Rafa Nadal: “Sinner è un atto dovuto al tennis italiano. A Roma hanno fatto qualcosa che in Spagna non hanno saputo replicare”
Rafa Nadal è stato l’unico a raggiungere la doppia cifra di vittorie agli Internazionali d’Italia a Roma, un’ennesima conferma se mai ci fosse bisogno del suo grande feeling con l’Italia. In un’intervista esclusiva a G Magazine a cura di Riccardo Crivelli, il 22 volte campione Slam ha toccato diversi temi molto interessanti sul rapporto tra il tennis e il Belpaese e non solo.
Per prima cosa, i ricordi nella Capitale: “A Roma ho vissuto momenti emozionanti, le prime due finali sono state incredibili. Con Coria nel 2005 perdevo 3-0 e 40-15 al quinto e m’imposi 7-6 nella finale più lunga del torneo. L’anno dopo con Federer di nuovo al quinto sotto 4-1, due matchpoint contro, di nuovo 7-6 dopo 5 ore e 7 minuti. in generale le emozioni per me a Roma sono state sempre forti, è sempre stato un torneo molto speciale anche perché si gioca in una città unica, tra le più storiche e importanti del mondo, con un pubblico caldo col quale mi sono divertito tantissimo. Tanti momenti indimenticabili, poi ho passato alcuni anni senza vincere tanto ma d fine carriera sono tornato a trionfare. Ed è stato magnifico arrivare ai 10 successi: l’avevo già fatto a Montecarlo, a Barcellona e al Roland Garros. Roma era l’unico che mi mancava e alla fine ce l’ho fatta”
E poi ancora: “Il Foro Italico è un posto speciale, si respira storia e storia dello sport, è una sensazione diversa dagli altri tornei. Lo stadio Pietrangeli, le statue, i campi di allenamento dove c’è il Bar del Tennis, sono tante le cose che fanno di Roma un torneo unico, magnifico. È un torneo che è cresciuto tanto e che continua a farlo, un torneo spettacolare e senza alcun dubio uno dei più importanti e storici della storia del nostro sport”
Nadal non può che parlare bene del pubblico: “L’addio che i tifosi mi hanno tributato lo scorso anno è stato incredibile. Al momento per me è stato difficile da gestire perché era qualcosa che io ancora non avevo deciso e interiorizzato, lì per lì mentalmente è stato complicato, ma ho apprezzato l’affetto”. Quasi come se il pubblico sapesse che non sarebbe tornato: “L’impressione era quella, però non mi ero ancora ritirato. Ed effettivamente quest’anno non sarò a Roma, ma prima o poi devo venire a salutare come merita il pubblico del Foro Italico, perché Roma è stato uno dei luoghi più importanti della mia carriera e della mia vita”
Impossibile non soffermarsi sulla Sinner-mania: “È normale, Sinner ha già vinto tre Slam, negli ultimi due anni ha fatto un salto incredibile nella sua carriera ed è diventato un giocatore molto molto sicuro e solido con un potenziale incredibile. Sembra che Jannik e Alcaraz siano a un livello superiore degli altri e che se saranno risparmiati dagli infortuni lotteranno per i titoli più importanti per molto tempo. Penso che per un Paese che ama il tennis come l’Italia avere un giocatore come Jannik fosse un atto dovuto. La federazione italiana ha fatto un gran lavoro, perché non c’è solo Jannik: ci sono Musetti, Berrettini, Cobolli, c’è una grande generazione di giocatori italiani giovani e di talento, una cosa che si ottiene con risorse e lavoro”.
Continuano le parole al miele di Nadal verso il Belpaese: “Io credo che l’Italia abbia fatto qualcosa che la Spagna non è riuscita a fare: l’Italia ha un evento come gli Internazionali di Roma che è un torneo federale e la cosa genera tantissime risorse economiche che possono essere reinvestite nel tennis, nei giovani, nella promozione dello sport nel Paese. La Spagna con 30 anni di grandissimi giocatori non è riuscita ad avere un torneo di questo calibro di proprietà della Federazione e la cosa fa sì che si continui a tirare avanti con le accademie private e mezzi Federali molto più limitati e di conseguenza è tutto più difficile. L’Italia ha avuto una visione, ha capito dove andava lo sport, ciò di cui c’era bisogno per svilupparlo al meglio e ha investito, mentre a noi purtroppo questa visione è mancata. Per fortuna abbiamo una grande tradizione, grandi allenatori e grandi scuole che fanno questo lavoro, ma è ovvio che da voi tutto viene portato avanti con maggiore mezzi e possibilità. Le Federazioni che hanno un Grande Slam o un Master 1000 di proprietà hanno un grande vantaggio”
Sul dualismo di Sinner e Alcaraz: “Appariranno sempre nuovi giocatori di livello, Jannik e Carlos al momento hanno un vantaggio sugli altri, sembra siano a un livello superiore e lo sono stati in questi ultimi due anni, ma vedremo. Il futuro è imprevedibile, la bellezza e la grandezza dello sport sono legate alla sua imprevedibilità. Però è chiaro che si tratta di due giocatori speciali che segneranno un’epoca“
Nadal ci tiene a ribadire un aspetto sulla squalifica di Sinner: “Non avendo accesso a tutte le informazioni pertinenti preferisco rispettare i processi e la giustizia. Chi ha giudicato il caso ha tutte le informazioni che noi invece non abbiamo e in base a questo ha preso la decisione ritenuta più giusta e che va rispettata. Io ho fiducia totale in Jannik, sono convinto al 100% che non ha voluto fare alcun inganno, lo conosco personalmente e ho fiducia totale nella sua innocenza. Però a volte ci sono degli incidenti e succedono delle cose, noi sfortunatamente siamo esposti a questo tipo di situazioni e il verdetto va accettato. Ma ripeto, io credo nell’innocenza di Jannik”
Cosa fa il Nadal di oggi? Ce lo spiega direttamente Rafa: “Lavoro e apprendo, motivato da nuovi progetti. La Fondazione e l’Accademia sono parte centrale della mia vita. All’Accademia arrivano ragazzi da 40 Paesi diversi e poi ci sono le visite di turismo tennistico, vengono a trovarti tantissimi itlaiani. Siamo contenti e orgogliosi di aver fatto l’Accademia di Mairoca. Futuro nel tennis? No, no, mi sono ritirato“