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WTA Madrid: un torneo al di sotto delle aspettative

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Probabilmente il WTA 1000 di Madrid dello scorso anno era stato il miglior torneo di tutto il 2024 al femminile, Slam inclusi. Aveva offerto una serie di partite spettacolari, con diverse giocatrici in grande condizione e tre protagoniste vicinissime nel rendimento: Swiatek, Sabalenka e Rybakina. In finale aveva prevalso Swiatek su Sabalenka per 7-5 4-6 7-6(7) in quella che a mio avviso è stata la partita più memorabile della stagione.

Madrid 2024 aveva lasciato la sensazione di un movimento in salute e in crescita, visto anche l’emergere di giovani e giovanissime molto promettenti come Zheng Qinwen o Mirra Andreeva. Esattamente a dodici mesi di distanza, al termine dell’edizione 2025, non si può dire che la situazione sia altrettanto florida: le partite appena disputate, finale inclusa, non sono state all’altezza di quelle dello scorso anno, e al momento tra le giocatrici di vertice solo Aryna Sabalenka sembra essere in piena forma. La concorrenza, invece, per un motivo o per l’altro, latita.

1) Una donna sola al comando
Nel Ranking WTA appena aggiornato, Sabalenka ha un abisso nei confronti di chi insegue: è prima con 11118 punti, davanti ai 6773 di Swiatek e i 6603 di Gauff. Teniamo conto che Aryna non ha disputato Wimbledon 2024 per un problema alla spalla, eppure con soltanto tre Slam utili ha creato il vuoto tra sé e la concorrenza. E questo malgrado alcune finali perse in stagione partendo da favorita (Australian Open, Indian Wells, Stoccarda). Si tratta di un discorso già affrontato nell’ultimo articolo: a oggi, sul piano della tenuta mentale, c’è ancora un gap tra il suo rendimento nei match di routine e quelli della massima importanza; però lei è comunque sempre presente, arriva in fondo in tutti i tornei di rileivo e se proprio va male, perde l’ultima partita. E le avversarie? A volte vincono anche i tornei più importanti (Keys, Andreeva) ma non hanno certo la stessa continuità.

Questa volta a Madrid Sabalenka ha vinto anche la finale, superando Coco Gauff (6-3 7-6); ma la partita, come detto, non è stata di qualità eccelsa. Nel primo set Aryna ha gestito la superiorità, mentre nel secondo set Gauff ha reagito, ha servito per il set (sul 5-4) ma al dunque ha perso la battuta. Un break concesso più per errori propri che per meriti di Sabalenka: Coco si è gravata dei “soliti” doppi falli che periodicamente penalizzano i suoi match oltre ai cronici errori con il dritto. Poi però, una volta arrivati al tiebreak, Ayna ha saputo alzare il livello, e qui davvero ha finito per vincere grazie anche alla qualità dei suoi colpi, mentre Coco ha continuato a regalare (con un errore di dritto su una palla molto semplice e con un altro doppio fallo proprio sul match point).

Madrid è sicuramente uno dei tornei nei quali Sabalenka si trova meglio, visto che vanta quattro finali (due vinte) negli ultimi cinque anni. Vedremo se l’egemonia che sta caratterizzando questo inizio di stagione le permetterà di fare meglio anche nei prossimi due impegni, cioè Roma e Parigi, nei quali ha precedenti meno positivi. Agli Internazionali di Italia non ha mai vinto: miglior risultato la finale dello scorso anno persa contro Iga Swiatek; al Roland Garros non è mai andata oltre la semifinale del 2023 (sconfitta da Muchova per 7-6(5) 6-7(5) 7-5). Stante la situazione della concorrenza, potrebbe essere l’anno giusto per cercare di progredire nei risultati.

2) Le difficoltà di Iga Swiatek
Iga Swiatek continua il suo difficile 2025. Come detto, dodici mesi fa a Madrid aveva vinto il titolo, confermando anche il primato in classifica; quest’anno si è fermata in semifinale, perdendo da Coco Gauff 6-1 6-1. Nel ranking rimane ancora seconda perché continua a raccogliere semifinali o quarti di finale in tutti i tornei (semifinale all’Australian Open, a Doha, Indian Wells e Madrid; quarti di finale a Dubai, Miami e Stoccarda), però la finale comincia a diventare un ricordo: l’ultima raggiunta risale al giugno 2024, nel Roland Garros vinto battendo Jasmine Paolini. Per chi era abituata a primeggiare in classifica, dominando sulla terra battuta, si tratta di un deciso passo indietro difficile da accettare.

Su questo momento complicato non possiedo teorie originali: valutando da fuori, si sommano una serie di fattori diversi, ai quali ciascuno può dare più o meno peso sulla base di convinzioni personali che non possono essere suffragate da elementi certi. Provo a elencare alcuni di questi fattori. Ci sono sicuramente difficoltà extra-campo: la positività al controllo antidoping (la sfortunata contaminazione che le è costata la sospensione dell’attività in autunno); il caso del molestatore che l’ha presa di mira a Miami, con conseguente scorta di sicurezza; la morte del nonno a ridosso del torneo di Madrid.

Ci sono poi difficoltà più legate al campo, testimoniate dal calo di risultati e dal cambio di guida tecnica (da Wiktorowski a Fissette). Sul piano psicologico forse le “botte” più dure sono venute dalla sconfitta contro Zheng Qinwen nel torneo olimpico di Parigi, dove era grandissima favorita (non perdeva sui campi del Roland Garros dal 2021) e dalla semifinale all’Australian Open 2025 contro Keys, dopo avere avuto match point a favore. Partite difficili da digerire soprattutto per chi era abituata quasi sempre a prevalere, magari sul filo di lana, nelle occasioni davvero importanti.

