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ATP Madrid, Arnaldi: “Sapevo cosa aspettarmi da Tiafoe. Posso giocare bene su ogni superficie”

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Da Madrid, il nostro inviato

L’Italia continua a brillare al Mutua Madrid Open. In attesa del grande match di Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi è diventato il quinto italiano (insieme allo stesso Muso, Sinner, Fognini e Berrettini) a raggiungere i quarti sia in un 1000 sul cemento che sulla terra. Al termine di una partita ai limiti della perfezione, con 23 vincenti e solo 12 non forzati, che gli ha permesso di superare in due set Frances Tiafoe.

Sono felice“, commenta il sanremese, “ho giocato una buona partita, conosco bene Frances, abbiamo giocato contro a Wimbledon una partita molto dura. Sono felice di aver avuto una sorta di vendetta, penso di aver giocato un buon match, ho gestito bene i momenti importanti, nel secondo set quando ho subito il break sul 5-4…subito l’ho ripreso. Quest’anno ho battuto Novak, due anni fa avevo battuto Ruud per perdere poi in set consecutivi, quindi dovevo migliorare. Devo solo provare a stare concentrato, migliorare sul mio gioco e lavorare. Ho giocato due buone partite, non vedo l’ora di giocare domani“.

Un risultato importante anche alla luce dell’ultimo periodo, non proprio idilliaco, di Arnaldi. Che sembra aver ritrovato il proprio miglior tennis: “Non venivo dal mio miglior periodo prima di Madrid, avevo perso due partite al primo turno, quindi era importante vincere il primo incontro. Avevo servito per il match contro Coric, poi ho subito il break, che ho ripreso sul 6-5…queste vittorie ti danno fiducia. Poi contro Novak ho semplicemente cercato il mio miglior tennis, contro Damir avevo già più fiducia, sono stato capace di fare il mio gioco“.

La partita di oggi chiaramente era sulla carta più complicata di quella di terzo turno, ma la preparazione tattica (e mentale) ha dato frutti importanti: “Sapevo cosa aspettarmi da Tiafoe, è un giocatore molto forte. Gioca molto bene in anticipo, sa anche stare rete, poi è molto aggressivo. Oggi ho cercato di farlo muovere, di essere aggressivo io e di prendere iniziativa“.

Lunedì sono stato fortunato nell’aver concluso il mio match“, prosegue Arnaldi commentando la giornata del blackout, “sono riuscito a finire la mia giornata e mi sono allenato anche al pomeriggio, quindi ho fatto tutte le mie cose. Da quel punto di vista sono stato molto fortunato, ero felice di aver finito la partita. Non è mai semplice interrompere, fare tutte queste cose, quindi da lì poi ho potuto fare le mie cose, poi al pomeriggio tardi è stato divertente perché eravamo tutti lì, non sapevamo cosa fare e siamo tornati a piedi tutti insieme; è stata una cosa diversa da fare“.

Infine una domanda che spesso viene posta, anche giustamente, a Matteo. E cioè su quale superficie, tra terra e cemento, si trovi meglio. Gioca così bene su entrambe che non è così facile scegliere in effetti: “Preferisco i campi in cemento, ma non mi cambia così tanto. Riesco a giocare su tutte e tre le superfici, anche se non ho ancora vinto una partita a Wimbledon, ma l’anno scorso ho giocato molto bene al Queen’s, battendo Humbert. Poi avevo perso al quinto contro Frances, che sarebbe uscito al terzo turno sempre al quinto contro Alcaraz. Posso giocare bene dappertutto“.

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