Cobolli fissa gli obiettivi: “Vorrei entrare nei primi venti del mondo. Musetti? Un punto di riferimento”
Chiacchierata a tutto tondo per Flavio Cobolli nel corso del podcast TennisMania di OA Sport. Numerosi gli argomenti affrontati dal tennista azzurro (attuale numero 36 del ranking maschile). A cominciare dai propri esordi (anche calcistici): “Fino a 14 anni ho giocato a calcio e pensavo di diventare un giocatore” ha sottolineato l’atleta romano. “La mia famiglia mi ha sempre appoggiato, fino a 16 anni mi hanno sempre detto di divertirmi. Non mi hanno fatto mai pesare le sconfitte, sono sempre stati molto attenti nel lasciarmi vivere la mia vita. Oggi, invece, vedo tante famiglie che pressano i propri figli, in qualsiasi modo: nei risultati, nella costanza, nelle sconfitte. Invece, bisognerebbe dare il giusto peso agli errori. Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia perfetta da questo punto di vista e ne sono grato.“
Poi, l’attenzione del trionfatore dell’ultima edizione del torneo di Bucarest si è spostata sul tennis giocato e sull’atteggiamento da assumere in determinate gare: “E’ una cosa su cui sto lavorando. I ritmi del tennis sono molto alti, devo trovare una certa continuità. Da Bucarest ai tornei successivi, sono un po’ calato mentalmente. Certe volte il primo a non capirsi sono io” ha raccontato il ventiduenne capitolino.
“Ascolto tutto. Le interviste, le telecronache, i messaggi che scrivono le persone, le critiche, e sono sempre stato bravo a non dargli troppo peso. Devo migliorare, delle volte non riesco ancora a gestirmi. Proprio perché sono autocritico ai massimi livelli, pretendo sempre molto dal sottoscritto. Alcune volte vorrei poter vincere o lottare di più, ma non sempre ci riesco.” Idee chiare, anche per ciò che concerne la sconfitta rimediata in quel di Monaco contro Shevchenko: “E’ riapparso un atteggiamento drammatico. Mi sono reso conto di tante cose che non sono andate come dovevano. Una partita da annullare. Non c’è stato niente di positivo, ecco.“
Un’analisi lucida, lucidissima, anche quella riguardante gli obiettivi futuri. “Credo di aver fatto una stagione incredibile l’anno scorso e non ce lo aspettavamo. Sono arrivato a un punto in cui spero di poter crescere e migliorare il ranking rispetto all’anno scorso. Però, ecco, non mi sono dato obiettivi precisi. Vorrei giocare i grandi tornei come testa di serie, ovviamente, ed entrare nei primi venti del mondo. Però non ho obiettivi a breve termine. Ho tante lacune tecniche, secondo me, e devo limare queste cose per crescere ancora di più. Musetti? Siamo cresciuti insieme e sono contento dei risultati che sta ottenendo. Lo ammiro perché è sempre stato una persona umile. Lo prendo sempre come riferimento.“
Nel corso dell’intervista, c’è stato spazio pure per un po’ di amarcord. Come il ricordo della sconfitta rimediata contro la leggenda iberica Rafael Nadal durante il torneo di Barcellona. “Quella è stata una gara tremenda. Rafa è una persona d’oro, che ammiro tantissimo. Diciamo che era un periodo di riflessione, tant’è che sono partito per il torneo con il figlio di Santopadre e con un amico. Da soli, senza allenatori. Uscito dall’aereo ho saputo della sfida con Nadal e non l’ho vissuta come avrei voluto. Anche con Djokovic a Shanghai non l’ho vissuta bene, perché è sempre stato il mio idolo ed ero molto nervoso. Berrettini? E’ di Roma, abbiamo un ottimo rapporto. Anche lui è una fonte d’ispirazione e in Davis mi ha aiutato tantissimo. E’ una persona molto intelligente che quando può ti aiuta.”.
Riflessioni finali riservate alla delusione per la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Parigi e al ritorno di Sinner: “Ero sicuro di partecipare. Purtroppo non sono potuto andare per una questione di tempistiche. Però è stata anche un po’ la mia fortuna, perché nella settimana delle Olimpiadi ho disputato la finale a Washington…“. Sul ritorno di Sinner: “Non credo che ci metterà tanto per ritornare ai suoi livelli. Ovviamente, ha tutto il diritto di non partire come magari ci si aspetta. Jannik, però, è un professionista al cento per cento. Stiamo parlando del top del top. Sono sicuro che arriverà in condizioni fisiche migliori delle mie…” ha chiosato Cobolli, non senza un pizzico d’ironia.