ATP Roma, Passaro: “Sto valutando di lavorare con Giacomo Naldi. Polemiche? Non mi riguardano”
Da Roma, il nostro inviato
Gli Internazionali BNL d’Italia 2024 non erano andati così bene per i colori italiani, non fosse stato per Stefano Napolitano e Francesco Passaro, entrambi fermatisi al terzo turno. Il perugino, però, era stata la vera favola del torneo. Tra rimonte insperate, partite vinte all’ultimo slancio, pubblico in visibilio, aveva ben indossato l’armatura di gladiatore del Foro. Sfruttandone l’onda lunga anche per il Challenger di Torino della settimana post Internazionali, che gli aveva regalato un insperato titolo e 175 punti. Per rivitalizzare una classifica che gli ha regalato l’ingresso in top 100 e anche un secondo turno in Australia.
La favola sembrava però terminata, con gli ultimi mesi di questa stagione non proprio così positivi. Eppure, grazie a una wild card, ha potuto giocare nuovamente a Roma. E, di soppiatto, ha dimostrato nuovamente il proprio feeling con questo torneo. Bella, “dovuta”, la vittoria con Tseng al primo turno. Ma quella che ha aperto la giornata di venerdì 9 maggio, la prima con le teste di serie maschili in campo e con tutti gli occhi puntati davvero sul Foro, è di tutt’altro spessore.
Francesco, nella quarta vittoria top 30 su altrettanti incontri, ha infatti battuto Grigor Dimitrov. Stavolta senza nessun ritiro, ma completando una partita di ottimo livello, giocata alla pari con uno dei migliori giocatori al mondo. Che sì, non ha espresso il suo miglior tennis, ma ha subito in parte le iniziative e il dritto del perugino, continuo dall’inizio alla fine. E bravo a sfruttare il pubblico.
“Sicuro giocare in casa mi piace”, riflette Passaro, “giocare di fronte a un pubblico caloroso e carico come qua a Roma è qualcosa di indescrivibile. Molte energie che non ho magari le tiro fuori anche per loro durante la partita. Sono estremamente contento di essere qui, di aver rifatto il risultato dell’anno scorso, sono carico per cercare di andare avanti. Sicuramente conosco Khachanov, è un nome noto, un grandissimo giocatore, e domani studieremo bene il match per prepararlo nel miglior modo possibile”.
Aveva tra l’altro già affrontato in Australia Dimitrov. Un altro risultato molto importante. Per un giocatore che ha avuto una grande crescita, non solo dal punto di vista del gioco: “Oggi sicuramente mi è servita l’esperienza in Australia, soprattutto a livello tecnico. Sapevo bene cosa fare, essere aggressivo, cercare di comandare gli scambi e tenerlo lontano dal campo. Sono riuscito a farlo per tutta la partita e ho portato la partita a casa. Rispetto allo scorso anno sono forse più forte a livello di testa, più consapevole dei miei mezzi, un po’ più in fiducia. Lo scorso anno è stato il trampolino di rilancio, ora mi sento molto completo, sia sulla terra che sul cemento, e non ho paura di scendere in campo contro giocatori di questo calibro, sicuramente rispettandoli, ma cercando di far valere il mio gioco. Quest’anno ho iniziato il lavoro con Nicoletta Romanazzi, una mental coach, e mi ha aiutato molto. Soprattutto nel periodo in cui sono stato fuori per problemi fisici, sia lei che il mio psicologo Rinaldo Pasqua. Sono stati fondamentali perché la testa è fondamentale, a volte mi frena, un po’ le emozioni, un po’ qualche paura, ma sono contento del lavoro che stiamo svolgendo”.
È fondamentale la testa, ma lo è indubbiamente anche il fisico. Che nell’ultimo periodo è stato un po’ un tallone d’Achille per Francesco. Che ha ricorso, per rimettersi in sesto al meglio, a un nome non banale: “Giacomo Naldi mi ha aiutato nella riabilitazione dell’infortunio, e devo ringraziarlo perché sono tornato abbastanza in forma. Per il resto stiamo vedendo, ma sono molto volenteroso per continuare con lui. Credo che eventuali polemiche non mi riguardino, anche perché non so bene cosa sia successo. Credo che Giacomo è un professionista, e quello conta”.
Soprattutto perché con l’esborso fisico a cui sono chiamati oggi i tennisti è fondamentale stare al meglio della forma, visto che si è continuamente in giro e sotto stress tra tornei e allenamenti: “Il calendario è quello che è. Quest’anno avevamo fatto una programmazione davvero buona, volevamo andare in Sud America per un po’ di tornei ATP, per dare continuità al livello delle partite. Però il calendario è lungo, noi abbiamo la possibilità di scegliere i tornei, non è detto che dobbiamo per forza giocare tutte le settimane. Ovviamente il ranking un po’ fa sì che tu vai nella direzione di giocare tanto, ma dobbiamo essere bravi a prendere delle pause per allenarci. Se vado ad un torneo non allenato tutto è stato inutile, e sprechi una settimana”.