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ATP Roma, Musetti: “Sporcarmi le mani nei Challenger nel 2024 ha segnato un momento di svolta”

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Da Roma, il nostro inviato

Non solo Jannik Sinner, ebbene no. Saranno due gli italiani tra le prime otto teste di serie per gli Internazionali BNL d’Italia. Lorenzo Musetti sarà infatti l’ottavo favorito per il torneo di casa, al suo primo torneo da top 10. Ed è pronto a viverlo da protagonista, con fiducia e una rinnovata mentalità, che si addice al suo status. Come conferma a una ricca platea nella tradizionale conferenza stampa pre torneo.

D: “Oltre alla paternità, che hai più volte detto essere stato un momento di grande crescita, c’è un momento in campo dove hai vissuto un click mentale che ti ha portato a pensare da top 10?
Musetti: “Definire un match o un momento è difficile. Però devo dire che ho acquisito molta consapevolezza dal fatto che lo scorso anno non era partito così bene, addirittura mi sono voluto sporcare le mani giocando i due Challenger a Cagliari e Torino, facendo finale in entrambi senza giocare il mio miglior tennis. Un punto di partenza per ripartire. Il fatto di aver abbassato il livello e mettermi un po’ alla gogna, in una situazione difficile, mi ha permesso di poter riessere un po’ me stesso anche sul campo. Ho giocato un buonissimo Roland Garros perdendo al quinto con Nole, e da lì in poi c’è stata una bellissima stagione sull’erba, con la finale al Queen’s e la semifinale a Wimbledon. Che mi hanno permesso anche di raggiungere i risultati successivi, con la finale a Umago e il bronzo olimpico. Magari la parte finale non è stata così importante a livello di risultati, a parte la semifinale a Vienna, ma magari pesava un po’ il fatto di aver giocato parecchio a inizio anno, e sono arrivato un po’ bollito. Il fatto di sporcarmi le mani mi ha permesso di poter ingranare un’altra marcia, potrebbe essere il momento che mi ha dato la chance di ritrovare un po’ me stesso

D: “Vorrei sapere da te come hai vissuto la partita con Draper. Come ti sembrava dopo il primo set, e se dopo averlo visto con Ruud, pensi che con il tuo gioco sulla terra gli avresti dato più fastidio? Cosa senti di avere di più sulla terra? Te la senti qui di poter dire ‘posso vincere questo torneo’?”
Musetti: “Credo che arrivati a questo punto la mentalità, non solo sulla terra, deve essere di andare con l’obiettivo di vincere il torneo. Sarebbe da stupidi non pensarlo, ma non è mancanza di rispetto verso gli altri. Ormai il livello è talmente alto che si può perdere benissimo al primo turno con chiunque, o vincere il torneo, e viceversa. Tornando alla partita con Draper, è stata una bell partita. Che ho perso ma giocandola fino alla fine. Jack in questo momento è anche lui in un bel periodo di forma. Mi sentivo più padrone nel secondo set rispetto al primo del gioco, che è quello che specialmente sulla terra fa molta differenza. Fossi andato al terzo la partita poteva avere forse un altro esito. E la terra è la superficie dove riesco ad esprimere il mio bagaglio tecnico al meglio. Dove al momento mi sento a più mio agio, da un punto di vista tattico e di lucidità nelle giocate. In questo momento sto esprimendo il mio miglior tennis, e ora sono qui a Roma per confermare questo bel momento

D: “Negli ultimi due anni hai avuto altalene emotive, anche per motivi personali. Adesso senti qualcosa anche emotivamente dentro di te che è cambiato? Sei molto giovane, ma ci sono giocatori dietro di te ancora più giovani, che devono fare esperienza. Dalla tua esperienza cosa potresti consigliare a un giocatore di 17-18 anni che ti chiede come si fa?
Musetti: “Credo di aver fatto un salto di qualità a livello di continuità, soprattutto di risultati. Ho avuto sempre picchi molto alti, ma anche molto bassi nella mia stagione. Dall’anno scorso ho cambiato marcia su questo fronte, e i risultati sono stati molto più positivi, e mi hanno portato a raggiungere il mio miglior ranking di questa settimana. Questo è il mio quinto anno nel tour, sono un giovane forse non più giovane. E ci sono tanti ragazzi, italiani e non, che stanno dimostrando di avere il livello per entrare nel circuito e starci stabilmente. Il mio consiglio è quelo di circondarsi di persone fidate, che comunque vada ti sostengono. Ed è quello che ho sempre fatto io. E tengo sempre a dire che considero il mio team una seconda famiglia, e quello mi ha sempre salvato anche nei momenti magari di debolezza. Specialmente quando affronti l’età di teenager, in cui cerchi di diventare un uomo e ti affacci in un circuito così, in maniera quasi aggressiva e prepotente. A volte prendi delle belle sveglie che secondo me fanno anche bene. Io le ho prese, e ora mi sto godendo il mio percorso

D: “La tua percezione è cambiata nei confronti degli avversari? Ma è cambiata in questi mesi anche la tua popolarità, i bambini ti inseguivano in particolare qui a Roma credo si senta molto. Come lo stai vivendo?
Musetti: “Con molta gioia e molto orgoglio. Essere ammirato da tanti bambini, che inseguono questo sogno di diventare campioni anche loro, è qualcosa che mi fa molto piacere. Viviamo questo sport anche un po’ per questo, per trasmettere le nostre emozioni, la nostra passione, la nostra vita. Anche i bambini crescono con un sogno che poteva benissimo essere il mio 15 anni fa

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