I cani e i gatti del tennis italiano nel suo momento magico. Quante lotte fratricide nel nome (?) del tennis
Siamo tutti d’accordo nel dire, e sostenere in buona fede, che questo è il momento più magico del tennis italiano. Da sempre eh, più ancora che nella seconda metà degli Anni Settanta quando il movimento tennistico di un Paese veniva superficialmente riassunto dai risultati della Coppa Davis…e l’Italia di Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, raggiunse 4 finali di Davis in 5 anni (1976-1980).
Che sia il nostro momento più magico lo dicono, almeno per il tennis maschile, le classifiche mondiali: non uno ma due top-ten, il n.1 Sinner (mai avuto prima e da 48 settimane di fila) e il n.9 Musetti, Italia campione in carica di Coppa Davis (per il secondo anno di fila) e Billie Jean King Cup, nove italiani nei primi 100 (ma con il n.101 e il n.107 a bussar dietro quella porta), unico Slam disputato nel 2025 (in Australia) “custodito” in una bacheca azzurra, quasi ogni settimana tennisti italiani protagonisti delle fasi finali dei vari tornei, ATP minori come Masters 1000.
Sono anche questi risultati, ottenuti dalla star Sinner, dalle co-star Musetti, Berrettini e Paolini e anche da Cobolli, Darderi e Arnaldi, a favorire nel nostro Paese un boom mai visto per il nostro sport che conquista come non aveva mai fatto le prime pagine dei giornali, le copertine delle riviste, i canali di tv e radio. Porprio come non era mai successo, quasi roba da calcio. E tutti a parlare di Rinascimento, quando forse si potrebbe parlare di Avvento.
Lo confermano i numeri dell’intervista di 15 minuti del TG1 a Jannik Sinner: è stata vista fra diretta e streaming da 5 milioni di telespettatori! Quanto avrebbero pagato per “riscuotere” quei numeri i nostri politici! Non c’è atleta italiano oggi più popolare di Jannik Sinner.
Se rileggeste la mia prima riga “Siamo tutti d’accordo nel dire…” si direbbe allora che ormai con questa esplosione di Sinnermania e non solo, “son tutte rose e fiori”. Ma non è così.
Nemmeno questo straordinario, storico momento del nostro sport ha persuaso tutte le varie componenti del tennis italiano, anche quelle più importanti a vari livelli, a filare d’amore e d’accordo, a far squadra, a sfruttare positivamente con una possente azione comune di promozione tutto quel che di buono i nostri migliori tennisti stanno producendo.
La mia sensazione (epidermica? Non credo, conosco i Paesi di cui parlo) è che se Spagna, Francia, Germania, Polonia, potessero godere di un periodo tennistico d’oro come il nostro, tutte ispirate dall’orgoglio nazionale, quelle componenti saprebbero mettere da parte nell’interesse comune questioni personali, permali e ripicche, e rinuncerebbero a piccole grandi vendette e a procurarsi vicendevolmente dispetti grandi e piccoli che magari al grande pubblico sfuggono ma …non a chi scrive che in questo ambiente ci vive da mezzo secolo.
Quanto accade nel nostro microcosmo tennistico in Italia riflette del resto ciò che accade nel Paese, con le varie forze politiche che molto spesso si preoccupano più di screditarsi e danneggiarsi a vicenda che non a fare piuttosto gli interessi degli italiani e del Paese che alcuni amministrano (bene o male) e altri vorrebbero amministrare (anch’essi bene o male) ma certamente pro domo sua.
Il titolo allude a cani e gatti e chi ha seguito un po’ di vicende politico-sportive, sa che purtroppo ormai da anni fra CONI e Sport e Salute – e i partiti che ci stanno dietro – non è mai corso buon sangue né vera collaborazione. Con circa un mezzo milione (a spanne) da gestire in ambito sportivo i due poteri si sono scannati a lungo e continuano con i vari steccati a viaggiare perennemente su binari parallelli, per antonomasia mai convergenti.
Chi ha seguito come il sottoscritto le problematiche dei diritti tv legati al tennis sa bene che anche fra FITP e SKY ci sono stati, per via dei diritti ATP e WTA e di reciproche incomprensioni sul conto delle quali è difficile orizzontarsi per attribuire torti e ragioni – vi assicuro che ho ascoltato entrambe le campane – liti assai feroci, dissidi non sopiti, dispetti piccoli e grandi che anziché sanarsi con il tempo sembrano radicarsi e incrudirsi. A scapito di tutti, del tennis in primis.
A seguito di quanto accaduto per i diritti dell’ATP e della WTA, siamo arrivati al punto che SKY e SuperTennis le due entità che più stanno promuovendo – e meritoriamente! – entrambe con ottimi risultati il tennis, si comportano come cani e gatti. Dopo che un’offerta congiunta per i diritti del quinquennio 2024-2028 era stata rifiutata, la pay TV milanese si è trovata con l’intero pacchetto a disposizione grazie al contratto pan-europeo concluso dalla sede europea di Sky a Londra. SuperTennis pensava di poter ottenere in subappalto una parte dei contenuti, come era accaduto fino al 2023 in uno spirito di collaborazione, ma non è stato così, e allora sono partiti proclami (“Vendetta, tremenda vendetta”), dispetti e ripicche che continuano fino a oggi.
