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ATP Roma, Berrettini: “A questo punto della carriera contano le emozioni, più che le vittorie”

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Matteo Berrettini è finalmente pronto per giocare davanti al suo pubblico. Dopo aver dovuto rinunciare alle passate tre edizioni per problemi fisici, l’ex finalista Wimbledon 2021 risponderà presente agli Internazionali BNL d’Italia 2025 dove debutterà al secondo turno contro il vincente tra

Per prima cosa, la fatidica domanda sulla sue condizioni: “Sto lavorando tantissimo per farcela, ogni giorno. Da Madrid in poi non ho giocato tantissimo per recuperare l’infortunio al famoso addominale. Però sto bene e sono molto contento dell’evoluzione che ho avuto, oggi ho fatto un buon allenamento con Korda”.

Sulle tante assenze a Roma: “Il fato ogni tanto è bizzarro, sono ovviamente felice, ma nei giorni post Madrid ho visto fantasmi degli anni scorsi. Il mio team è stato fondamentale per aiutarmi a non buttarmi troppo giù e pian piano stiamo cercando di fare di tutto per arrivare nelle miglior condizioni possibili. È un effetto bellissimo, è la città dove sono nato, cresciuto e dove mi sono innamorato di questo sport, è qui che ho sognato di diventare un giocatore di tennis. È un grandissimo onore, cercherò di godermi questo atmosfera che per troppi anni mi è stata portata via“.

Non è semplice perché alla fine diventa un po’ come la cryptonite – spiega Berretini -. anche se non è grave come nel passato ti senti più debole ad affrontare determinate cose. Ovviamente l’addome è una parte del corpo che non ha molto spazio da gestire, non è un’infiammazione. È molto sensibile, per quello certe volte mi blocco e non riesco ad andare oltre. A Madrid ho avuto il miglior risultato in un Masters 1000 e l’ho dimostrato nel primo set contro Draper. Mi è costato molto rinunciare, ho dovuto pensare al bene della stagione, non solo Roma. Sono molto contento e soprattutto orgoglioso del lavoro che sto facendo per non cascare quando barcollo. Come ho detto, mi voglio godere questo torneo e queste partite, arrivati ad un certo punto della carriera le vittorie contano meno rispetto alle emozioni“.

Sul clima che vivrà a Roma: “Spero in un tifo speciale e sono sicuro che il pubblico romano e italiano si farà sentire. So bene che potrebbe esserci un derby a ‘complicare’ la situazione, ma allo stesso tempo sono nato qui, ho molti amici, si faranno sentire (ride, ndr). Storicamente a Roma ho fatto buonissime partite e delle grandi vittorie quindi credo che il clima possa aiutarmi. Devo pensare al mio bene, alla mia salute: se scendo in campo come penso di fare lo farò al massimo delle mie possibilità per vincere la partita”.

Su Fabio Fognini, che vivrà il suo ultimo torneo di Roma: “Per Fabio ci sarebbe da parlare tantissimo, lo dico sempre: è stato il portabandiera in tutti i sensi del tennis italiano negli anni, in Davis e non solo. Quando ero piccolo guardavo le sue imprese e nonostante abbiamo caratteri completamente diversi, l’ho studiato parecchio. Se ha preso questa decisione è perché sente che è il momento giusto, posso solo augurargli il meglio per il suo futuro, ha una bellissima famiglia, non dev’essere facile prendere questa decisione, gli faccio un grosso in bocca al lupo, tutto il tennis e lo sport italiano si ricorderà delle sue gesta”.

Sul sacrificare il servizio per gestire meglio l’infortunio (sollecitato da una domanda del direttore Scanagatta), Berrettini chiosa così: “Ovviamente andando a chiedere meno al servizio e dunque meno forza si riesce a gestire un po’ di più, però ad esempio facendo così l’avversario può leggerla meglio. A me aiuta servire così per sentirmi in fiducia, spesso sulla terra la velocità conta ma la precisione di più. È importante trovare il ritmo. Un’altra cosa da considerare è che se uno è sempre abiurato ad avere il servizio come asso della manica, sapendo che non posso averlo, mi sento più debole e diventa difficile da gestire. L’ho fatto in passato in alcune partite, si può fare e si può gestire, idealmente però preferirei di no”.

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