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ATP Madrid, Djokovic: “Una nuova realtà per me, ora penso a vincere una o due partite. Prima o poi doveva succedere”

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Come ti senti in questo momento? Come spieghi questa partita?
DJOKOVIC: Beh, ovviamente dopo aver perso una partita non ti senti bene, ma quest’anno purtroppo mi è già capitato alcune volte di perdere al primo turno. Sapevo che sarebbe stata una partita d’esordio molto difficile per me in questo torneo. Arnaldi è un ottimo giocatore, un giocatore di qualità. Non ho disputato molte partite sulla terra battuta. Mi sono allenato bene, ma è completamente diverso quando entri in campo per una partita vera. La cosa positiva è che mi sono divertito di più rispetto a Montecarlo o ad altri tornei, e questo è un buon segno. Ovviamente, però, il livello del mio tennis non è ancora dove vorrei che fosse. Ma, sai, è andata così: ho perso contro un giocatore migliore.

Avevi detto prima di Monte-Carlo che non avevi grandi aspettative per quel torneo. Mi chiedo quali fossero invece le tue aspettative per questo?
DJOKOVIC: Onestamente, non molto alte. Speravo di riuscire a giocare almeno una partita in più rispetto a Montecarlo. È una nuova realtà per me, devo ammetterlo. Ora provo a vincere una o due partite, senza pensare troppo ad arrivare in fondo ai tornei. È una sensazione completamente diversa rispetto a quella che ho avuto in oltre vent’anni di carriera da professionista, quindi è una sfida anche mentale per me affrontare questo tipo di emozioni, uscire presto dai tornei regolarmente. Ma questo, suppongo, è il ciclo della vita e della carriera (sorride). Prima o poi doveva succedere. Ora cerco di usare tutto questo come forza motrice per il futuro. Ovviamente, come ho detto più volte, i tornei del Grande Slam sono i più importanti per me. Questo non significa che non volessi vincere anche qui, volevo farlo, ma il mio obiettivo principale resta giocare il miglior tennis nei tornei dello Slam. Non sono sicuro di riuscirci al Roland Garros, ma farò del mio meglio.

Mi dispiace per oggi. Hai già accennato a quello che volevo chiederti, ma volevo che approfondissi: rispetto alle sfide che hai affrontato nella tua carriera, come vivi mentalmente questa nuova situazione?
DJOKOVIC: Beh, puoi immaginare: in vent’anni non avevo mai vissuto quello che sto vivendo negli ultimi dodici mesi. Uscite anticipate, e anche troppe. Fa parte dello sport, bisogna accettare le circostanze e cercare di sfruttarle al meglio per quello che verrà.Non posso certo sedermi qui e lamentarmi della mia carriera, non lo sto facendo. È solo una sensazione diversa che devo imparare ad accettare e gestire in un modo speciale.

Seguendo questo discorso, per noi è difficile immaginare Novak Djokovic che entra in un torneo senza pensare di poterlo vincere. Per te dev’essere davvero difficile da sopportare.
DJOKOVIC: Cerco sempre di essere ottimista e so di cosa sono capace.Però, sì, le cose sono cambiate: i miei colpi, il mio corpo, i miei movimenti… è una realtà che devo accettare. Cercherò di trarre il meglio da queste nuove circostanze, soprattutto nei tornei del Grande Slam, dove per me conta di più dare il massimo.Vedremo cosa succederà.

Ora sei sano, hai esperienza e successo. Senti ancora la pressione di vincere un altro Slam o è semplicemente: “se succede, succede”?
DJOKOVIC: La pressione fa parte dello sport e di quello che facciamo a questi livelli. Non se ne andrà mai, sarà sempre presente, anche se in forme diverse.Ogni volta che scendo in campo sento nervosismo, stress, emozioni – credo come tutti gli altri giocatori – ma anche eccitazione. Mi piace ancora competere, anche se è diventato più difficile per me, devo ammetterlo.Come ho detto, farò del mio meglio per il futuro. Al Roland Garros non arriverò come uno dei principali favoriti, magari questo mi aiuterà… chi lo sa, vedremo.

Hai vinto tutto: 24 Slam, l’oro olimpico che prima ti mancava. Ti chiedo: anche se è difficile rispondere adesso, pensi che oggi potresti aver giocato la tua ultima partita qui a Madrid?
DJOKOVIC: Potrebbe essere. Non sono sicuro se tornerò. Non so cosa dire. Forse tornerò, magari non come giocatore. Spero di no, ma potrebbe essere.

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