Doppi azzurri: è crisi? Errani/Paolini e Bolelli/Vavassori alla ricerca della forma perduta
Il tennis italiano continua a godere di ottima salute anche durante l’assenza di Jannik Sinner. Assenza fino a un certo punto, dal momento che il numero 1 del mondo non smette di far parlare di sé accumulando settimane in vetta al ranking a dispetto di un solo torneo giocato nei primi quattro mesi dell’anno. Non che, fosse stato superato in classifica, non si troverebbero mille altre scuse per nominarlo ogni giorno, magari per la sua fondazione o perché ne parla qualche ex tennista.
Lorenzo Musetti sta bussando alla porta della top 10, Matteo Berrettini è alla ricerca di continuità ma il livello c’è e nel giro di un paio di mesi ha battuto tra gli altri Djokovic, De Minaur e Zverev. E naturalmente Cobolli, Sonego, Arnaldi e Darderi, per citare i top 50, mentre l’attenzione si rivolge – speriamo non pericolosamente – sul diciottenne Federico Cinà che ormai pare dividere la sua attività tra Challenger e Masters 1000.
Ripassando però i successi del 2024, si nota come quest’anno stia mancando qualcosa. Certo, Jasmine Paolini, che sembra non giocare con la stessa libertà e gli stessi sorrisi della passata stagione, ma intanto ha piazzato una semifinale al WTA 1000 di Miami e un’altra a Stoccarda. A essere davvero sparito, almeno per il momento, è il supporto dei doppi, specialità innegabilmente di minor richiamo rispetto al singolare ma che ci ha regalato ulteriori soddisfazioni. E, non ce ne vorrà, ma si torna – anzi, si rimane – a parlare di Jasmine, naturalmente con la sua compagna di doppio Sara Errani che (in una carriera precedente, verrebbe da dire) è stata numero 1 del mondo e vanta il Career Grand Slam insieme a Roberta Vinci. Sara e Jasmine, entrambe attualmente al sesto posto del ranking di doppio, sono state una delle migliori coppie del 2024 con quattro titoli all’attivo.
Il primo è arrivato in febbraio a Linz ed era sembrato un po’ casuale, visto che dopo la sconfitta all’esordio in Qatar non avevano giocato insieme a Indian Wells. Ricomposta subito la squadra, anche perché un pio di settimane prima Jas aveva dichiarato di volersi qualificarsi per le Olimpiadi con Sara, a Miami hanno raggiunto la semifinale. Le due successive uscite al primo turno erano in realtà preparatorie per la sorpresa sulla terra di casa, il trionfo agli Internazionali d’Italia. Da lì hanno tirato dritto fino alla finale del Roland Garros, sconfitte da Gauff/Siniakova. Parigi dolceamara, dunque, ma le nostre vi sarebbero tornate alcune settimane dopo per saldare il conto in sospeso, vincendo la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici.
Non va bene allo US Open, dove tuttavia Sara vince il misto insieme ad Andrea Vavassori. In autunno arrivano il secondo titolo WTA 1000, a Pechino, e la qualificazione alle WTA Finals, un gran traguardo che porterà con sé qualche rimpianto: due le sconfitte con match point.
E quest’anno? Pareva parimenti promettente perché, dopo l’uscita al secondo turno in Australia contro Andreeva e Shnaider, in Qatar si erano presto prese la rivincita su Mirra e Diana mettendo il bacheca il terzo trofeo “1000”. Da allora, però, due eliminazioni al primo turno e altrettante al secondo, compresa quella di Madrid dove da seconde favorite del seeding si sono arrese a Mertens/Kudermetova.
Visto che abbiamo citato Vavassori, non è che la nostra prima coppia maschile se la passi molto meglio. Anche il ventinovanne Andrea e il classe 1985 Simone Bolelli stanno attraversando un periodo avaro di soddisfazioni, dopo un 2024 che, oltre ai successi a Buenos Aires, Halle e al Masters 1000 di Pechino, li ha visti finalisti a Melbourne e al Roland Garros e qualificarsi le le ATP Finals.
Quest’anno, la conferma della finale all’Australian Open tra i titoli di Adelaide e Rotterdam, poi due soli match vinti nei successivi cinque tornei in attesa di un non comodo esordio a Madrid contro Salisbury/Skupski.
È evidente che l’annata con due Slam e il n. 1 di Sinner (e potremmo fermarci qui), a cui aggiungiamo almeno la semifinale a Wimbledon e la medaglia di bronzo olimpica di Musetti, sarebbe stata indimenticabile anche se non ci fossero stati i risultati i doppi. Eppure, anche solo l’oro alle Olimpiadi e la presenza azzurra in tutte le specialità delle Finals non possono essere semplicemente considerati un piccolo bonus, un abbellimento non sostanziale dei risultati del singolare, bensì hanno concorso alla stagione straordinaria culminata con i successi in Coppa Davis e Billie Jean King Cup. E allora non resta che aspettare fiduciosi che Sara&Jasmine e Simone&Andrea si riprendano al più presto da quella che in definitiva potrebbe non essere altro che una temporanea flessione.