Durante gli Internazionali d’Italia Sky, che ha i diritti del torneo maschile (mentre quelli del torneo femminile li ha Supertennis), non ha avuto la possibilità di allestire uno “studio” altro che fuori dall’impianto del Foro Italico, motivo per cui – anche se i suoi inviati possono ovviamente frequentare il Foro ed esercitare il diritto di cronaca – i commenti del gruppo dei telecronisti e degli opinionisti SKY non possono venir fatti qui al Foro (e tantomeno le interviste ai giocatori salvo che in mixed zone), ma dalla magnifica Villa Miani sulla via Trionfale.
Per carità, anche per Wimbledon, pur avendo cabina sul leggendario centre court, i commenti e gli studi di SKY vengono realizzati più da Milano che da Londra, ma qui è abbastanza curioso e paradossale che chi trasmette il torneo che è il più importante evento tennistico nazionale, venga “ostacolato” fino – in pratica – a dover ”espatriare”.
Lo pensa e lo dice qui uno, come il sottoscritto, che non lavora per Sky, e che quindi non ha alcun interesse a denunciare quella che gli sembra una (almeno) apparente anomalia. E ciò senza voler prendere le difese di chicchessia (fa pure rima…), perché magari la FITP potrebbe – per quel che ne so – avere anche ragione a lamentarsi di un comportamento forse non ortodosso di SKY.
Però, parere soggettivo, trovo che certe questioni andrebbero comunque appianate nell’interesse generale. Se per una miglior promozione del torneo – principale obiettivo comune da raggiungere nell’interesse di chi abbia quale assoluta priorità lo sviluppo del tennis – fosse in qualche modo utile che una qualsiasi entità giornalistica, e quindi anche SKY, potesse lavorare meglio, perché non crearne le premesse?
Credo che sarebbe giusto cercare di incoraggiare e apprezzare gli sforzi di qualsiasi altro media televisivo, radiofonico, cartaceo, web– nel rispetto delle prerogative acquisite pagando laddove c’era da pagare – e trovo che sia un boomerang autolesionistico rifiutarsi di trovare un modo ragionevole di collaborare, passando sopra a presunti (o anche reali) torti subiti. Perché cercarsi sempre dei nemici? Ieri uno, oggi un altro, domani un altro ancora? A chi davvero giovano queste guerricciole di basso profilo?
Mi sembra un tipico vizio italiano, la guerra fra poteri, campanili, parrocchie. Tutte le sigle, Coni–Sport e Salute, Sky e Supertennis, i personaggi che una volta sono nemici, poi diventano amici, poi di nuovo nemici, Binaghi e Malagò e il “wanted” Panatta (più “bandito” di Barazzutti, anche lui prima amico e poi nemico…) tutti cani e gatti.
Anche se Adriano avesse compiuto le peggiori malefatte possibili e immaginabili, come si fa a negare il suo status tennistico e quanto i suoi interventi in RAI e ora anche su SKY portino acqua al mulino del tennis?
Eppure, troppi interlocutori importanti del tennis si evitano, non si salutano, si guardano in cagnesco.
Io invece credo che tutti quanti contribuiscano poco o molto all’affermazione e alla promozione del tennis, ieri, oggi e domani e in linea di massima quasi certamente più per passione che per proprio tornaconto personale, andrebbero incoraggiati e non ostacolati.
E non alludo qui, per non voler davvero passare da…Cicero pro domo sua, a situazioni pregresse o magari vigenti a mia parziale insaputa, a chi scrive e a Ubitennis che parecchio hanno dovuto patire in patria (a Roma e ovunque si giocasse nella nostra Penisola) per dare il loro piccolo contributo alla causa del tennis.
Secondo me siamo – o dovremmo considerarci – tutti sulla stessa barca, quella del tennis e della sua affermazione. E se facendo squadra remassimo tutti insieme, tutto il movimento tennistico nazionale se ne gioverebbe grandemente. Dalle piccole e grandi guerre escono sempre sconfitti un po’ tutti.
Quando dico che se un momento d’oro come quello che stiamo vivendo noi lo stessero vivendo altri Paesi europei di uguale tradizione probabilmente si troverebbe il modo di vivere in maggiore armonia, lo dico anche perchè credo che in una situazione di tensione tra diversi media (come quella tra Sky e SuperTennis) la Federazione si darebbe da fare per fungere da mediatore. In Italia, invece, ciò non può accadere perchè la Federazione è una delle parti in causa, visto che è la proprietaria di SuperTennis) e quindi non può mediare un bel nulla. Un’altra stortura causata dalla decisione presa a suo tempo dalla FITP di diventare lei stessa un media invece di supportare quelli esistenti.
Ci vuole grande equilibrio, intelligenza, sensibilità, maturità, per firmare paci durevoli. Tutti quegli enti, quei personaggi che ho citato, ma molti anche che non ho citato, saranno in grado di capirlo e comportarsi di conseguenza? Io non mi illudo a breve, ma ci spero. Se non accadesse sarebbe una situazione, questa così bella e magica, davvero sprecata.
(ha collaborato Vanni Gibertini)