Gli Internazionali di Roma e quella gara tra Roddick e Verdasco: sono trascorsi vent’anni esatti dal bel gesto di Andy
5 Maggio 2005. Lo scenario era quello della sessantaduesima edizione degli Internazionali d’Italia. Si giocava, infatti, il terzo turno del torneo capitolino: Andy Roddick contro Fernando Verdasco. Il tennista americano a quel tempo era il numero 3 del mondo e a causa delle assenze contemporanee di Roger Federer e Lleyton Hewitt si era trovato a ricoprire anche il ruolo di prima testa di serie della prestigiosa competizione italiana. Sulla carta, dunque, Andy partiva da favoritissimo contro il ventiduenne mancino di Madrid, ma gli ultimi confronti tra i due erano stati delle vere e proprie battaglie. Tennis epico e per palati fini. In quel di Indian Wells l’aveva spuntata il giocatore statunitense: 7-6 al terzo set. Due settimane dopo, invece, in Florida (a Miami, per l’esattezza) era arrivata la rivincita di Fernando, con Roddick che si era dovuto fermare per un problema al polso.
Internazionali d’Italia e Foro Italico, dicevamo. Quel giorno il meteo minacciava pioggia, ma sulla terra battuta di Roma il clima era già caldissimo. Spingevano forte Andy e Fernando. Da fondo, soprattutto. Va da sé, naturalmente, che Roddick fosse superiore – di almeno una spanna – al proprio avversario. Basti pensare che sul 7-6 5-3, lo spagnolo si era ritrovato sotto 0-40 (con tre match point per Roddick). Gli dei del tennis, però, avevano in mente tutto un altro epilogo. Sì, perché dopo aver commesso doppio fallo, Verdasco era già pronto ad uscire dal campo e a salutare la compagnia. Incredibilmente, però, lo sportivissimo tennista a stelle e strisce non era d’accordo e anziché andargli incontro per stringerli la mano e per i soliti convenevoli di fine gara, era andato a controllare la palla (lunga) colpita da Verdasco solo qualche secondo prima, facendo segno all’arbitro che per lui era buona. Sì, insomma, Andy aveva trovato il segno e fatto cambiare giudizio all’arbitro. Una piega inaspettata, dunque. Come in un film di Fincher.
Successivamente, Verdasco aveva annullato anche gli altri due match point, e poi anche un quarto. E nel game successivo aveva strappato il servizio ad A-Rod portandosi sul 5-5. Un’altra gara, in pratica. E con una trama totalmente inaspettata. I due protagonisti in campo? Roddick era rimasto fermo a quel (bel) gesto di grande fair-play, Verdasco era letteralmente rinato. Così, il madrileno aveva cominciato a bombardare da ogni parte del campo, portando prima a casa il tie break del secondo, quindi piazzando il break subito in apertura del terzo e decisivo set. La risalita iberica non solo era cominciata, ma era andata incontro anche ad un epilogo inaspettato. Grazie al bel gesto di Roddick, infatti, Verdasco era riuscito a portare a casa il match, qualificandosi così per i quarti.
A chi, nella successiva conferenza stampa, gli aveva fatto i complimenti per il suo gesto di grande sportività, Andy aveva risposto laconico: “Non ho fatto niente di straordinario. Se l’arbitro avesse deciso di scendere dal seggiolone per controllare la palla avrebbe preso la mia stessa decisione. Gli ho solo risparmiato la strada”. Inimitabile. Come quel 5 maggio di esattamente vent’anni fa.