fallito 6 break point (turno di battuta addirittura da 32 punti, con Rune capace di farsi rimontare dal 40-0 e poi trascinare in un gioco che definire “fiume” è eufemistico. Alla fine però alla decima palla game ha potuto gioire).

Ne approfittiamo, vista la durata del game, per ricordare a quale match appartenga il record per il game più lungo di sempre: accadde 50 anni fa. Era il Maggio del 1975, sull’erba di Surbiton in Gran Bretagna si affrontarono Keith Glass (Britannico) e il rodesiano (attuale zimbabwiano) Anthony Fawcett. Si giocarono 80 punti e 37 parità. Durò complessivamente 31 minuti: il game e la partita se le aggiudicò Glass. Il famigerato game ebbe una durata superiore, ironia della sorte, all’intero match che si disputò nel campo adiacente: una partita femminile, terminata con un doppio 6-0 Ad inizio secondo set, il ventiduenne di Gentofte rischia il cappotto conclusivo concedendo una ghiotta (per il sudamericano) palla break al termine di un’improvvida discesa a rete con sanguinolente volée di dritto sparacchiata in corridoio.

Estraendo un coniglio dal cilindro, Rune sventa la minaccia che avrebbe potuto sabotarlo definitivamente. Il figlio di Aneke fin qui presentatosi sulla Super Tennis Arena del Foro Italico, non è quello ammirato a Barcellona o in California ma il solito sciupone e svogliato che pur avendo le qualità fisiche e tennistiche per stare nello scambio, sceglie di accelerare su palle che andrebbero giocate con maggiore rotazione oppure decide di avanzare a rete senza prima aver costruito il punto come si deve.

Ma sullo 0-30 che ha aperto la seconda frazione, quando il giocatore albiceleste ha sbagliato un comodo diritto a campo aperto, qualcosa è cambiato: in pochi minuti finalmente il danese inserisce solidità nel suo gioco oltre che volontà di soffrire, difendersi e recuperare. Lo scambio mediamente si allunga e contemporaneamente, adesso è Francisco a commettere qualche errore in più: con un parziale da 13 punti a 3 Rune inverte lo spartito dinamico del punteggio sia a livello emotivo che tattico. Rapidamente il top ten in campo vola sul 4-1. Il set è di fatto in cassaforte. Il finalista del 2023 va vicino pure al doppio break (2 possibilità sfumate nel sesto game) prima di passare all’incasso restituendo il 6-3 subito nel primo set: al termine di un’ora e quaranta si va al terzo.

Ovviamente come può partire la frazione decisiva se non con un game infinito con Rune al servizio: 16 punti dove Comesana risale dallo 0-40 e cancella 4 palle break in totale. Qui il match ricambia nuovamente, per la seconda volta si invertono i ruoli. Holger complice una chiamata di Hawk-Eye che lo lascia perplesso, si irrigidisce e torna a perdere metri non riuscendo più a mettere i piedi in campo e comandare. Si spiega così il 2-0 argentino che apre le danze del terzo atto. Ma il continuo saliscendi del danese, che alterna momenti di strapotere a frangenti di sconforto agonistico, dà sempre il la ad una nuova direzione per modificare le sorti dell’epilogo: il n°9 del seeding pesca immediatamente il contro-break alla seconda opportunità (2-1). Individuare però un filo logico in questa battaglia irrazionale è a dir poco utopistico: nel successivo game, per la terzo volta nel match l’ex n. 4 al mondo subisce il rientro dal 40-0 ma ancora una volta – come le precedenti due circostanze – in qualche maniera si salva frantumando altri quattro break point. Sul 3-2, poi, va in scena anche un battibecco tra i due contendenti in quanto il danese protesta per il cambio di maglietta che Comesana effettua al termine del “time” chiamato dal giudice di sedia. Il recente vincitore in Catalogna, in seguito, va direttamente a lamentarsi con il diretto interessato: bisogna infatti ammettere che per quanto Holger non sia proprio l’esempio di sportività per eccellenza, in questa fattispecie ha totalmente ragione. Il ventiquattrenne di Mar de Plata avrebbe potuto tranquillamente cambiarsi la maglietta ad inizio cambio di campo, invece che far attendere Rune pronto a servire.

Dopo un game interlocutorio, dove il classe 2003 aggancia il 3-3, le troppe chances fallite cominciano a farsi sentire sul “groppone mentale” di Francisco: così, manco a dirlo anche lui da una situazione di vantaggio (40-15), cede la battuta nel momento decisivo. È stata proprio qui la differenza dell’intero duello, quando Rune si è complicato da solo turni di servizio in pieno controllo: alla fine, di riffa o di raffa è riuscito a portarli a casa. Mentre in questo caso, l’argentino dal 40-15 perde quattro punti consecutivi e si ritrova ad inseguire pur avendo avuto una quantità infinita di occasione per scappare via. Ed è proprio questa la differenza tra Holger e Francisco, al di là delle evidenti carature tecniche e fisiche ben lontane, ossia la capacità di alzare il livello nei punti che scottano. Rune va sotto 30-40 e 15-40 negli ultimi due turni di servizio, eppure in ambedue le situazioni né esce fuori vittorioso annullando altre quattro palle break prima di urlare di felicità al secondo match point per il 6-4 finale.

