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ATP Montecarlo, Musetti: “Oggi ne sono uscito da giocatore di alto livello”

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Una vittoria importante, importantissima, quella di Lorenzo Musetti al Rolex Monte-Carlo Master, sull’australiano Alex de Minaur, battuto 1-6 6-4 7-6(4).
A sorprendere, più che il risultato, è l’atteggiamento dell’azzurro, spesso vittima sei suoi stessi dubbi: oggi, come da lui stesso ammesso, ne esce da giocatore vero, da chi è pronto a diventare grande, a vincere anche quando lontani dalla propria miglior versione.

Dopo il primo set difficile, difficilissimo, abbiamo potuto ammirare un Lorenzo finalmente aggressivo, finalmente aggrappato alla riga di fondo e capace di variare prendendo il controllo dello scambio. Non certo una partita perfetta, con le consuete difficoltà sulla prima di servizio.

Domani, sarà lotta contro il numero 3 del mondo, Carlos Alcaraz, che, vincendo, tornerebbe sul secondo gradino del podio. Batterlo, sarebbe un’impresa, ma lo spagnolo, questa settimana, e, più in generale nel corso dell’intera stagione, non si è mai dimostrato capace di esprimere il proprio miglior tennis, se non per brevi momenti.

Queste la parole di Lorenzo Musetti in conferenza stampa

D. Partita ancora una volta iniziata non nel migliore dei modi, eppure sei riuscito a portarla a casa. Cosa ha fatto la differenza nei momenti chiave e nel tiebreak finale? Pensi che lui abbia perso la partita o che tu l’abbia vinta? Perché alla fine ha commesso molti errori non forzati.
Lorenzo Musetti: “Dopo quasi tre ore di partita, credo che sia difficile considerare certi errori come non forzati, specialmente dopo 20 scambi.
Ma certo, è stato lui a sbagliare un po’ di più nel tiebreak, però non è stato solo quello. La chiave del match, come è successo per tutta la settimana, è che non ho mai iniziato bene nessuna partita. Non riuscivo a trovare il ritmo, non riuscivo a trovare le buone sensazioni che invece sono arrivate alla fine.
Quindi sicuramente la cosa più importante è stata che ho fatto degli aggiustamenti, che sono sempre rimasto lì con l’atteggiamento giusto, e quella è stata la chiave
“.

D. Cosa significa per te essere in finale in un torneo così importante? In caso di vittoria, potresti entrare nella top 10. Cosa rappresenta tutto questo per te?
Lorenzo Musetti: “Significa tantissimo. Onestamente, è inaspettato. Se guardo a dove siamo partiti all’inizio della settimana, certo, sognavo di arrivare in finale, di avere la possibilità di giocare per la top 10, per il titolo, per tante cose.
Oggi voglio solo godermi questo momento e poi domani penserò alla partita, al piano di gioco e a tutte le emozioni che devo essere pronto ad affrontare
“.

D. Che tipo di esperienza è stata per te questa settimana? In campo hai detto che non ti sentivi sicuro del tuo gioco, hai faticato, hai giocato tante partite in tre set. L’unico match chiuso in due set è stato contro Berrettini. E poi ottieni il successo più importante della tua carriera.

Lorenzo Musetti: “Sì, direi che è stata una settimana sulle montagne russe, piena di emozioni e di cose sorprendenti. Perché ovviamente avrei potuto perdere il primo giorno contro Bu, o contro Lehecka, o con Stefanos. L’unico match davvero netto nel punteggio è stato quello con Matteo. Ma durante questa settimana ho sempre vissuto situazioni in cui dovevo correre di più, cercare di recuperare, inseguire l’avversario.
Spero che domani sia, non voglio dire più facile, ma che almeno parta meglio, ecco. Però sarò pronto a lottare anche se dovessi perdere il primo set, come è già successo diverse volte questa settimana
“.

D. Il tuo prossimo avversario sarà Carlos. Avete già giocato una finale ad Amburgo, che hai vinto. Pensi di poter trarre qualcosa da quella partita per domani?

Lorenzo Musetti: “Beh, direi che è passato parecchio tempo, tre anni fa. Quindi ovviamente siamo cambiati molto entrambi.
Quello che posso dire è che fu davvero una partita epica, un’altra montagna russa. In quella finale ero in vantaggio, poi ho perso il secondo set con molti match point. Dopo sono riuscito a risalire e a vincere. Quindi sicuramente la chiave di quella partita fu l’aspetto mentale, perché rimasi lì con la testa. Spero di riuscire a fare lo stesso anche domani
“.

D. Dove hai trovato la forza di reagire quando il match sembrava chiuso, con quel servizio a 212?
Lorenzo Musetti: “Forse è stata la fase più difficile della partita. Arrivavo da una situazione di vantaggio in cui non ero mai stato durante il match, ovviamente secondo me meritata. Alex ha giocato un gran game, rischiando, sul 5 4, con palle che erano praticamente nuove. Ha risposto molto bene e mi ha un po’ investito quel gioco lì. Il fatto di esserne uscito con il servizio, che per me è una cosa abbastanza inusuale, devo dire che è un passo in avanti. Anche solo l’aver avuto il coraggio di provarci“.

Ubaldo Scanagatta, Ubitennis: In tutte queste rimonte, credi di averne fatta una quasi miracolosa? Cosa significa essere, virtualmente, il nuovo numero 11 del mondo?
Lorenzo Musetti: “Ogni giorno si aggiungono momenti e situazioni diverse, e oggi, per come anche si è chiuso il terzo set, è stato il match in cui sono uscito da giocatore di alto livello, andandomi a prendere la vittoria nel tiebreak. Guardandomi indietro, sono sempre stato in situazioni complicate, tranne che nella partita con Matteo, comunque difficile sotto un altro punto di vista. Sul ranking…Non lo so ancora! (ride, ndr). Sarei ipocrita a dire che non so, ovviamente ne sono a conoscenza. Domani si gioca per un titolo, un titolo vero, il più grosso della mia carriera. Per l’ingresso in top 10 c’è ancora un avversario davanti che è uno dei migliori giocatori al mondo, batterlo sarebbe un’impresa storica. Domani sarebbero tanti gli obbiettivi che raggiungerei“.

D. Sei stato in campo 11 ore e mezza, come stai fisicamente?
Lorenzo Musetti: “Questa settimana fatica e dolore sono state due parole importanti. Sicuramente sono uno dei giocatori che ha giocato di più, ma non mi preoccupa più di tanto l’arrivare più stanco di lui: domani è una partita secca, due su tre, darò il massimo. Ora la priorità è recuperare in vista di domani, dovremmo giocare abbastanza presto, pioggia permettendo
“.

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