Da Fonseca a Mensik: gerarchie in rapido cambiamento nel tennis e due nuovi rivali per Sinner
E alla fine è arrivato anche Jakub Mensik. Il ceco è stato il grande protagonista delle ultime due settimane, conquistando il suo primo Masters 1000 della carriera a Miami. Un trionfo arrivato con il successo in finale sul suo idolo Novak Djokovic, stoppando così il sogno del serbo di festeggiare il 100° titolo della carriera. Due settimane inarrestabili quelle del 19enne ceco, dominante al servizio e soprattutto nei tie-break, compresi i due con cui si è imposto nell’ultimo atto.
Con questo successo di Miami, Mensik entra sicuramente in una nuova dimensione, ma era probabilmente solo questione di tempo. Il ceco è da sempre considerato uno dei migliori talenti nel circuito e finora gli era solo mancata continuità anche all’interno della stessa settimana o partita, come accaduto all’Australian Open, facendosi clamorosamente rimontare dallo spagnolo Davidovich Fokina al terzo turno dopo essere stato avanti di due set.
La prima di servizio è sicuramente l’arma più importante nel gioco del ceco, mentre sulla seconda c’è da lavorare ancora molto, essendo un colpo che è comunque attaccabile come mostrato anche domenica in finale. Ottimi e potenti i colpi da fondo sia il rovescio sia il dritto, anche se a volte un po’ lo tradisce, ma in ogni caso si sta parlando di un ragazzo dal potenziale davvero enorme.
La vittoria di Miami lo ha proiettato al numero 24 della classifica mondiale e come detto in precedenza anche in una nuova dimensione. Ora il ceco non sarà più una sorpresa e verrà visto con occhi diversi da ogni avversario. Da capire come si comporterà sul rosso, aspettando di vederlo per la prima volta in carriera al Roland Garros, Slam in cui non ha ancora disputato un match. In carriera vanta anche un Challenger sulla terra, proprio a casa sua a Praga nel 2023, mostrandosi forse per la prima volta realmente al mondo del tennis.
Diciannove anni Mensik, uno in più di Joao Fonseca, che a differenza del ceco si era già messo in mostra in questi primi mesi dell’anno, soprattutto con la vittoria all’ATP di Buenos Aires e poi anche al Challenger di Phoenix, praticamente un ATP 250 mascherato vista la entry list presente (vittoria in finale con Bublik). In mezzo anche alcuni highlights di un certo valore, come la vittoria al primo turno in Australia contro Andrey Rublev o il netto successo su Ugo Humbert, prima di farsi rimontare da Alex de Minaur in un match infuocato anche per l’atmosfera creata dai tifosi del brasiliano.
Grande talento, braccio davvero molto potente, ottimo servizio, ma ancora un po’ acerbo sul piano tattico e anche di gestione della partita. Il grande seguito che si porta dietro a volte lo distrae un po’, quasi perdendo un po’ di energia e concentrazione a vivere più l’atmosfera del match che il gioco sul campo. Resta comunque un ragazzo di appena 18 anni e che ha davvero tutti i mezzi per arrivare in alto e c’è sicuramente curiosità nel capire come gestirà questa sua prima vera stagione nel circuito.
Il tennis maschile sta sicuramente vivendo un periodo particolare, anche perchè il numero uno del mondo al momento è ancora lontano dai campi. La presenza di Sinner avrebbe potuto cambiare notevolmente le carte in tavola, visto che l’altoatesino sembra aver costruito una voragine tra lui e gli avversari almeno sul cemento. Ma chi sono veramente i rivali di Sinner? Perchè nelle ultime settimane quelli più accreditati sono caduti uno ad uno, da Zverev ad Alcaraz, da Fritz a Medvedev, con una sola finale giocata, quella di Alcaraz a Rotterdam.
Proprio Fonseca e Mensik possono approfittare di questo vuoto di potere e di questa incertezza che regna all’interno della Top-10 mondiale, dove veramente solo Sinner sembra essere di un’altra categoria. Non resta che attendere proprio il ritorno dell’altoatesino, che intanto osserva e studia i suoi avversari, aggiungendone ora altri due alla sua lista.