Da incorniciare l’ultimissimo gioco di questa intrigata sfida: il danese è fortunato sullo 0-30 con un nastro scandinavo, poi però esegue un disperato serve&volley sulla seconda ritrovandosi la risposta argentina che ricade nelle stringhe. Sul 30-40, però, ecco il il doppio jolly di Hoger: drop-shot di dritto vincente, dopodiché recupero irreale sulla smorzata albiceleste. Infine, Rune sigilla il tutto con il trinomio servizio, dritto e smash.

[Q] V. Kopriva b. S. Baez 3-6 6-4 6-4

Dopo aver sconfitto nell’ordine Svircina nel derby ceco, Basavareddy e infine nel tabellone principale il francese Quentin Halys, Vit Korpriva si regala un’altra meravigliosa giornata in quel di Roma: il ventisettenne della Cechia, compie sul Pietrangeli (nel 4° e penultimo incontro di giornata) un ulteriore passo nel torneo rimontando splendidamente uno che su questi campi trova il proprio giardino prediletto: la testa di serie n°32 Sebastian Baez deve arrendersi con lo score di 3-6 6-4 6-4 in 2h33‘ di gioco. Il classe ’97 nativo di Bilovec, nel distretto di Novy Jicin, vola dunque al terzo turno dove se la vedrà con contro Jack Draper. 3 aces, il 69% di prime in campo con il 61% di conversione, e 25 vincenti in favore di Vit. L’incontro, tuttavia, è stato tutto fuorché indimenticabile: 96 gratuiti hanno costellato la sfida, 51 per il ceco, 45 per l’argentino il quale però ha messo a segno 8 winners in meno.

[Q] V. Gulbas b. [27] D. Shapovalov 6-3 6-4

Prestazione scintillante e straripante del lituano Vilius Gaubas, classe 2004, che sul Campo 14 facendo leva sul proprio tennis brillante annichilisce schiantando Denis Shapovalov: 6-3 6-4 in 1h48‘ di super partita. Il mancino canadese, chiaramente, ha mostrato qualche cioccolatino dei suoi ma questa volta dinanzi aveva un rivale che in quanto a talento di madre natura non era da meno. Il n. 154 ATP già aveva fatto intravedere le sue enormi qualità, facendo sin da subito innamorare il pubblico romano nei turni precedenti. Partito dalle qualificazioni, pur non confrontandosi con tennisti straordinari, ha messo in fila i successi ai danni di Spizzirri, Dellien e Dzumhur. Le consuete difficoltà in battuta che normalmente sfiniscono la psiche del ventiseienne nato a Tel Aviv, anche in questa occasione non tradiscono la loro nomea: 9 doppi falli from Canada (mitigati solo in parti dai 4 aces), appena il 45% di punti vinti sulla seconda e la bellezza di 44 doppi errori (-26 il bilancio tra vincenti e non forzati). 12 winners-26 unforced from Lituania.

Gubas è ora pronto a godersi il prestigioso appuntamento dal grande palcoscenico che si è guadagnato meritatamente: l’incrocio con il n°2 del main-draw Alexander Zverev.

[2] A. Zverev – C. Ugo Carabelli 6-2 6-1 (Beatrice Becattini)

Parte bene il tentativo di difesa del titolo per Alexander Zverev, che batte nettamente l’argentino Camilo Ugo Carabelli. In una versione tutta votata all’attacco, sono state ben 26 infatti le discese a rete, il tedesco è apparso in ripresa rispetto a quanto mostrato negli scorsi tornei, anche se per una conferma la sensazione è che si debba aspettare un incontro più probante. Troppo leggero il tennis di Carabelli che, sempre lontano dalla riga di fondo, raramente è riuscito a contrastare i colpi di Zverev. Adesso ad attenderlo al terzo turno c’è il qualificato lituano Vilius Gaubas.  

Il match 

Parte bene Alexander Zverev che riesce subito a strappare la battuta all’avversario in avvio di match, per poi consolidare il break con un gioco in cui si sono intraviste soluzioni molto votate all’attacco da parte del tedesco. Carabelli con il terzo game muove il punteggio per poi riuscire a riacciuffare la parità, complice un passaggio a vuoto, arrivato molto presto a dire il vero, di Sascha, che con un diritto corretto dal nastro regala il contro break. Zverev, però, torna a mettere la palla in campo e si conquista tre palle break, la prima salvata da Carabelli con una palla corta, la seconda autoannullata dal tedesco con una volée in rete e la terza convertita grazie a un diritto inside out sulla riga. Pur non brillando, il numero due del mondo toglie anche una seconda volta la battuta all’argentino, che commette doppio fallo sulla palla break, e si ritrova a servire per il primo set. Nonostante gli immancabili errori, chiude il parziale alla prima occasione utile. 

Il secondo set segue in apertura il canovaccio del precedente, con un break in apertura da parte di Zverev, che si porta immediatamente sul 2 a 0. E, come prima, offre una palla dell’immediato contro break, ma stavolta il diritto non lo tradisce. Regala una seconda opportunità con un tentativo di smash al salto più per i fotografi che utile, ma la cancella con una prima potente su cui Carabelli stecca la risposta. L’argentino, però, non si arrende e con un passante su un impreciso Zverev a rete si procura la terza palla del contro break, nuovamente sfumata a causa di una prima vincente. Dopo quasi otto minuti, il campione di Roma uscente tiene il servizio ed è lui a sfruttare l’opportunità di togliere ancora la battuta all’avversario. Da questo momento non c’è più partita e Alexander Zverev chiude agilmente il secondo set 6-1

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