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ATP Miami: Djokovic-Mensik, questione di tiebreak. Sarà un finale ad oltranza?

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Uno scontro generazionale in quel di Miami a chiudere un torneo che ha visto parecchie sorprese tra eliminazioni premature e partite emozionanti. Infatti ai quarti di finale mancavano già tennisti del calibro di Alexander Zverev, Stefano Tsitsipas, Jack Draper, Andrey Ryblev, Casper Ruud e Carlos Alcaraz, addirittura fuori al secondo turno contro David Goffin. Dunque ai quarti erano rimaste solo due delle prime otto teste di serie. Per farci un’idea, l’anno scorso a quel punto della competizione ce n’erano il doppio ovvero Alcaraz (1). Sinner (2, futuro vincitore), Medvedev (3) e Zverev (4).

Novak Djokovic, dal record negativo al possibile 100

Stavolta a superare tutte le insidie è stato un Novak Djokovic che ha messo alle spalle uno dei momenti più difficili della sua carriera dati alla mano. I ko consecutivi contro Zverev all’Australian Open, Berrettini a Doha e Van de Zandschulp a Indian Wells rappresentavano solamente la quinta volta in tutta la sua carriera, nonché la prima dal 2018, in cui Novak Djokovic usciva sconfitto per tre volte di fila. L’aria di Miami però ha rivitalizzato Djokovic, che ancora deve perdere un set in questo torneo. Ed è forse questo il dato più importante, che racconta di un Novak perfetto nei tiebreak (tre su tre con Hijikata, Ugo Carabelli e Korda) e anche contro avversari tecnicamente forti come Musetti e Dimitrov, battuti perdendo complessivamente nove game.

Djokovic davanti a sé ha l’ennesimo record, questa volta però ancora più sentito poiché entrerebbe nel club dei 100 titoli vinti in carriera, tavolo dove ad oggi si possono sedere solamente Jimmy Connors (109) e Roger Federer (103). Il serbo è a 99 e quale miglior momento per ottenere la tripla cifra se non a Miami, torneo che ha vinto già sei volte completando per quattro il Sunshine Double (2011, 2014, 2015, 2016) ovvero vincendo in coppia anche Indian Wells nello stesso anno.

Jakub Mensik, una possibile prima volta unica

Dall’altra parte c’è Jakub Mensik, classe 2005 prossimo ad entrare in top 30 dopo questo torneo. I due si sono già affrontati a Shanghai, anche lì un Masters 1000, dove il ceco aveva sorpreso Novak nel primo set per poi crollare alla lunga, un classico incontro di Djokovic verrebbe da dire. Sono passati pochi mesi e i due si riaffrontano per decretare se ci sarà il primo o il centesimo titolo ATP, dipende dalla prospettiva. Ma quante chance ci sono effettivamente? Possiamo dire con una certa tranquillità che non sarà una sfida affatto facile per Novak. Va bene l’età, va bene l’esperienza, ma qua siamo davanti ad un tennista prossimo ad iscriversi all’elenco di possibili vincitori Slam, Sinner e Alcaraz permettendo.

In un tennis sempre più incentrato sul servizio, andare al tiebreak spesso è un punto a favore per chi ha un’ottima battuta. Mensik è uno di questi poiché detiene una media di quasi 14 ace in questa stagione, meglio solo Giovanni Mpetshi Perricard, pressoché fuori concorso. Contro Fritz, il ceco ha messo a referto 25 ace con l’82% di punti con la prima di servizio. Quest’ultimo dato addirittura migliorato nel turno precedente con Fils (86%) con un ottimo numero di ace (13). Con Bautista e Draper, Jakub ha superato i 20 ace, rispettivamente 23 e 21. La cosa che stupisce sono i soli 10 doppi falli in cinque partite, praticamente meno di uno a set.

Non solo tiebreak: occhio al fattore emotivo

Come detto Novak ha dimostrato di gestire alla perfezione i tiebreak ma anche Mensik non è da meno, anzi. Contro un avversario in forma come Draper, Jakub ha lottato vincendo entrambi i tiebreak, così facendo anche con Fritz. Se si andrà al tie anche in questa finale, uno dei due dovrà abdicare dal trono del “re del tiebreak“.

In uno sport con una parte mentale così importante come il tennis, le emozioni rischiano spesso di prendere il sopravvento e questo è il grande punto di domanda su Mensik. Se però il ceco dovesse riuscire ad avere la testa mostrata contro Fritz e non crollare dopo un set come accaduto nel precedente di Shanghai, allora la strada tra Djokovic e il centesimo titolo potrebbe essere più tortuosa del previsto, partendo però dal presupposto che il favorito è sempre lui, Nole.

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