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Rassegna stampa – Berrettini regala il n. 1 a Sinner

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Fratelli d’Italia (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Chi trova un amico trova un tesoro. Mai detto fu più azzeccato per fotografare la vittoria di Matteo Berrettini su Sascha Zverev. La doppia missione del romano, finalmente tornato ad alti livelli, è compiuta. Superare il numero due al mondo e guadagnare un posto al terzo turno del Masters 1000 di Montecarlo e contemporaneamente fare un regalo a Jannik Sinner e all`Italia. Stoppando il tedesco, infatti, Berretto ha consegnato a Sinner la certezza aritmetica di tornare agli Internazionali da numero 1 al mondo. Per strappare il trono a Jannik prima del Foro, il tedesco avrebbe dovuto vincere Montecarlo, Monaco di Baviera e Madrid e Berrettini gli (e ci) ha tolto il pensiero. «Sono sicuro che Jannik tornerà allo stesso livello di prima – ha detto Matteo dopo la partita -. Per qualsiasi cosa, sa di poter contare su di me: penso che stia gestendo questa situazione nel miglior modo possibile e sono contento di avergli fornito questo assist. Ci siamo sentiti per l`ultima volta qualche settimana fa e tra di noi c`è sempre stato un grande rispetto reciproco: in questo momento, però, è giusto lasciargli i suoi spazi». Una partita, quella del romano, che sembrava segnata. Il pesante 6-2 con doppio break del primo set aveva spalancato le porte al pessimismo. E invece… Mai sottovalutare il sentimento potente che ha permesso a questo ragazzo vicino ai 29 anni (li compirà sabato, speriamo in campo) di ritrovarsi, riprendere il bandolo di una matassa che sembrava impossibile da sbrogliare tra infortuni e malumori. […] Berrettini ha fatto scelte coraggiose quanto difficili, lasciando Vincenzo Santopadre, quasi uno di famiglia dopo che lo aveva allenato per 13 anni, e affidandosi ad Alessandro Bega. Un tecnico giovane, un ragazzo che è stato capace di supportare e “sopportare” Matteo nei momenti più difficili, quando le nubi erano nerissime: «Devo ringraziarlo perché mi è rimasto vicino anche quando non volevo nessuno». Una pazienza che ha pagato e ha portato alla vittoria più importante della carriera di Berretto che mai aveva battuto un numero 2 al mondo: «Zverev è partito aggressivo fin dal primo game. Quando ha visto che stavo crescendo di livello, è calato un attimo ed è in quel momento che ho capito che avrei potuto fare qualcosa di importante. Il tennis è un gioco mentale: si può perdere contro il numero due del mondo, ma lo si deve fare dando sempre il massimo. Mi sono imposto di stare più vicino al campo e di avanzare quando possibile». […]

Matteo da impazzire (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Vi sono match che si vorrebbe non finissero mai, sono come libri nei quali ogni capitolo porta con sé il regalo prezioso di un sogno che continua, struggente per tutto ciò che è già accaduto, trepidante e irrequieto per l`attesa del gran finale. Belli da impazzire quando gli eventi si allineano dando forma a una dimensione parallela, che finisce per risultare simile alla vita di tutti noi, quando riusciamo a emergere dalle difficoltà, e cogliamo un obiettivo strappandolo alle mani di chi lo aveva d`improvviso sottratto. Matteo Berrettini è un interprete prezioso di vicende simili, autentiche avventure nelle vicissitudini universali, e si avverte quasi l’obbligo di fargli da spalla, aiutarlo, dargli un buon consiglio. Lo fa il pubblico, che si accora nell`errore ma monta come una marea quando le cose si mettono al meglio. Lo fa anche chi scrive, seduto su una sediola a inveire contro l`ingiustizia di un colpo finito fuori di quel poco, un granello di terra rossa appena, e accompagnare poi con costernate invettive le giocate migliori dell`avversario. L’ho sempre detto, Matteo è il tennis. Non di tutto, solo di una parte. Non è il re delle vittorie, ma delle emozioni. È il tennista per il quale si paga volentieri il prezzo del biglietto. E quando emozioni e vittorie si uniscono nel gran finale, allora si che tutto collima e ti fa stare bene. Ma a stare meglio di tutti è lui. Berrettini batte Zverev al termine di una progressione estenuante e ansiosa quanto liberatoria, nella quale prendono forma giocate preziose, tattiche limate e corrette alla bisogna, passanti che non ti aspetti ed errori provocati dalla bravura altrui. Un match nel quale fanno capolino orribili mostri evocati dall`animo dei contendenti. Un confronto a tratti rissoso, mai maleducato però, durante il quale il Matteo frettoloso e un po` confuso del set d`avvio, si è via via ripulito trasformandosi, neanche si fosse messo nelle mani del più affermato estetista. Sta bene Berrettini, ha gamba e risorse fisiche, ed è questa la novità che lo riporta ai livelli delle migliori stagioni. Gioca e pensa, spesso disfa, ma rifà da capo e corregge. È un altro già in avvio del secondo set, dopo che il primo è scivolato nelle grinfie di Zverev quasi senza colpo ferire (e due break a favore del tedesco). Finalmente aggrappato al proprio servizio, Berretto accetta di allungare quel poco gli scambi per cercare gli spazi migliori nei quali riversare la sua potenza di fuoco. Zverev sembra infastidito più dai rovesci slice di Matteo che non dai drittoni che ben conosce. Stavolta c`è un elemento in più sul campo cui adattarsi, e il tedesco non ci riesce al meglio. Quei biscioni sinuosi che gli propina Matteo lo traggono in inganno, si tramutano in murene, lo mordono. Se prova con la forza finiscono fuori, se ci va docile ne sorte una palletta innocua sulla quale Matteo può spingere tranquillo. C`è il break sul tre a due, Matteo vola 5-2 e chiude 6-3. Il pubblico si trasferisce quasi tutto dalla sua parte. Il terzo set, fra tutti, è il più concreto. Mat e Sascha danno il meglio, il break corre sul filo ma fino al 3 pari il punteggio segue il servizio. Zverev è uno strano campione, però, quando la tensione sale lui scende. Gli succede nel settimo game e Berrettini se ne va con un gioco di prestigio, un foglietto di appunti, chissà, che gli esce dalla tasca dei pantaloncini durante uno scambio nel quale non sembrava messo bene. Ma poteva essere un coniglio o una colomba, e sarebbe stato lo stesso. L’arbitro ferma tutto… Matteo si prende il break e arriva a servire sul 5-4, e stavolta è lui a ingolfarsi. Si confonde, concede il contro break a un passo dalla vittoria. «Addio, ha perso», e il commento che rimbalza sugli spalti. No, è pronto a vincere, ma lo deve fare a modo suo. In rimonta. Nel game successivo va 40-15 e si ritrova 40 pari, ma Matteo é ancora sul pezzo e regala due prodezze. Sono gli scambi più belli del match e lo riportano avanti. Santa Adrenalina pensaci tu… Sotto 15-30, fioccano finalmente i punti che servono. Il match finisce a braccia alzate. È la vittoria più importante per Matteo. Non batteva un top 5 dal 2019 (sempre Zverev, a Roma) ed è agli ottavi di Montecarlo per la seconda volta. Risale in classifica (di nuovo 30) e fa un bel regalo a Sinner, che da ieri ha la sicurezza di ripartire da numero uno. […]

