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“Ricordi quando il tennis era più facile?” Ma lo era davvero? Zverev e Bublik hanno ragione?

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Alexander Bublik avrà anche tanti difetti, ma di solito non sbaglia quando lancia una previsione. Nel 2021, a Miami, definì Sinner “non umano”; sappiamo tutti com’è andata a finire. Nel 2025, perdendo contro Jakub Mensik al Master 1000 di Madrid, scherza con il giudice di sedia: “Ti ricordi quanto era più facile il tennis prima? C’era in top 50 gente che non riusciva neanche a muoversi…ora uno del genere non è neanche in top 10”. Premesso che il kazako, come sempre, ha un po’ esagerato nei termini, indubbiamente pone un lecito dubbio: è davvero così?

Davvero prima, qualche anno fa, era più facile raggiungere l’élite del tennis? Davvero ora il livello si è alzato così tanto? Alexander Zverev ha fornito, qualche ora dopo, la sua posizione: “È molto più difficile oggi raggiungere la top 10. La profondità di giocatori che possono arrivare è aumentata. La prima volta che sono entrato in top 10 era il 2017, otto anni fa. E in effetti la top 10 era molto forte e avevamo i quattro migliori giocatori del mondo con Novak, Rafa, Roger, Andy, Stan, del Potro. Ma il livello tra il n.10 e il n.20 e poi tra il n.20 e il n.30 era molto più basso di adesso. Sì, il top del top era incredibile, ma la ‘parte bassa’ ora è molto migliore”.

Sembra dar ragione a Bublik con queste affermazioni. Come se oggi il livello dei top player fosse leggermente inferiore (essendo ancora giovani non sono paragonabili ai Big Three nel 2017, tutti oltre i 30 anni) ma la classe media avesse alzato la voce. Vediamo se è davvero così, confrontando i giocatori tra l’undicesima e la trentesima posizione al 22 maggio 2017, ingresso di Zverev in top 10, con l’ultimo aggiornamento di classifica, datato 21 aprile 2025.

Numeri 11-20

20172025
11) David Goffin11) Lorenzo Musetti
12) Grigor Dimitrov12) Tommy Paul
13) Jo-Wilfried Tsonga13) Ben Shelton
14) Tomas Berdych14) Arthur Fils
15) Jack Sock15) Casper Ruud
16) Gael Monfils16) Grigor Dimitrov
17) Lucas Pouille17) Frances Tiafoe
18) Roberto Bautista Agut18) Stefanos Tsitsipas
19) Nick Kyrgios19) Felix Auger-Aliassime
20)Albert Ramos-Vinolas20) Tomas Machac
Età media: 27,2Età media: 25,2

Rispetto ad otto anni fa 9/10 sono diversi, la sola conferma è data da Grigor Dimitrov, che continua a stazionare vicinissimo ai gradini più alti. Dei 10 del 2025, solo Tiafoe era in top 100 ai tempi, ma da n.66. L’età media del 2017 è più alta di due anni rispetto a quella attuale, e ciò comunica due cose. In primis che molti giocatori erano già al loro picco, o lo avevano superato. Ed erano chiaramente, per forza di cose, giocatori meno continui sul lungo termine, quindi più facili anche da scavalcare in classifica. Questi due punti vanno sicuramente a sostegno della teoria di Zverev.

Degli attuali giocatori tra 11 e 20, solo Dimitrov ha più di 30 anni, ed è stato in top 3, come Ruud e Tsitsipas. Otto anni fa nessun giocatore aveva mai raggiunto, né lo avrebbe fatto poi, un ranking di tale portata. Molti di loro sarebbero state meteore ad altissimi livelli (Sock, Kyrgios, Pouille). Altri avevano già vissuto i propri anni migliori (Berdych, Tsonga). Altri ancora godevano di una classifica superiore al proprio potenziale (Ramos). La grande differenza si vede qui. Gli attuali giocatori presi in esame o sono giovani che puntano a migliorarsi e hanno ampi margini, o giocatori che dopo anni ad altissimo livello stanno scontando una discesa in classifica…tutt’altro che bolliti.

