ATP Roma, Sinner: “Sono qui per vedere il mio livello, l’obiettivo è Parigi…Ubaldo dove sei?”
Jannik Sinner è tornato. Durante la prima conferenza stampa al Foro Italico, il numero uno del mondo si è mostrato disteso e rilassato, confessando anche che gli Internazionali d’Italia 2025 saranno un banco di prova per testare il suo attuale livello nella competizione. “Sono felice di essere tornato qui. Sono stati tre mesi molto lunghi – ha dichiarato Jannik – ci siamo allenati molto duramente, soprattutto in palestra all’inizio“, il quale ha colto la palla al balzo per smentire l’inizio di una nuova love story: “Sono stato anche molto sorpreso di vedere alcune foto, che non sono niente di serio. Non ho una relazione”. L’azzurro tornerà a calpestare la terra del campo centrale del Foro alle 19:00, in una sessione d’allenamento programma insieme al ceco Jiri Lehecka. Ecco le parole dell’altoatesino:
D. In Australia, hai detto di non esserti sentito a tuo agio negli spogliatoi. Qui ti aspetti di avere un benvenuto caloroso qui dai tuoi colleghi?
Jannik Sinner: “Il tennis è talmente individuale…non c’è squadra, ognuno ha le sue persone intorno. Non mi sono sentito quasi con nessuno. Un pochettino con Jack, ovviamente, che è venuto ad allenarsi con me, siamo ottimi amici. Poi dopo è venuto Sonny (Lorenzo Sonego, ndr), ci siamo sentiti molto bene. All’inizio della sospensione ho avuto dei messaggi sorprendenti di alcuni giocatori, da qualcuno mi aspettavo qualcosina, ma non è arrivato nulla. Alla fine è normale, ognuno vuole vincere, non c’è stata nessun videochiamata con nessun giocatore. Andrà tutto bene, cerco di ritrovare me stesso in campo, è importante per me“.
D. Nel momento in cui giocherai il primo punto, quale pensi sarà la cosa che ti verrà più facile all’inizio e quale la più difficile?
Jannik Sinner: “Sicuramente la cosa più bella è entrare in un campo, di nuovo, e vedere la gente, il tifo, e tutte quelle robe lì. Dall’altra parte c’è la pressione, c’è magari qualche dubbio di vedere a che livello sto giocando, però non ho paura di andare in campo. Sono solo felice di essere qua. Credo che abbiamo fatto il massimo in questi mesi, anche di essere qui abbastanza freschi e pronti per giocare”.
D. La sinner-mania da cosa nasce?
Jannik Sinner: “Sono un ragazzo di 23 anni molto semplice. Sono bravo a giocare a tennis, però non cambio il mondo. Prendo le cose come vengono. Il successo non può cambiare il modo di come uno è. Mi ricordo sempre da dove sono partito, un paesino di duemila persone, in montagna. Giocare qui a Roma davanti a tante persone è tanta roba. Credo più all’essere onesto, non essere finto. Quelle cose fanno tanto, e sono apprezzate dalla gente”.
D. Torni qui con l’idea di battere chiunque?
Jannik Sinner: “L’obiettivo sarà Parigi. Sono qui per vedere a che livello sto giocando. Non sono qui per battere chiunque, ma sono qua per provare a passare il primo turno e poi vediamo cosa succede. Ogni partita è difficile. Devo mettermi in testa che ho un avversario al giorno, sono tante cose, però siamo molto tranquilli, stiamo bene fisicamente e siamo riposati. Questo pagherà a fine stagione”.
Ubaldo Scanagatta. È vero che sei stato un mese senza toccare la racchetta? Forse non succedeva da quando avevi 5 anni…Ma quando sono passati i 30 gg avevi voglia di riprenderla subito in mano o ci saresti stato anche per 35?
Jannik Sinner: “Dove sei Ubaldo…non ti vedo…ah eccoti …mi sono mancate le tue domande (e ride rilassandosi come non era accaduto fin lì) Sono contento di come siano andati questi mesi. Abbiamo fatto più o meno un mese senza toccare la racchetta. Abbiamo iniziato piano. Quando abbiamo iniziato a spingere sono uscite le vesciche sulle mani. Una sensazione che non provavo da tanto. Però sono contento di come siamo andati, il primo giorno, quando ho avuto di nuovo tempo per andare in campo non abbiamo avuto questa fretta enorme, perché uno o due giorni non cambiano la vita e ci vuole tempo“.
D. Quest’anno ti ha fatto capire delle cose? Sei tornato più arrabbiato? Disilluso?
Jannik Sinner: “Non è cambiato niente. Mi sento come l’anno scorso, sicuramente mi sento più libero. Ho capito che fuori dal campo è importante avere delle persone intorno. Ci sono persone che vivono con i tuoi ritmi, e questo è un po’ cambiato. Ho vissuto le mie giornate coi ritmi di altre persone, mi ha fatto molto piacere. Sono contento di come abbiamo gestito, perché non era facile”.