Ma ci sono anche problemi tecnici non risolti che la concorrenza ha sempre più imparato a evidenziare: una battuta attaccabile e piuttosto prevedibile (specie sulla seconda di servizio) e un dritto che ha bisogno di tempo nella preparazione per essere efficace. Sotto questo aspetto ci sono stati alcuni match che lo hanno dimostrato in modo chiaro: la sconfitta con Pegula allo US Open 2024, la “serie nera” con Ostapenko (che l’ha ormai battuta su tutte le superfici, terra battuta inclusa); e infine il rovesciamento nei testa a testa con Gauff: dopo le 11 vittorie a 1 siamo passati a un parziale di zero a tre. Con l’ultimo match di Madrid, appunto, nel quale ha raccolto appena due game. Lascio da parte le difficoltà sull’erba perché quelle ci sono sempre state anche nel periodo di massimo successo. Fino allo scorso anno Wimbledon sembrava il suo maggior cruccio, ma oggi è diventato un tema sullo sfondo, visto l’emergere dei nuovi problemi.

Durante la semifinale di Madrid Swiatek è sembrata incerta e frastornata, lontanissima dalla “macchina da guerra” dei tempi migliori. Pensare che potesse raccogliere solo due game contro Gauff sulla terra battuta, sino a pochi mesi fa sarebbe apparsa fantascienza. Ora arrivano due impegni sulla terra rossa più lenta, Roma e Parigi, nei quali Swiatek aveva dimostrato di avere un chiaro vantaggio sulle avversarie. Proprio per questo si presentano come due tornei spartiacque: l’occasione migliore per lasciarsi alle spalle i problemi oppure, in caso di esiti negativi, per aggravare ulteriormente le difficoltà.

3) La crisi di Rybakina e la fragilità del tennis ceco
Dicevo a inizio articolo che a Madrid 2024 erano state tre le giocatrici protagoniste: Swiatek, Sabalenka e Rybakina. A distanza di un anno Rybakina ha perso lo status di “big three”, e fatica a ritrovare un rendimento all’altezza dei momenti migliori. Nel 2025 ha raccolto buoni punti con le semifinali a Doha e Dubai, ma nei tornei più importanti ha sempre deluso. Sarò prevenuto in positivo nei suoi confronti, ma sono convinto che Elena sia una giocatrice dalle enormi possibilità, mai del tutto espresse soprattutto per problemi di consistenza agonistica. Per questo ritengo che tutti i guai che l’hanno afflitta di recente (la questione con il coach Vukov e i ripetuti malanni fisici), non siano solo una disdetta per lei, ma per l’intero circuito WTA. Secondo me Rybakina avrebbe le potenzialità per giocarsela stabilmente ai vertici con le migliori, ma il rendimento attuale è molto lontano da quei livelli.

Chiudo con un tema che rischia di passare inosservato. Che non sia una fase molto positiva per il circuito WTA lo testimonia anche la quasi totale assenza del tennis ceco in Spagna. A Madrid, infatti, per problemi fisici non hanno giocato Muchova, Vondrousova e Krejcikova. E certo non è bastata la presenza della rientrante Kvitova per colmare il vuoto: Petra dopo la maternità (e a 35 anni compiuti) ha perso all’esordio da Volynets (numero 70) per 6-4, 6-0, subendo un parziale di zero giochi a undici; parliamo della stessa Volynets che al turno successivo ha raccolto solo tre game contro Diana Shneider (6-1 6-2). Insomma, la strada della competitività per Kvitova sembra parecchio in salita.

E così la nazione che ha vinto più Fed Cup negli ultimi anni, che ci aveva abituato ad avere stabilmente almeno una top 10, si ritrova ai margini dei grandi eventi. Vondrousova non gioca dall’inizio di marzo, ferma per un problema alla spalla. Ricordo che Marketa non ha ancora compiuto 26 anni: è stata un talento precoce ma fragilissimo. Sinora nel 2025 ha disputato appena otto partite (4 vinte, 4 perse). Muchova non è da meno: non ha praticamente mai giocato una stagione WTA intera (quando ci è quasi riuscita è entrata in Top 10), e quest’anno non è scesa in campo a Madrid, fermata da una non meglio specificata “illness”. La novità è che sia Muchova che Vondrousova risultano in tabellone a Roma: dovrebbe finalmente essere l’occasione buona per l’esordio stagionale sulla terra.

Ma forse la situazione peggiore la sta attraversando Barbora Krejcikova: semplicemente non ha ancora gareggiato nel 2025, dato che il suo ultimo match risale alla semifinale delle Finals di Riyadh, nel novembre 2024. La causa è un grave problema alla schiena, dal quale non riesce a guarire.

Visto che stiamo avvicinandoci al Roland Garros ricordo che stiamo parlando della finalista del 2019 (Vondrousova, allora giovanissima, sconfitta da Barty), della vincitrice del 2021 (Krejcikova) e della finalista del 2023 (Muchova, battuta da Swiatek al termine di una grande partita). Ecco perché non si tratta solo di un problema che interessa la Repubblica Ceca, ma di una serie di assenze che oggettivamente impoveriscono tutto il tennis femminile. Insomma, se da Madrid 2025 non abbiamo avuto notizie molto incoraggianti sulla salute del circuito WTA, dobbiamo sperare che gli ultimi due grandi tornei sulla terra battuta invertano la tendenza.

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