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Tennis in costiera – La perla nascosta  (ma non troppo) di Positano

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Tra mare e roccia, incastonato nella verticalità mozzafiato della costiera amalfitana si trova uno dei campi da tennis più scenici del panorama mondiale.

Il setting è quello dell’elegante hotel San Pietro di Positano, storica struttura ricettiva del litorale campano nonché icona indiscussa di stile e vacanze all’italiana dal 1970. Nato dall’intuizione di Carlino Cinque, già fondatore nel 1934 dell’hotel Miramare in centro a Positano, l’albergo è oggi gestito dalla terza generazione della famiglia Cinque, unica depositaria e indefessa interprete della filosofia del suo antenato fondatore.

La struttura, che apre le sue porte agli ospiti da aprile a fine ottobre, conta 55 camere, tutte rigorosamente con vista mare, e 2 ristoranti, di cui uno, lo Zass, decorato con stella Michelin dal 2002. Quella del San Pietro non è però solo una storia di hôtellerie e imprenditoria familiare di successo, ma anche una storia di tennis.

Inaugurato poco dopo l’apertura dell’albergo e affermatosi come fiore all’occhiello della sua offerta già dagli anni dell’era Borg-Connors, il campo in veloce del San Pietro ha richiamato, e continua a richiamare, l’attenzione di illustri componenti del jet set mondiale e grandi nomi dell’olimpo tennistico. Tra coloro che hanno preso in mano la racchetta sul campo del San Pietro nel corso dei suoi oltre 50 anni di onorata carriera, spiccano giocatori del calibro di Maria Sharapova, Ilie Nastase, Patrick McEnroe, Gabriela Sabatini e Martina Navratilova. Anche se, a detta dei fratelli Carlo e Vito Cinque attuali proprietari della struttura, il ricordo più emozionante rimane quello legato alla visita dell’ex numero 1 spagnola Arantxa Sanchez Vicario, la cui classe espressa sul campo veniva accompagnata da prove di tenacia ed intensità quando decideva di correre su e giù per i 440 gradini che portano dall’ingresso dell’albergo alla spiaggia, fino a 30 volte di fila.

Anche a livello amatoriale, diverse pagine di storia del San Pietro sono state scritte intorno al suo celebre campo di gioco. Appuntamento fisso è infatti diventato nel corso degli anni il Torneo di Tennis “Carlino”, disputato ogni settimana di Ferragosto fino al 2001. Originariamente ideato dal Cav. Mario Peruzy e figli, il torneo “Carlino” si è reso teatro di avvincenti incontri ad alto tasso agonistico seguiti da memorabili cerimonie di premiazione, con riconoscimenti ai vincitori gentilmente offerti da clienti storici del San Pietro quali il maestro orafo Gianmaria Buccellati e il proprietario della celebre maison di Champagne Taittinger Jean Claude Meyer.

Così come il design delle stanze al San Pietro, anche il campo da tennis deriva la sua unicità dalla necessità (e privilegio) di doversi adattare al contesto naturalistico in cui è immerso. E la sua è anche una storia di resilienza. Il campo viene infatti inondato sistematicamente dalle mareggiate invernali durante il periodo di chiusura dell’albergo, per poi essere riscoperto ad ogni primavera sotto una coltre di detriti rocciosi e polpi costieri in visita. Riparazioni e rifacimenti ex-novo del manto sono all’ordine del giorno nella routine annuale di riapertura della struttura al pubblico, ma questo non scoraggia la proprietà che vede in quel delicato rettangolo verde una preziosa gemma da preservare.

E se vi state chiedendo se la recente tennis-mania abbia investito anche il campo del San Pietro, la risposta è, ovviamente, sì. Il general manager dell’albergo Andrea Zana ci ha spiegato come la reception ormai riceva dalle 3 alle 4 telefonate al giorno da parte di tennisti di tutte le nazionalità pronti a fare carte false per prenotare un’ora sul campo dell’hotel. E non solo, svariate sono anche le richieste di accesso al campo che settimanalmente lo staff del San Pietro si ritrova a gestire da parte di brand o influencer alla ricerca dello scatto perfetto in una cornice tanto suggestiva. Tuttavia, in mezzo a questo incessante turbinio di attenzioni, l’imperativo dei gestori del San Pietro rimane saldamente ancorato ai valori fondanti della sua filosofia alberghiera, ossia la priorità assoluta riposta nell’attenzione al cliente e nella tutela della sua privacy. Ed è per questo che, per fortuna o purtroppo, l’utilizzo del campo rimane ad uso esclusivo degli ospiti dell’albergo, un’esperienza onirica immersa in un’atmosfera di assoluta intimità e discrezione.

È in questa ambientazione pittoresca da Dolce Vita che il campo da tennis del San Pietro continua a far innamorare chiunque abbia la fortuna di incrociarlo. Ammirandolo dall’alto, tra l’azzurro del mare, il rosso degli ibiscus e il verde della macchia mediterranea, il campo del San Pietro sembra voler mettere in bella mostra i tre colori simbolo della stagione tennistica, come se il suo legame con il nostro sport fosse codificato negli elementi naturali che lo circondano. Un (rett)angolo di paradiso capace di far incontrare felicemente gioco ed estetica, dando origine a sfide tennistiche da mille e una notte.

Edoardo Bizzarri

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