D. Al momento della sospensione, hai detto che hai avuto delle reazioni, anche nel corpo, che non ti aspettavi.
Jannik Sinner: “Sono successe delle cose fuori dal campo che non erano semplici. Ho capito che anche non giocando a tennis sono una persona importante, con tanta attenzione giornaliera intorno a me. Lo vediamo anche con le piccole cose. Anche una foto può essere vista in un modo totalmente diverso della realtà. All’inizio ero un po’ confuso, perché non sapevo cosa volessi fare, poi sono andato a casa, sono rimasto lì con la mia famiglia. So quanti sacrifici ho fatto, e l’abitudine giornaliera che è molto stressante, cioè allenamenti, allenamenti, allenamenti…e in quel momento lì non avevo niente di questo. Ho dovuto capire cos’era importante, sono le persone fuori dal campo che ti danno la forza di andare avanti, di sorridere. Siamo felici di essere qua, vediamo come va il primo torneo”.
D. Ti ritieni fortunato che il divieto sia stato di soli tre mesi e che quindi tu non abbia dovuto saltare nessuno dei Grandi Slam?
Jannik Sinner: “Per me è una buona notizia che non siano inclusi i Grand Slam. C’è una sorta di accordo. All’inizio non volevo farlo, quindi non è stato facile per me accettarlo perché so cosa è successo davvero.
Ma a volte dobbiamo scegliere il meglio in un momento molto brutto. Ed è quello che abbiamo fatto. Ora è tutto finito e sono felice di poter giocare di nuovo a tennis”.
D. Qual è stata la parte più difficile degli ultimi tre mesi, e quanto hai atteso il momento del ritorno?
Jannik Sinner: “Ad essere sincero, per me la parte più difficile è stata che all’inizio non potevo guardare nessun altro sport, nella vita reale.
Non so quanti lo sappiano, ma, ad esempio, stavo guardando una semplice partita di calcio in uno stadio. Non potevo andare a vederla. Volevo sostenere i miei amici nel ciclismo o negli sport motoristici.
Non potevo andare lì. Questa, per me, è stata la parte più difficile. Ma tutto sommato ho cercato di trarre il meglio da questa situazione, essendo pronto mentalmente, dal momento in cui ho ricominciato a giocare a tennis. E, sì, mi ha fatto molto piacere passare anche un po’ di tempo con la mia famiglia”.
D. Com’è stata l’accoglienza nel tornare qui e nel rivedere alcuni giocatori che forse non vedevi da tempo?
Jannik Sinner: “In generale, per me è un torneo con aspettative molto basse. Anche dal punto di vista dei risultati. Per me, questo è ciò che manca, è il feedback completo, dove si trova il mio livello. Questo arriverà lentamente con il passare del tempo. Dopo la prima partita, avrò una buona immagine di me stesso e del mio livello. Parlando di altre cose, con i giocatori, sono arrivato solo 45 minuti fa. Non ne ho visti molti. Ero giù, a parlare con alcuni giocatori. Al momento va tutto bene. Ma non ho visto la maggior parte di loro, quindi… È una sensazione molto strana, ancora una volta, all’inizio , essere circondati da così tante persone e attenzioni, ma è bello essere tornati, e io e la mia squadra siamo molto felici”.
D. C’è mai stato un momento, durante questa pausa, in cui ti è sembrato bello lasciare andare la racchetta, allontanarti un po’ dallo sport, magari per schiarirti le idee, o semplicemente non è stato piacevole?
Jannik Sinner: “Per me l’anno scorso è stato molto difficile.
Ho avuto molte pressioni personali, ho tenuto tutto sotto controllo e non ho potuto parlare con molte persone di quello che è successo. Mi sono trovata in una situazione difficile e all’inizio degli Australian Open ho faticato molto. Quindi è stato bello anche prendersi una piccola pausa.
Tre mesi sono un po’ troppi, è quello che è, ma una piccola pausa mi ha fatto bene. Ma sentivo che non stavo giocando da molto tempo. A volte il corpo deve ancora adattarsi, le vesciche alle mani si ripresentano perché non ci si è più abituati. Ma tutto va bene. Sono solo molto felice, molto curioso di vedere a che punto sono, e poi vedremo”.
D. Sei sorpreso di essere ancora il numero uno al mondo, che nessuno ti abbia superato nei tre mesi di assenza?
Jannik Sinner: “A dire il vero, non guardavo quasi nessuna partita, soprattutto all’inizio. Non seguivo nessun altro a Miami. Ovviamente ho visto i risultati, perché è normale, ma il tennis in sé non lo guardavo molto. Ho ricominciato da Madrid, cercando di studiare e di capire alcuni giocatori, che sono molto interessanti da vedere. Quindi, voglio dire, non potevo controllare nulla. Ci sono stati alcuni giocatori che hanno faticato un po’ di più e poi i nuovi giocatori e la nuova generazione stanno diventando sempre più forti. Quindi, sì, per me la cosa più importante è la Race per Torino, che ti dà un quadro più ampio di come i giocatori giocano in quel momento. E ora sono felice della posizione in cui mi trovo, ma sarei felice anche se fossi terzo o quarto al mondo, a dire il vero. Sono felice di essere tornato qui. Sono felice di giocare di nuovo davanti ai tifosi e di avere anche un obiettivo davanti agli occhi dove poter spingere”.