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Eric Babolat: “Rafa Nadal e Carlos Alcaraz sono diversi, ispirano gli altri”

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di Tomás de Cos, pubblicato da AS l’11 aprile 2025

Babolat non è solo un’azienda che si dedica alla produzione di racchette da tennis, è molto di più. Diario AS ha partecipato a un pranzo, insieme ad altri giornalisti, con Eric Babolat, CEO dell’azienda francese, dopo aver visitato la fabbrica di corde in budello e quella di corde sintetiche del marchio, dove vengono preparate le racchette dei giocatori sponsorizzati dall’azienda lionese, tra cui lo spagnolo Carlos Alcaraz. Babolat è un’azienda che produceva corde per strumenti musicali e che, nel 1875, quando le regole del tennis erano appena state introdotte in Gran Bretagna, accettò la sfida di creare corde resistenti per i telai di legno delle prime racchette. “È un onore per me continuare la storia di questa azienda. È il lavoro di generazioni. Ci penso spesso, non stiamo celebrando il passato, ma quello che offriremo in futuro: ‘Radici e ali’”, spiega un sorridente e disinvolto Eric Babolat.

Non sappiamo quando si produsse la prima corda per il tennis, cioè in quale giorno specifico di aprile. Così ci siamo detti: festeggiamo il lancio. Non è solo una cosa di famiglia. Abbiamo più di 20.000 club e 20.000 negozi di tennis che sono partner e volevamo fare qualcosa con tutti loro e con i loro dipendenti, perché sono tutti parte di questa storia.”

Come iniziò tutto?
La notorietà dell’azienda derivava dalla qualità delle sue corde per strumenti musicali e chirurgiche, ma un tennista britannico andò dal mio bisnonno e gli chiese: “potresti fare delle corde speciali per me? e lui disse: “perchè no?” Fu un’avventura folle, immagina nel 1875, il tennis non esisteva, nessuno sapeva cosa fosse… abbiamo detto: proviamoci. Il seme dell’innovazione era lì. È così che sono state inventate le prime corde da tennis, due anni prima della prima edizione di Wimbledon. All’epoca non era nemmeno un business e ora siamo qui. Non ci occupiamo più di musica o chirurgia, ma solo di sport.”

Il marchio Babolat è legato a chi ama il tennis. Ne sarete orgogliosi…
Non molti sanno che è un nome familiare, ma è un marchio importante per gli amanti della racchetta. Sono orgoglioso e sento il valore che crea per i giocatori; il rapporto con il materiale, quando si pratica questo sport, è molto importante. Come in ogni azienda, dobbiamo occuparci di molte cose, ma alla fine creiamo emozioni per i giocatori e questa è una cosa importante…
“[Dirigere Babolat] è una pressione positiva. Il lavoro non è facile, ma la motivazione c’è. Spesso dico che lavoro più per il marchio che per l’azienda. Il marchio è importante perché piace alla gente, e questo valore non si trova da nessuna parte”, aggiunge.

Vorrei chiederle di Moyá, Nadal o Alcaraz e di come hanno aiutato Babolat a crescere negli ultimi decenni. Qual è il rapporto tra Babolat e l’“Armada Española”?
Siamo orgogliosi di dire che siamo francesi, ma credo che siamo anche orgogliosi della vicinanza con la Spagna. In Spagna abbiamo lanciato il marchio solo 30 anni fa, su 150 anni di storia. Eravamo negli anni ’90. Per molti anni il tennis è stato uno sport solo per gli appassionati e non era aperto al grande pubblico. Credo che la Spagna, nel 1992, sia stato l’ultimo Paese in Europa in cui il tennis è arrivato ad aprirsi e non solo per una nicchia di pubblico. Ecco perché molti giocatori, in altri paesi, quando siamo arrivati, dicevano: ‘oh, conosco Wilson, ma Babolat…. Perché dovrei scegliere quelle racchette?“ In Spagna, molte persone stavano comprando la loro prima racchetta e avevano Babolat, e dicevano: ‘Ok, perché no?’ Non c’era l’idea che Wilson fosse più importante, ed è iniziata così”.

È vero che abbiamo avuto Moyá, Corretja… l’Armada spagnola. Uno è bravo, l’altro vuole essere come lui; alcuni giocatori guardano altri giocatori di altri paesi. Moyá era un’icona, perché era divertente, era diverso, giocava in modo diverso. I suoi colpi normali erano colpi estremi per gli altri. Moyá è stato fondamentale per noi. L‘aspetto importante della racchetta Pure Drive era la sua leggerezza e la sua grande maneggevolezza, che gli consentivano di muoversi in aria molto velocemente, e quindi di realizzare i suoi colpi. La sua racchetta pesava 300 grammi, quando tutti i professionisti giocavano con racchette da 400 grammi, ed era completamente fuori dagli schemi. Inoltre, nel 1998 è arrivata la prima vittoria nel Grande Slam di un tennista Babolat. Carlos Moyá vinse con la nostra racchetta e le nostre corde.
Arantxa Sánchez Vicario ha vinto lo stesso anno con le nostre corde… È stato un grande inizio, abbiamo sentito davvero la differenza. Dicevamo: “Volete giocare con la racchetta? E loro rispondevano: ‘No, chi ci gioca? Prima di Moyá non c’erano grandi nomi, dopo la vittoria al Roland Garros (1998), la gente ci chiamava e diceva: “Vorremmo provare la racchetta blu di Moyá”. È stato davvero un grande cambiamento, in Spagna più veloce degli altri”.

segue a pagina 2

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