Berrettini batte Zverev e fa felice Sinner (Stefano Semeraro, La Stampa)

Quarantotto colpi. «Avevo le gambe piene di acido lattico, ma mi sono detto: non posso mollare questo punto. Sono 5 pari al terzo set, sul centrale di Monte-Carlo. Ho continuato a spingere e per fortuna quel punto l`ho vinto». Per se stesso e per il re. Matteo Berrettini vince 2-6 6-3 7-5 contro il numero due del mondo Sascha Zverev, passa agli ottavi di Monte-Carlo e regala a Jannik Sinner la certezza di presentarsi a Roma ancora da numero 1 del mondo. Il tedesco era rimasto l`unico a poterlo scavalcare, ma aveva bisogno di vincere nel Principato per concedersi ancora un sogno aritmetico. Matte – anche attraverso quello scambio folle – gliel`ha cancellato. Confermando la crisi («Non so cosa mi sta succedendo») in cui Sascha si dibatte da quando Jannik si è fermato. «Per qualsiasi cosa Jannik sa di poter contare su di me», sorride invece il Martello. «Sono contento di avergli fornito questo assist. Ci siamo sentiti qualche settimana fa, fra noi c`è grande rispetto. Credo che stia affrontando al meglio questa situazione e sono sicuro che lo rivedremo agli stessi livelli di prima». Intanto si rivede il miglior Berrettini: in carriera non aveva mai battuto un numero 2 del mondo e nel Principato si è presentato tiratissimo, atleticamente e mentalmente. Capace di cambiare ritmo dopo un primo set non giocato al meglio, e incoraggiato da un centrale stipato di italiani. «Il tennis è uno sport mentale, contro il n.2 puoi anche perdere, ma dando sempre il massimo. Nel secondo set ho chiesto di più a diritto e servizio, e ho giocato con più convinzione dalla parte del rovescio, cercando di stare più vicino possibile al campo. A Monte-Carlo si respira sempre un`atmosfera speciale, sentivo il tifo del pubblico e a un certo punto mi sono detto che volevo farli urlare ancora di più». […] Domani lo attende il vincitore fra Lehecka e Lorenzo Musetti (1° match di oggi alle 11) mentre nel torneo avanza anche Cobolli (6-4 6-2 a Lajovic) che oggi sfida il francese Fils (non prima delle 13).

Ansia Zverev: “Terribile” (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Difficile al principio, con 2545 punti da conquistare in sette tornei, dopo la trasferta nordamericana il sorpasso a Jannik Sinner era già diventato un`utopia per Alexander Zverev, soprattutto per quello visto in campo da febbraio in poi. Tra Montecarlo, Monaco di Baviera e Madrid sarebbe servito uno storico tris. Neanche il tempo di provare a ricostruire fiducia, e magari sognare, che la prima partita dello swing sul rosso ha già messo a freno ogni pazza idea. La sconfitta contro Berrettini lo relega al secondo posto, e adesso anche Alcaraz, vincendo il titolo questa settimana, potrebbe superarlo. «Negli ultimi mesi è sempre la stessa storia. Non ho idea di cosa stia succedendo, ma non cambia mai niente. È sempre così», lo sconforto di Sascha nella conferenza stampa dopo il ko. Dalla finale persa a Melbourne contro Sinner – nella quale è diventato il primo tennista a giocare tre finali Slam in tre tornei differenti senza vincerne una -, Zverev ha raccolto un bilancio poco lusinghiero: sei vittorie e sei sconfitte. Lui stesso fatica a spiegare: «Se sono problemi fisici o mentali? Non so più cosa dire, sto cercando di capirlo da mesi. Il livello del mio tennis è terribile. Ancora una volta sono io ad aver perso la partita, come a Buenos Aires, Rio e nei tornei successivi. È il peggior periodo da quando sono tornato dall`infortunio». […]

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