Al Challenger di Francavilla brilla solo Francesco Maestrelli
Abbiamo già più volte raccontato come la settimana delle qualificazioni Slam si ripercuota inevitabilmente sulle entry list degli altri tornei in svolgimento nello stesso periodo. Discorso analogo vale ormai per i Master 1000 che nella loro attuale versione ipertrofica tendono a diluire il brodo in quasi due settimane. Molti dei nostri migliori prospetti erano infatti a Roma, chi gratificato di una wild card come Federico Cinà, Matteo Gigante, Francesco Passaro e Luca Nardi, o impegnati nelle qualificazioni come Jacopo Vasamì, Pigi Basile, Gabriele Piraino, Stefano Napolitano, Federico Arnaboldi e Giulio Zeppieri. Allora capite bene come il cast per gli altri tornei si sia parecchio impoverito, un problema che a Francavilla al Mare conoscono bene e che sono abituati a fronteggiare nello sforzo di allestire, come sempre, il loro bel torneo (categoria 75, terra battuta), cui nel 2023 ebbi il piacere di presenziare di persona. Abbiamo così Kyrian Jacquet che, forte della prima testa di serie, andava a caccia (invano, ndr) del suo terzo titolo stagionale dopo i due di Chennai e Delhi in febbraio, il suo connazionale Benoit Paire che, pur perennemente in procinto di appendere la racchetta al chiodo, mai però mancherebbe a questo torneo, il forte svizzero Dominic Stricker, un paiod’anni fa in top 100, che fa le veci del connazionale Stan Wawrinka che avrebbe dovuto essere la superstar del torneo. Per non parlare del russo Aslan Karatsev che nel 2022 sembrava dovesse spaccare il mondo raggiungendo il n.14 delle classifiche mondiali e della solita pattuglia di agguerritissimi argentini. Gli italiani? Pochi e non troppo fortunati nel loro esordio: Giovanni Fonio eliminato proprio da Paire, Stefano Travaglia che ha potuto poco contro Karatsev, Enrico Dalla Valle un po’ deludente contro l’estone Mark Lajal (n.217) e il promettente Lorenzo Carboni, che così bene ci aveva impressionati un paio d’anni fa, che si è arreso 6-3 4-6 6-3 allo spagnolo Sanchez Jover. Ma il ragazzo ha solo 19 anni e allora per lui tutti i porti sono ancora aperti. Eliminato al secondo turno anche Jacopo Berrettini, che qui difendeva la finale dello scorso anno, ci si è allora aggrappati a Francesco Maestrelli.
Jacopo è uscito di scena, come si diceva, contro il baltico Mark Lajal che qui si conferma ammazza-italiani. Il tennista romano, partito malissimo e sotto 0-4, era riuscito ad acchiappare l’avversario sul 5-5, per poi subire il decisivo break nel 12esimo gioco. Stesso copione nel secondo set fino al 7-5 7-5 finale con la bellezza, si fa per dire, di 12 break totali.
Francesco Maestrelli invece, dopo aver superato all’esordio Corentin Denolly, ha vinto in recupero contro il moldavo Radu Albot (n.277) col punteggio di 2-6 6-3 6-2. Molto bravo l’azzurro a condurre quasi sempre le danze e a non farsi innervosire dalla pioggia che verso la fine della partita ha cominciato a cadere copiosa, col rischio concreto di vedersi sospesa una partita già vinta. Ora gli toccherà il francese Benoit Paire in un match che sarà tutto da vedere.
Fuori nelle qualificazioni Luca Potenza, Francesco Ferrari, Lorenzo Sciahbasi, Samuel Vincent Ruggeri, Massimo Giunta, Gabriele Noce e Lorenzo Lorusso. Niente da fare nemmeno per Andrea Paolini, 22enne giocatore di casa, ragazzo sveglio e tennista perfettibile, fermato da Stefano Travaglia che si è poi incaricato di infrangere i sogni del 17enne indiano Manas Dhamne (n.754), promettente allievo dell’Academy di Riccardo Piatti, allenato proprio da coach Quinzi (che qui è direttore del torneo), che all’esordio aveva inflitto un duplice 6-4 ad un sempre più spento Marco Cecchinato.
Al Challenger 75 di Praga (terra battuta) non c’erano italiani ma l’entry list era di tutto rispetto con diversi giocatori interessanti tra i quali ci piace ricordare il 19enne spagnolo Martin Landaluce (n.147) e il 18enne norvegese Nicolai Budkov Kjaer (n.307), reduce dagli allenamenti con Jannik Sinner, che daranno vita ad uno scintillante quarto di finale. Poi non vorremmo dimenticare il belga Alexander Blockx, un 20enne fiammingo di cui sentiremo ancora parlare.