WTA Roma, Sabalenka: “Hawk-Eye sulla terra battuta? Mi fido più del computer che di molti arbitri”
Aryna Sabalenka – reduce da 20 vittorie nelle ultime 22 partite disputato e dallo splendido successo di Madrid – è atterrata a Roma come una delle grandi favorite del torneo: la numero 1 del mondo, che non ha mai trionfato agli Internazionali BNL d’Italia, nel corso della prima conferenza stampa del suo torneo ha provato a fare un bilancio della prima parte della stagione, concentrandosi anche sul nuovo Live Electronic Line Calling e sul tema della palline.
Domanda: “Fino ad ora è stata una stagione incredibile, hai giocato tante finali. Ne hai vinte molte, ma ne hai anche perse. Come vivi questa cosa? Vincere una finale è il massimo, ma immagino che perderla sia molto duro. È un bel problema da avere, in un certo senso?“
Sabalenka: “Stavo per dirlo proprio io, è un bel problema da avere”
Domanda: “Le sconfitte in finali sono state difficili da digerire?“
Sabalenka: “Onestamente sì, alcune finali che ho perso sono state davvero dolorose e difficili da accettare. Allo stesso tempo capisco che a volte bisogna imparare, che a volte non giochi così bene e devi solo accettarlo, imparare da quella sconfitta e tornare più forte. Sono orgogliosa del fatto che sono riuscita a tornare in finale e a cambiare le cose: in questi casi bisogna cercare di imparare la lezione e provare a giocare meglio nella finale successiva.
Domanda: “Nel corso degli anni abbiamo visto quanto può essere difficile per i giocatori affrontare un avversario infortunato. Può mandarti fuori concentrazione. Per te com’è questa esperienza? Hai mai avuto difficoltà contro un’avversaria palesemente infortunata?“
Sabalenka: “Al momento non ricordo di aver giocato contro qualcuno che fosse davvero infortunato. Comunque devi concentrarti su te stessa. Vedi cosa succede dall’altra parte. Se il giocatore è abbastanza intelligente da fermarsi al momento giusto, si fermerà. Non è il massimo per me interrompere un match in quel modo. Non è sotto il mio controllo e sicuramente questo aspetto mi destabilizza. Quando vedi qualcuno che sta male è il momento di riportare l’attenzione su di te e di fare il tuo gioco, senza sprecare energie su ciò che succede dall’altra parte. Non puoi cambiare nulla. Non puoi nemmeno dire “Ehi, forse dovresti fermarti”. Vorrei poterlo dire, ma non si può (sorride).
Devi solo restare concentrata su te stessa e aspettare che l’avversaria decida se fermarsi o meno, sperando che stia bene”
Domanda: “Hai avuto qualche problema con le chiamate arbitrali a Stoccarda. Cosa pensi del sistema elettronico di chiamata delle linee sulla terra di Madrid?”
Sabalenka: “A Madrid è andata molto meglio. Personalmente non ho visto errori. So che c’è stata una situazione particolare con Alexander (Zverev), che per me era un errore evidente. Credo che abbiano aggiustato il sistema il giorno dopo. Nel mio caso a Stoccarda è stato peggio: l’arbitro è sceso, ha controllato il segno e ha stabilito che fosse fuori, quando invece era chiaramente dentro. Non tutti gli arbitri sono abbastanza forti da ammettere il proprio errore e correggersi. Ma sbagliamo tutti, ed è normale. In ogni caso preferisco il sistema Hawk-Eye. Mi fido più del computer che di molti arbitri. Forse è meglio così, c’è meno tensione tra giocatore e arbitro”
Domanda: “Hai oltre 11.000 punti in classifica. Questo significa che gli ultimi 12 mesi sono stati fantastici. Hai avuto tempo per riflettere su quanto sia stata buona la tua stagione? O nel tennis si pensa solo al torneo successivo, senza mai fermarsi?”
Sabalenka: “Dico sempre che rifletterò sulla stagione a fine anno. Ma se penso a ciò che ho già ottenuto quest’anno, mi dico: “Wow, è tanto”. Però cerco di procedere passo dopo passo, concentrandomi su ogni torneo, ogni partita, senza guardare al passato. Finora la stagione è stata davvero generosa con me (sorride)”
Domanda: “Ieri sera c’è stato il primo allenamento di Jannik Sinner qui. Durante l’allenamento, qualcuno dal pubblico gli ha detto: Jannik, sei bello come Sabalenka. Sapevi di essere un punto di riferimento di bellezza per gli italiani?”
Sabalenka: “Mi sono sempre sentita legata all’Italia, a dire il vero (sorride). Quindi grazie mille. Non so che dire. Grazie”
Domanda: “Qualche mese fa hai pubblicato su Instagram una palla che, dopo 20 minuti di allenamento, era tutta sformata. Molti giocatori dicono che le palle sono cambiate dopo il COVID. Qual è il tuo punto di vista?”
Sabalenka: “Sì, ci sono palle diverse in ogni torneo. In Medio Oriente, le palle avevano una struttura molto dura. Tornare dopo l’Australia e giocare in quelle condizioni dii gioco– molto lente ma con le palle pesantissime – è stato difficile. Molti giocatori hanno avuto problemi alla spalla o alla schiena, penso proprio per via del peso delle palle. Dobbiamo considerare di cambiare tipo di palla, trovare un modo per renderle meno dannose per il corpo. In Medio Oriente sono rimasta scioccata. Dopo solo 20 minuti, una palla nuova era già enorme, senza logo né niente. E’ stata un’esperienza estremamente tosta”
Domanda: “Hai avuto lo stesso problema anche altrove o solo in Medio Oriente?”
Sabalenka: “Penso soprattutto in Medio Oriente. Dipende anche dalla superficie. Se il campo è molto lento, dovremmo compensare con palle più leggere. Se il campo invece è molto veloce, allora si possono usare palle un po’ più pesanti. Ma soprattutto bisognerebbe cercare di rendere le palline il più simili possibile, senza troppi cambi. Perchè così è davvero stressante per il corpo. Sto invecchiando, devo prendermi cura del mio corpo. Forse per Mirra Andreeva non è un problema, (sorride)”
Domanda: “Roma è uno dei posti più belli per giocare a tennis. Alcuni si sono lamentati della ricostruzione del Pietrangeli. Il tipo di stadio, la bellezza intorno, ti influenza quando giochi?”
Sabalenka: “Devo dire che è sicuramente più piacevole giocare quando vedi lo stadio pieno, quando vedi la natura meravigliosa intorno o le statue come qui. Le guardi e pensi: “Oh mio Dio, questo posto è un paradiso”. Ti trasmette sicuramente buone vibrazioni. Direi che aiuta davvero a restare positivi in campo e a dare il meglio di sé”