Le “note stonate”, e difficili da contenere in una precisa categoria sono due. In primis il sempre sottotraccia Tommy Paul. Che ripaga però con una costanza spaventosa, che lo vede raggiungere sempre almeno gli ottavi dei tornei a cui prende parte, rispettando la testa di serie assegnatagli. L’altro è appunto Tiafoe. Non un mostro di costanza, né uno specifico ammazzagrandi, ma è uno che conquista sempre punti sul cemento, e che ormai dall’aprile 2022 alberga stabilmente in top 30 (e più spesso in top 20, con una puntata in top 10). Dunque sicuramente il livello appena sotto il top si è alzato rispetto ad otto anni fa.

Numeri 21-30

20172025
21) Pablo Carreno Busta21) Francisco Cerundolo
22) John Isner22) Ugo Humbert
23) Pablo Cuevas23) Jakub Mensik
24) Ivo Karlovic24) Sebastian Korda
25) Richard Gasquet25) Karen Khachanov
26) Steve Johnson26) Alexey Popyrin
27) Gilles Muller27) Jiri Lehecka
28) Sam Querrey28) Hubert Hurkacz
29) Fabio Fognini29) Alejandro Davidovic Fokina
30) Juan Martin del Potro30) Denis Shapovalov
Età media: 30,3Età media: 25

Il confronto tra gli ultimi terzi di top 30 è ancora più impietoso. Basta anche guardare solo l’età media: ben cinque anni in meno nel 2025 rispetto ad otto anni prima. Certo, il 2017 è stato un forte anno di ricambio generazionale e ultimi scampoli per molti grandi giocatori, ma il dato rimane, abbastanza chiaramente. E in parte ricalca le parole di Bublik, riguardo la “mobilità fisica e l’agilità”, trattandosi di tutti giocatori in là con gli anni. E, per quanto alcuni di loro (Fognini, Isner, Carreno) si sarebbero tolti le maggiori soddisfazioni della carriera negli anni successivi, il confronto appare comunque impari.

Meno rispetto ai giocatori tra undicesima e ventesima posizione, questo è vero, ma comunque la “classe 2025” è più temibile. Specie perché in prospettiva appare più difficile da affrontare. E soprattutto con superiori margini di miglioramento. Korda e Lehecka sono dei classe 2000, Shapovalov è sempre lì lì per fare il colpo, Cerundolo è in crescita progressiva (uno dei quattro giocatori in attività a non avere un record negativo contro i top 10), Hurkacz vale una classifica chiaramente superiore e ha due 1000 in cascina. Senza citare Mensik, le cui grandi prestazioni hanno dato vita a questo articolo.

Tra i giocatori di otto anni fa occupanti queste posizioni, il “più giovane” è Carreno, all’epoca già venticinquenne. Tra i ragazzi odierni, di pochi si può dire “in top 10 non ci arriverà mai” o “in top 10 non ci arriverà più“. La differenza sostanziale è decisamente questa. Tutti giocatori capaci di ottenere grandi risultati e vittorie, di totalizzare un certo numero di punti che alza le soglie necessarie per entrare tra i migliori. Basti pensare che l’attuale n.30, Shapovalov, ha ben 400 punti in più di quanti ne avesse ai tempi del Potro. I dati sono abbastanza per trarre delle conclusioni.

Zverev ha ragione

Fa un certo effetto affermarlo in maniera così schietta, ma è la verità. Il punto di vista di Sasha, che ha confermato le parole di Bublik, ha preso in pieno l’effettivo stato delle cose. La classe media, tra l’11esima e la 30esima posizione, del 2025, è superiore a quella del 2017. A tratti di gran lunga. E, per quanto chiaramente ottenere una reale controprova sia impossibile, è innegabile che la teoria secondo cui sia oggi più difficile entrare in top 10 abbia delle solide basi.

Non possiamo affermare ancora con certezza se il livello dei primissimi di un tempo fosse migliore di quelli attuali…se non tra qualche anno. Cioè quando le carriere di Sinner e Alcaraz principalmente, e chissà di Draper e Fonseca, di Mensik e Fils, saranno abbastanza mature. Ciò che è certo è che oggi la competizione alla base della piramide dei migliori si è fatta più serrata. Lo dicono i nomi e lo dicono i numeri, non solo le sensazioni. Sì, il tennis si è democratizzato.

Ma, per ora, gli Slam rimangono territorio presidiato. Lo racconteremo nel prossimo episodio. Poco dopo che Lorenzo Musetti ha dato seguito concreto a quanto scritto, entrando in top 10. Dopo aver ottenuto una finale e (almeno) un quarto 1000 ha potuto festeggiare. In fin dei conti non è il tennis che è più facile. Il tennis è sempre uguale. È il resto che è più difficile.

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