WTA Madrid, Sabalenka: “Essere n.1 mi dà la sensazione che la mia vita non sia stata una perdita di tempo”
Da Madrid, il nostro inviato
Per la terza volta in carriera, Aryna Sabalenka è la campionessa del Mutua Madrid Open. Dopo un torneo mai veramente in dubbio, dove anche quando si è trovata in difficoltà sul campo ha saputo vincere di testa e di esperienza, dimostrando il suo valore da n.1. Che aumenterà ancora di più da lunedì, quando avrà oltre 4000 punti di vantaggio su Swiatek. E ne è, ovviamente, ben felice, come ha spiegato in una conferenza stampa con il sorriso sulle labbra (e una coppa di fragole acquistata in uno dei punti di ristoro della Caja Magica, che aveva chiuso e poi ‘ha aperto apposta per me’, dalle parole della bielorussa).
D: “Puoi spiegarci cosa significa e cosa serve per essere la migliore giocatrice del mondo?“
Sabalenka: “Onestamente è pazzesco per me, ho lavorato tutta la vita per raggiungere questo obiettivo, ed essere in cima alla classifica significa molto. Mi dà la sensazione che la mia vita non sia stata una perdita di tempo e che sono dove devo essere, dove dovrei essere. Questo richiede molto duro lavoro, ma ora sono molto felice di essere una delle migliori giocatrici al mondo e di vincere questo bellissimo trofeo“
D: “I tuoi tre titoli sulla terra sono stati vinti qui a Madrid. Quest’anno cosa potrebbe esserci di diverso al Roland Garros?“
Sabalenka: “Non lo so, ma spero che sia diverso (ride). Onestamente, ho più fiducia nel mio gioco sulla terra battuta. In passato ho avuto battaglie molto dure nelle ultime fasi del torneo. Sono stata lì in semifinale e sono stata molto vicina a raggiungere la finale. Voglio solo andare là fuori e competere, combattere. Fisicamente e mentalmente sono pronta a lavorare su ogni punto, e spero davvero che quest’anno sia diverso“
D: “Sei un’atleta felice, una tennista felice, ma lavori duramente. Ti muovi meglio in campo e provi le palle corte perché colpisci così forte che devi controllare, quanto ti sei evoluta rispetto a quando giocavi in doppio con Mertens?“
Sabalenka: “Essere un’atleta significa lavorare sempre su sé stessi, migliorarsi sempre, fare un passo indietro, guardare il proprio gioco e vedere cosa si deve migliorare, andare in campo e lavorare per questo. Ho lavorato molto duramente e ho migliorato il mio gioco portando varietà, penso che sia la chiave più importante nella maggior parte delle partite in questo momento. Sono molto contenta di essere riuscita a migliorare, in tutto: il movimento, il mio gioco di tocco è molto migliore in questo momento, mi fido molto di più. Come se cercassi di andare a rete, non so se finora ci sono riuscita, ma ci sto provando (ride). Penso che si debba sempre lavorare su sé stessi e cercare sempre qualcosa per migliorare e migliorarsi“
D: “Hai mai giocato contro una giocatrice che colpisce la palla più forte di te?“
Sabalenka: “Non lo so (ride). Forse le volte mi allenavo con i ragazzi. Mi sono allenata con Rublev, è stato davvero intenso, dopo cinque minuti già non ce la facevo più. Ma a volte la potenza non è la chiave. Puoi colpire molto forte ma non nel bersaglio giusto. Ma penso che i ragazzi servano più forte, ovviamente“
D: “Volevo chiederti della mosca“
Sabalenka: “Ho detto al mio team che devono iniziare a parlare inglese nel campo, in modo che la gente capisca qual è il senso di tutto. C’è stato un momento, credo sia stato contro Mertens, in cui ho perso il primo set e stavo tornando in campo. C’era molto rumore e non riuscivo a sentire quello che diceva il mio allenatore, e non volevo davvero sentire quello che diceva, così gli ho fatto un gesto a mo’ di saluto. Non ho sentito quello che diceva, ma poi ho guardato il video e mi ha detto: “Oh, sì, ci sono delle mosche in giro, tante mosche”, il che era già abbastanza divertente. Poi, nella partita successiva, non l’ho più visto, e ho visto il video di loro che tenevano in mano una specie di schiacciamosche. E io pensavo: “Ok, ragazzi, siete così divertenti”. Poi alla fine del torneo hanno applaudito. Prendiamo tutto con sarcasmo e ci prendiamo in giro a vicenda. Questo è il bello del mio team, che non prende mai le cose sul serio e sul personale, e prende sempre in giro me e io prendo in giro loro, quindi penso che questa sia la chiave per stare in pace“
D: “Ai vertici di qualsiasi sport è sempre bello avere qualcuno che ti sta col fiato sul collo per spingerti a fare sempre meglio. Al momento non è proprio così, sei in testa con circa 4.000 punti di vantaggio. Hai bisogno di qualcuno come Iga o di qualcuno che ti spinga far meglio? O se sei in grado di trovare questa spinta da te stessa?“
Sabalenka: “Credo di essere in grado di trovare quella spinta dentro di me. Non è che io abbia sempre le partite più facili, tutte possono spingermi a lavorare duramente per ogni punto. In ogni caso, ogni volta che sono in campo, c’è una sorta di lotta e devo superare alcune cose, e in alcuni incontri mi sto impegnando molto. Ora Iga è al suo meglio, il che va assolutamente bene, ma so che tornerà. Sto solo lavorando per il futuro, cercando di migliorare il mio gioco il più possibile, in modo da essere pronta per chiunque si presenterà in campo“
D: “Qual è l’aspetto più difficile e impegnativo nell’essere costanti e fornire prestazioni di alto livello ogni settimana, visto quanto è lunga questa stagione e quanto può essere dura?“
Sabalenka: “Credo che la gestione del proprio corpo sia la più impegnativa. Ma ho un team fantastico e finora è andata bene. Credo che questa sia la sfida più impegnativa. Ogni volta che mi presento ad un torneo, non è che pensi a quello precedente. Penso: “Ok, come vuoi, lasciamo le cose come stanno”. Sono felice, festeggiamo, ma poi mi lascio tutto alle spalle e ricomincio da capo. Credo che questo funzioni molto bene e che non rimanga impresso troppo a lungo tanto nei successi quanto in alcune sconfitte difficili. Come la memoria corta, credo che questa sia la chiave“