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ATP Roma, Cobolli in lacrime: “Qui mi sento sempre fuori posto, sono condizionato da fattori esterni”

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Da Roma, il nostro inviato

È stata un’intervista toccante quella di Flavio Cobolli che a margine della sconfitta in un’ora e mezza contro Luca Nardi per 6-3 6-4 non ha retto l’emozione davanti ai microfoni, mostrando quanto significhi per lui questo torneo e i motivi del perché è girato tutto storto nel derby azzurro con Nardi.

Innanzitutto, le congratulazioni all’avversario e amico: Come prima cosa voglio fare i complimenti a Luca, ha giocato una partita perfetta, non mi aspettavo di trovarlo in questa forma, ha avuto un grande livello in campo e voglio fargli un in bocca al lupo per il prosieguo del torneo. Io oggi non mi sono sentito bene in campo, non ho avuto le sensazioni dei giorni scorsi, pensavo di giocare ad un livello superiore rispetto ad oggi, questa è stata una delle mie peggiori partite quest’anno parlando di livello tennistico dopo una fiducia che avevo preso in allenamento. Mi dispiace del livello avuto oggi e di come sia andata la partita

Alla domanda specifica su Roma, Cobolli non ha retto l’emozione: “Come ho detto prima del torneo questo è il torneo che noi tutti italiani sogniamo di giocare tutto l’anno….. Dopo le lacrime e un attimo di pausa, Flavio è tornato a parlare pronunciando una frase eloquente: Questo vuol dire cosa significa giocare a Roma per me“.

Il numero 34 al mondo riprende: “Tutto può servire nella carriera di un tennista, purtroppo credo di essere stato un po’ condizionato dal campo che non è il mio preferito qua, è quattro anni che gioco sullo stesso campo e questo un po’ mi dispiace perché ho tante persone qui che vorrebbero vedere una mia partita e delle volte non ci riescono. Io ce la metto tutta ogni volta a preparare questo torneo al meglio, ma mi sento un po’ fuori posto perché ogni volta succede la stessa cosa, io quando scendo in campo non credo di performare al meglio perché tante volte mi sento condizionato da altri fattori esterni e giocare così questo torneo è un dispiacere, ci tengo tanto e non è come vorrei giocare. Credo che questo sia ovviamente un punto di partenza per me perché devo imparare a gestire meglio delle cose che mi condizionano, essere aiutati ogni tanto può essere un fattore che può migliorarmi in campo, soprattutto per un giocatore italiano”

Circa il campo specifico, Flavio ha fatto chiarezza: “Vorrei cambiare campo… Semplicemente per avere una volta il privilegio di assaporare altri stadi, ovviamente il mio sogno lo sapete qual è. Giocare su un campo pieno di gente che vuole vederci giocare e purtroppo qua non è possibile ogni volta perché gioco sempre in uno stadio mezzo vuoto e non pieno delle persone che vorrei”.

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