ATP Madrid, torna l’incubo ritiri: sono già tredici nella prima settimana
Ricordate l’edizione 2024 del Masters 1000 di Madrid? Nelle fasi finali è stato, di fatto, un torneo zoppo. Felix Auger-Aliassime arrivò in finale sfruttando il ritiro di Mensik al terzo turno, il forfait di Sinner nei quarti e un altro ritiro di un ceco, stavolta Lehecka, in semifinale. Fortunello il canadese (anche se poi perse l’ultimo atto contro Andrey Rublev), molto meno il pubblico, sia quello on-site che quello davanti alla tv, così come l’organizzazione del torneo.
Ebbene, il direttore Feliciano Lopez deve essere in preda a una sorta di déjà-vu. Anzi, se il buongiorno si vede dal mattino, lo scenario potrebbe assumere i contorni di un incubo. Non è ancora terminata la prima settimana del torneo e sono già tredici le rinunce tra uomini e donne nei due tornei di singolare: dieci nel tabellone ATP, tre in quello WTA. La mazzata più pesante è arrivata a inizio torneo, con il main draw già compilato: si tratta del forfait di Carlos Alcaraz. Il due volte campione alla Caja Magica ha dovuto alzare bandiera bianca per un infortunio all’adduttore, rendendo monco il tabellone poiché era la testa di serie numero due (al suo posto è entrato il polacco Majchrzak). Sono stati altri tre i giocatori ritirati prima di scendere in campo per l’esordio nel torneo: l’australiano Jordan Thompson (problema ad una schiena), lo spagnolo Roberto Carballes Baena (infortunio all’anca sinistra) e il giapponese Yoshihito Nishioka (motivo non precisato, ma il giapponese si è ritirato in tutti e tre i tornei disputati dall’Australian Open in poi).
Botic Van De Zandschulp è stato uno dei quattro lucky loser ammessi in tabellone a seguito dei forfait sopra citati, ma non ha completato il suo match di primo turno, ritirandosi nel terzo set contro Jan-Lennard Struff a causa di un problema ad una coscia. Altri due giocatori non sono stati in grado di completare i loro match di esordio: si tratta di Corentin Moutet (ma il suo, a essere onesti, è stato un ritiro a dir poco controverso, forse non dovuto a problemi fisici) e David Goffin, vittima di un problema ad un piede. C’è stato un tris di ritiri anche venerdì, nella giornata dei secondi turni della parte alta. Laslo Djere, dopo aver eliminato Fabio Fognini al primo turno, non si è presentato in campo contro Daniil Medvedev per un problema alla spalla sinistra; Gael Monfils ha fatto lo stesso prima del match contro Andrey Rublev per malattia; infine, in serata l’azzurro Flavio Cobolli ha beneficiato del ritiro di Holger Rune per un problema alla gamba destra. La sfortunata rassegna, per completezza, non può non far menzione anche di quanto accaduto nel torneo femminile, dove al momento ci sono stati tre forfait prima del torneo, e anche piuttosto importanti. Paula Badosa, la prima giocatrice di Spagna e numero nove del mondo, ha dato forfait un’ora prima del suo match di esordio per un infortunio non precisato; Karolina Muchova ha salutato la compagnia giovedì per malattia; e lo stesso ha fatto Anhelina Kalinina lunedì 21 aprile.
Non sono necessari raffronti con altri tornei per comprendere che si tratta di una situazione non così comune e che, forse, non è causata solo dalla sfortuna. Il tema del calendario troppo fitto è spesso ricorrente nelle dichiarazioni dei giocatori ed evidentemente c’è del vero, ma d’altronde i tornei sul rosso precedenti (Montecarlo, Barcellona e Monaco per gli uomini; Stoccarda e Rouen per le donne) non sono obbligatori. Madrid paga forse la collocazione a metà della stagione sulla terra battuta, con i giocatori e le giocatrici che tendono a fare un passo indietro, in presenza di un fastidio fisico, per non rischiare di non dover saltare anche i tornei successivi, nel momento in cui si entra nella fase più calda della stagione. A questo punto potrebbe esser messa in discussione la mossa di allungare gli eventi 1000 a dieci giorni: una soluzione che, a quanto pare, non è sufficiente a venire incontro alle esigenze di riposo dei giocatori e che è un’arma a doppio taglio poiché diluisce fin troppo le partite, rendendo poco attrattivi i primi giorni dei tornei e troppo poveri di partite gli ultimi.