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WTA 125 Saint-Malo: Naomi Osaka approda in finale  

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Naomi Osaka raggiunge la finale del Challenger di Saint Malo, per cui aveva chiesto e ottenuto una wild card. Sulla terra francese, la giapponese, testa di serie numero 2 del torneo, sta provando a ritrovarsi e ritrovare i propri colpi, ancora rimasti pressoché inespressi dal suo ritorno alle competizioni dopo la maternità. Osaka ha sconfitto in semifinale Leolia Jeanjean, in una partita non priva di intoppi per la campionessa slam. Dopo aver dominato il primo set, Osaka si è presentata a servire per il primo set, ma ha perso la battuta, anche se ha poi rimediato in risposta e si è imposta per 6-2. Il secondo parziale si apre con un improvviso e inaspettato break subito da Naomi sull’1 pari, complice anche un doppio fallo, non certo il primo dell’incontro. Se lo riprende immediatamente a zero, ma cede nuovamente il servizio a Jeanjean, che si guadagna l’opportunità di servire per prolungare la partita al terzo, chiudendo poi con il punteggio di 6-4. Dopo il black out in chiusura di set, Osaka torna a far valere la propria classe difronte alla numero 107 del mondo e si porta a casa il match con un pesante 6-0, pur tribolando ancora troppo nei turni al servizio. Sono stati 12, infatti, i doppi falli per la giapponese. 

Naomi dovrà ora vedersela con una tra Viktorija Golubic e Kaja Juvan. Dopo aver sconfitto al primo turno la croata Marcinko, sulla sua strada ha incrociato tutte francesi: Diane Parry, Elsa Jacquemot e, appunto, Jeanjean. E, insieme a Jeanjean, stata è proprio Parry ad aver messo in maggiore difficoltà Osaka, dominando il primo set dell’incontro 6-2. La nipponica è poi salita in cattedra ed è riuscita a portare a casa il match. Aggiudicandosi il trofeo finale, la ex numero 1 del mondo rientrerebbe in top 50 e sarebbe un primo passo per riacquisire la fiducia che le sta mancando. 

Non è iniziata nel migliore dei modi la stagione per la quattro volte campionessa Slam, che lo scorso anno era tornata alle competizioni dopo la nascita della figlia Shai. Eppure la finale raggiunta a Auckland era stata un bel segnale per la tennista, che tornava nell’ultimo atto di un torneo dopo tre anni. Poi il ritiro per un infortuno agli addominali quando conduceva di un set contro Clara Tauson aveva fatto riemergere alcuni dubbi, soprattutto perché non era il primo problema fisico che Naomi ha dovuto affrontare dal rientro. La nipponica si è vista costretta poi a alzare bandiera bianca anche agli Australian Open contro Belinda Bencic al terzo turno, non prima di aver ottenuto una grande vittoria in rimonta contro Carolina Muchova.  

In seguito niente sembra essere andato più nel verso giusto per Osaka, che ha come miglior risultato gli ottavi di finale di Miami, da cui è uscita sconfitta contro Jasmine Paolini in tre set. 

Neppure l’inizio della campagna sulla terra battuta ha portato soddisfazioni a Naomi, con l’uscita di scena al primo turno del torneo di Madrid contro Lucia Bronzetti, superficie sulla quale già lo scorso anno aveva costretto Iga Swiatek agli straordinari al Roland Garros

È per questo che la scelta è ricaduta sui Challenger. Scendere di livello per ripartire e, soprattutto, macinare partite. Perché Naomi ha bisogno di giocare, di mettere tennis nelle gambe e nelle braccia. Era stata lei stessa a dichiarare di sentirsi fisicamente in forma per affrontare al meglio le settimane sul rosso. Il problema, quindi, appare legato al feeling con i propri colpi e alle sensazioni che prova sul campo, non ancora quelli dei suoi massimi livelli.  

L’ambizione non le manca di certo. L’obiettivo che si è posta è di quelli storici: vincere Roland Garros e Wimbledon per completare il Grande Slam. Un passo alla volta. 

Beatrice Becattini 

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